La stagione calcistica che ci apprestiamo a vivere, è opinione condivisa, in Italia poggia su due certezze: la Juventus di Cristiano ha già idealmente cucito sulla maglia l'ottavo tricolore consecutivo, mentre vivremo con ogni probabilità una lotta serrata per i tre slot che garantiscono la qualificazione alla prossima Champions League.

Spiegare le ragioni che inducono a ritenere strafavoriti i campioni in carica appare superfluo. Allegri perde Higuain ma trova nientepopodimeno che CR7, optional fenomenale di una schiacciasassi ultrarodata e ulteriormente carrozzata con gli innesti di Emre Can, Perin e Cancelo. Quantità e qualità in tutti i reparti, per puntare senza mezzi termini all'agognato Triplete.

Alle spalle dei bianconeri, la battaglia per l'accesso al salotto buono d'Europa sembra allargarsi al Milan, raggiunto in giornata dal Pipita (uno che, al netto delle battute spesso infelici in relazione alla sua condizione fisica, dal 2013 si mantiene su una media di oltre venticinque reti a stagione), confermare una Lazio che ha perso Felipe Anderson ma pare intenzionata a respingere gli assalti al gioiello Milinkovic-Savic, per il quale il presidente Lotito ha imposto una base d'asta di oltre centocinquanta milioni, e inglobare perfino Roma e Napoli, ormai abituate a posizionarsi comode sui due gradini liberi del podio dominato dalla Juve.

Gli azzurri hanno piazzato subito il colpo Ancelotti, unico cambio in panchina fra le big, ma la campagna acquisti stenta a decollare. Al solito, l'estate partenopea vive della dicotomia fra le pur legittime aspirazioni dei tifosi e il rigido pragmatismo di Aurelio De Laurentiis, fresco di acquisizione del fallito Bari; mossa che, per inciso, ha indispettito non poco le frange più estreme del tifo locale. Le partenze di Reina e Jorginho assieme a quella di Sarri minano le certezze di un gruppo rimasto per tre anni pressoché uguale a se stesso negli elementi chiave. Meret, Ruiz e Verdi sono in linea con la politica societaria improntata al binomio crescita-plusvalenza. In riva al Golfo sognano nomi improponibili per il peso che eserciterebbero sulle casse sociali, e dovranno affidarsi all'esperienza del Sor Carletto, il quale s'è dichiarato pienamente soddisfatto della rosa messagli a disposizione.

Anche sulla sponda giallorossa del Tevere non cambia la musica. Monchi attivissimo sia in entrata che in uscita. Di Francesco perde due pezzi da novanta come Alisson e Nainggolan e trova nuovi giovani da temprare in Kluivert e Coric. Conservare intatta l'intelaiatura che ha condotto ad un esaltante cammino europeo, nonostante la ciliegina Pastore, non sarà un fatto scontato.

Chi però, assieme alla Juventus, ha dominato e domina la scena di questo calciomercato, è l'Inter di Suning. Spalletti, in attesa di Vidal o del sogno Modric, potrà contare su quei puntelli di cui secondo il mister nerazzurro la rosa necessitava per competere ad alti livelli sia in campo nazionale che continentale. Il Biscione si candida senza mezzi termini, dopo quasi due lustri di purgatorio, ad un campionato da protagonista assoluto.

Col primo posto prenotato dalla Signora, una bagarre salvezza troppo spesso ristretta ad un numero limitato di squadre, e un'Europa League che nel Belpaese continuiamo colpevolmente a considerare trofeo di categoria inferiore, la principale attrazione della Serie A 2018/19 sarà la sfida fra le cinque sorelle.