Milan e Inter sono due squadre che hanno molto in comune: la città, la storia vincente e gloriosa, la maglia a strisce e le loro cessioni societarie.
Le due trattative sono molto diverse, ma lo sviluppo di esse si profila sempre più analogo.

Cominciamo dall’Inter.
Cinque anni fa Erik Thohir, imprenditore indonesiano già proprietario di varie società sportive e non, acquista il 70% del Club dalla famiglia Moratti per 75 milioni di euro, più l’accordo, con la vecchia proprietà, di accollarsi i 180 milioni di debito della società, arrivando ad una cifra di 250 milioni circa.
Nel 2016, dopo tre anni non entusiasmanti del club, Thohir riesce a vendere la maggioranza delle quote societarie a Suning, riuscendo a generare una plusvalenza di 30 milioni di euro sul bilancio. L’imprenditore indonesiano, di conseguenza, compra le restanti quote ancora in mano alla famiglia Moratti, diventando il socio di minoranza del club e decretando la definitiva uscita di scena della famiglia milanese.
Attualmente la situazione dei pacchetti azionari è la seguente: Suning 70% circa, Thohir 30%. 
Negli ultimi giorni il quotidiano La Stampa ha riportato la notizia che la guardia di finanza sta indagando sul percorso dei soldi con cui Thohir ha acquistato l’Inter, che di fatto non appare molto chiaro.

Chiudendo la parentesi Inter, apriamo quella del fronte Milan, ben più articolata e complessa.
Dopo la fumata nera della trattativa nel 2015 con Mr. Bee (anch’essa non proprio chiara), due anni dopo arriva la fumata bianca con YongHong Li, ma le dinamiche dell’operazione sono a tratti assurde.
Cominciamo dal principio. Agosto 2016, Berlusconi annuncia l’accordo con la Sino-Europe Sports per la vendita del 99% del Milan, per una cifra di 740 milioni ( 520 del valore delle quote e 220 di debito societario ), considerata da molti una valutazione “gonfiata “. Il contratto prevedeva una caparra di 100 milioni di euro, 15 alla firma e 85 entro 35 giorni e la data del closing fissata per il 13 dicembre 2016.
Così non fu, a causa delle restrizioni del governo cinese, Sino-Europe, fu costretta a rinviare la chiusura della trattativa di tre mesi, precisamente il 3 marzo 2017, versando un’altra caparra di 100 milioni. Incredibilmente, a due giorni dal closing, sembra che tutto debba saltare, ma Yonghong Li riesce a ottenere un altro mese di tempo versando altri 100 milioni di caparra. Il 25 marzo 2017 c’è un altro colpo di scena, la cordata guidata da Yonghong Li si scioglie, lasciando l’imprenditore cinese praticamente da solo, il quale crea un’ altra società con il nome Rossoneri Sport Investment Lux e Sino-Europe viene quindi sostituita da quest’ultima.
Il giorno dopo viene resa nota la notizia di un prestito di 303 milioni di euro da un fondo di investimento gestito da Elliott e grazie ad esso il 13 aprile la trattativa viene conclusa con successo.
Questa operazione ha dell’incredibile ed è tutt’oggi accusata di illeciti e irregolarità e rappresenta difatti un caso più unico che raro.

Negli ultimi giorni si è parlato molto di una possibile nuova cessione della società ad una persona fisica, il quale comprerebbe prima il pacchetto di minoranza e successivamente diventerebbe socio di maggioranza di Mr Li. Questa notizia ha alimentato l’idea che sin dall’inizio ci sia stato qualcuno dietro questa strana operazione, qualcuno che non voleva o non poteva uscire allo scoperto.
Di tutta questa trattativa sappiamo molto e, paradossalmente, molto poco.
La provenienza e i percorsi di alcune tranche di soldi è sconosciuta e sospetta, Yonghong Li pare non essere l’imprenditore che dice di essere e a tratti pare fare solamente la figura di un prestanome, il quale ha più volte rischiato di perdere il club in favore di Elliott, che ne sarebbe diventato proprietario grazie al prestito fatto a Mr Li.

Concludendo, le diversità tra le due operazioni ci sono e sono nette, ma sono presenti anche molte analogie. Sicuramente la situazione Milan sembra quella più oscura e assurda al momento, ma le ultime notizie di casa Inter, gettano ombre anche sul club neroazzurro.
E’ possibile che due società così famose, con centinaia di milioni di euro di fatturato , vengano sballottate in questa maniera?
E’ evidente che nei due club milanesi ci siano ( o ci sono stati ) tentativi di speculazione, i quali diventano a tratti ridicoli se si pensa che tutto è fatto sotto ai riflettori di una stampa e un paese che mastica calcio.
E’ possibile che due imprenditori esperti come Moratti e Berlusconi abbiano permesso tutto questo dopo tanti anni di gestione e soldi spesi, e a volte gettati?

Probabilmente a queste domande non ci sarà mai una risposta, quel che è certo è che in tutto questo, sono i tifosi a rimetterci. Loro, che tifano e spendono per la propria squadra, in cambio hanno solamente incertezze e la paura di vedere la loro squadra penalizzata o addirittura retrocessa (anche se molto improbabile), a causa dell’avidità altrui.

Il futuro sembra essere più roseo, ma con operazioni del genere, l'insidie sono sempre dietro l'angolo.