Il termine baruffa è lo stesso nel linguaggio chioggiotto, veneziano o toscano, logicamente riferito al periodo trattato.
Significa confusione, una lite di uomini o di donne, che oltre a gridare spesso usano le mani per colpirsi fisicamente. Queste baruffe erano comuni tra il popolo minuto e Carlo Goldoni, che è stato uno dei più grandi commediografi, non solo della sua epoca, ne ha scritto una piacevolissima commedia, diventata molto famosa, usando nei suoi dialoghi, la voce del popolo. 
Goldoni è nato a Venezia nel 1707, rinunciando alla sua carriera giuridica per il teatro, una scelta ben ripagata poichè a 27 anni raggiungeva il primo successo con la tragedia Belisario. Si propose, nel tentativo riuscitissimo, di restituire dignità letteraria al teatro, contrapponendolo alle buffonesche improvvisazioni della commedia dell'arte, in grande fermento, offrendo un brioso e garbato studio dei costumi, con la sua commedia di carattere che sapeva cogliere quei particolari troppo spesso trascurati. Riusciva a prendere spunto dalla vita quotidiana, facendo uso di un linguaggio che evidenziava l'aspetto realistico delle situazioni create dai suoi personaggi, privi di maschere e sempre più realistici.
Nel 1762 si trasferisce a Parigi a redigere la Commédie Italienne, fu poi insegnante di italiano alle figlie di Luigi XV. Morirà a Parigi nell’anno 1793.
Scrisse oltre 150 lavori in italiano ed in dialetto veneziano, tra cui le baruffe chiozzotte e Sior Todero brontolon nel 1762.
Se nella scelta della lingua italiana, il veneto per lungo tempo contese al toscano ed al grande Dante questo ambito riconoscimento, molto merito va riconosciuto proprio alle molte opere di Goldoni. Non può poi essere tralasciata l'importanza proprio della scelta del luogo, Chioggia. Città di pescatori, uno degli accessi alla laguna di Venezia, che oltre ad essere molto graziosa, ha una particolarità che la rende unica: il modo di parlare della gente. Ciò dipende dal fatto che fin dai tempi delle Repubbliche Marinare, Venezia, Genova, Amalfi e Pisa, i prigionieri genovesi venissero collocati proprio in quella zona della laguna. Il dialetto genovese mescolato a quello veneto ha dato così origine ad un modo di parlare unico ed originale.

Vi starete domandando dove vi voglia portare con questa dettagliata introduzione e, con tutta sincerità, dovrei rispondere: "Non lo so, ma mi sembrava un argomento interessante". In realtà l'argomento da cui voglio iniziare è proprio la "baruffa", quel modo forse volgare di esternare le proprie emozioni, ma che una volta finita, sapeva ricomporsi, lasciando scorrere la vita quotidiana.
Oggi, anche questo comportamento ha subito l'influenza dei tempi, meno grida o percosse, più rancori e sempre più eccessi, dove anche le armi trovano un uso solo apparentemente incomprensibile. Mi torna alla mente quando mia mamma, usando la saggezza dei proverbi popolari, esclamava: "gioco di mano, gioco da villano" e già era difficile capire chi fosse quest'ultimo. Eppure dopo la baruffa, il più delle volte nata da motivi fatui, tutto era dimenticato.

La baruffa in Casa Milan ha tutt'altri contorni, è stata ovattata da obiettivi sportivi, ben più importanti, da una cessione Societaria, dai contorni poco chiari, ma specialmente da quella indiscutibile "classe", che non consente ai contendenti la più classica delle "piazzate", che ad esempio Ibra, non rinuncerebbe certo di mettere in atto. 
Gazidis e Maldini sono i due Dirigenti di riferimento in questo ritorno del Milan alla vittoria. Due dipendenti della proprietà (come da mia consuetudine, con la p minuscola ), con ruoli e incarichi, almeno apparentemente diversi. La cosa tanto evidente, quanto grave, è che a pochi giorni dalla scadenza dei contratti di Paolo Maldini e Ricky Massara, plenipotenziali dell'Area Tecnica, c'è un silenzio "assordante" e sale una certa apprensione che solo apparentemente dà per certo ciò che doveva già essere stato siglato, non fosse altro per "rispetto" verso uno SCUDETTO che non era certamente preventivabile e che ha portato alle casse, a cui la proprietà tiene particolarmente, entrate ben più corpose di ogni teorico preventivo.
I tifosi devono solo aspettare, ma se è in atto un tentativo da parte di Maldini di limitare le ingerenze di Gazidis, o semplicemente di snellire la catena di comando, che ne limita il suo raggio d'azione, allora mettiamoci il cuore in pace poichè il "nostro Paolino" è destinato alla sconfitta. Gazidis è il braccio destro di Elliott, non verrà allontanato o semplicemente limitato nei suoi poteri, anche se ha il contratto in scadenza a novembre e, almeno parzialmente, spetterebbe anche a Cardinale, prossimo proprietario di maggioranza, dare una opinione sulle scelte da adottare.
Sapete quanto io faccia riferimento a Robysan ed un suo commento mi ha fatto riflettere: Dato che questo rinnovo verrà sottoscritto da Gazidis, per quale motivo non esce allo scoperto dicendo pubblicamente: 'Calma ragazzi, è scontato e siamo in dirittura d'arrivo?'. Effettivamente, ha parlano Scaroni, ha rilasciato un'intervista Cardinale, ma Gazidis non ha minimamente commentato. Forse sperano che sia proprio Maldini a dover rinunciare all'incarico dovendo constatare che non ci sono sufficienti garanzie per andare avanti insieme?
Uno scenario sufficientemente preoccupante, dove non aiutano certo le scelte di Cerchione, non l'ultimo arrivato, dubbioso sull'acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte di Redbird, al punto di rivolgersi al tribunale. Un tutti contro tutti, che più che i contorni della più classica delle "baruffe", in stile goldoniano, appare prendere la forma di quegli intrighi di corte, dove il più delle volte la conclusione è con la morte di uno degli interpreti.
Avevamo bisogno di ben altro. Non voglio neppure minimamente pensare che Maldini e Massara, dal primo di Luglio, possano essere fuori dal Milan e da questo progetto e se accadesse non so quale reazione potrebbe avere la tifoseria. Certo, Maldini è un dipendente, non è il Milan, ma è indubbio che siamo in molti a fare riferimento a lui per avere garanzie che la proprietà operi nell'interesse del Club e non solo per arricchirsi.
Se Paolo non farà parte del progetto lo sapremo fra pochi giorni, ma se succedesse, io al suo posto, una bella e sana baruffa, magari con due "buffetti" a Gazidis, uno per lui e l'altro per Boban, magari chiusi in una stanza al quarto piano di Casa Milan, prima di salutare, non rinuncerei certo di farla.
E allora come disse il viandante all'oste, aspettando la cameriera (anche se la commedia non era di Goldoni), che Dio ce la mandi buona.
Forza Milan!