Archiviata anche la partita contro il Torino, tanto difficile e sofferta, quanto importante, il Milan conquista la sesta vittoria consecutiva, la nona su dieci giornate di campionato e si conferma al primo posto, solitario, almeno fino a giovedì sera, quando il Napoli affronterà il Bologna. 

Le 101 panchine alla guida del Milan, le vittorie e i record ottenuti non sono ancora sufficienti per comprendere la qualità del lavoro proposto da Mister Pioli. Viene da sorridere pensando allo scetticismo con cui era stato accolto per sostituire Giampaolo, dopo solo sette giornate di Campionato e ben quattro sconfitte. Quell'assordante Pioliout che sembrava presagire ad un semplice compito di "traghettatore", colpevole del solo fatto che non fosse stato Spalletti a sedere sulla panchina rossonera. La brutta sconfitta a Bergamo e l'ombra di Rangnich completavano una situazione che sembrava già segnata e decisa. Nel momento più difficile, quando le "anime del Milan" apparivano troppo diverse per poter collaborare, quando Boban venne messo alla porta, dal mio punto di vista, in modo poco elegante, ma specialmente quando la squadra arrancava a metà classifica, più verso il basso, che l'alto, ciò che nessuno poteva preventivare, come la sospensione del Campionato ed una pandemia che avrebbe stravolto il mondo, consentiva di dare inizio ad una "nuova stagione".

I latini dicevano: Carpe diem, cogli l'attimo e Mister Pioli ed il suo Staff sono riusciti perfettamente nell'intento, approfittando della sosta per lavorare sull'aspetto fisico e mentale di una squadra che sembrava svuotata e priva di quelle qualità e motivazioni necessarie per ben figurare nel nostro campionato. Le dodici partite inanellate alla ripresa della competizione, con nove vittorie e tre pareggi, l'inizio di un percorso che, a molti, continua ad apparire casuale e frutto di chissà quale fortuna, senza considerare tutto il lavoro e la fatica che giustificano gioco e risultati. Di tutto ciò fanno parte anche assenze e una serie di infortuni, incomprensibili solo per chi non capisce quanto questa squadra sappia giocare dando sempre il massimo e a volte, anche di più. Se analizziamo i dati relativi al solo campionato i numeri evidenziano la qualità del lavoro proposto. 79 partite, con 13 sconfitte, 17 pareggi e 49 vittorie, con una media punti superiore a due. Se poi andiamo a scorporare i risultati nelle tre stagioni, apparirà evidente la crescita esponenziale della squadra e ciò anche in considerazione dei mercati di rafforzamento.               

Così se la prima stagione, fatta di 31 partite con 6 sconfitte, 9 pareggi e 16 vittorie, è l'inizio di una continuità di risultati di cui avevamo perso ogni ricordo, la seconda porta ad un ulteriore crescita, con 7 sconfitte, ancora troppe, 7 pareggi e 24 vittorie, ma specialmente con un rullino di marcia in trasferta, quasi irripetibile. Le dieci giornate di questo inizio stagionale, con 1 pareggio e 9 vittorie, sfiorando una perfezione quasi impossibile, completano un bilancio che è al di sopra di ogni più rosea previsione. Ed è proprio la continuità di risultati ottenuti che stupisce tutti coloro che sono consapevoli della "normalità" della rosa a disposizione di Mister Pioli. Per trovare un "passo falso", una partita affrontata in modo sbagliato, bisogna risalire alla terza giornata di ritorno dello scorsa stagione, quando la squadra di Mister Pioli perse 2 a 0 ( e probabilmente ogni sogno di vincere lo scudetto ) a La Spezia, spianando la strada e il derby alla seconda squadra di Milano.                                                                                                                                                                        La sconfitta casalinga contro il Sassuolo, per quanto inaspettata, fu casuale, un intoppo che venne cancellato, mentre la successiva contro la Lazio, l'ultima a cui fare riferimento, fu giustificata dal valore dell'avversario. Nella vittoria contro il Torino, quarta partita giocata in dieci giorni, falcidiati dalle numerosissime assenze, dove anche Balò Tourè ha dovuto fermarsi per i postumi dell'entrata killer di Soriano, è racchiuso il segreto di questa squadra che potrà anche essere composta da giocatori "normali", ma che ha costruito un così solido piacere alle vittorie che diventa difficile contrastare, anche per formazioni più attrezzate.

Mancano tre incontri prima della sosta per le nazionali e la possibilità di ritrovare energie tanto importanti quanto indispensabile, oltre logicamente a recuperare infortunati. La Roma, il Porto per la Champions e l'Inter. Tre partite che possono dare indicazioni molto importanti. Qui i tifosi rossoneri potranno dividersi con opinioni totalmente diverse, ad iniziare se sia opportuno cercare di proseguire nelle competizioni Europee, che specialmente se giocata al giovedì, implica tantissime dispersioni di energie. A mio parere, con una squadra così giovane e ampia sarebbe opportuno tentare la qualificazione e tenere tutti concentrati. Per quanto riguarda Roma e Inter i punti accomunati sono talmente tanti che anche nella malaugurata situazione di perdere entrambi gli scontri il Milan manterrebbe due punti in più rispetto allo scorso anno, quando chiuse il girone di andata on 43 punti. 

Mister Pioli continua quella tradizione di allenatori italiani che caratterizzano la storia del Milan. Da Rocco a Sacchi, da Capello ad Ancellotti, la speranza è che possa raggiungerli, sia nel numero di presenze che di vittorie. Allenatori uniti dal fatto di aver trionfato in Europa e nel Mondo, abbinando le loro qualità a tanta passione, con quello "Stile Milan" che ci viene riconosciuto in modo indiscusso. Nelle vittorie della formazione allenata da Mister Pioli c'è quel concetto di calcio moderno, che si affida al collettivo, non certo ai singoli, ma che sa soffrire e lottare. Sarebbe piaciuto al Paron Rocco, come a Mister Sacchi, meno sicuramente a Capello, non a caso il meno "europeista" del quartetto, mentre Carletto Ancellotti, abituato a sopportare le interferenze del Presidentissimo, avrebbe trovato le soluzioni migliori, anche se confrontando questi giocatori a quelli a sua disposizione qualche preoccupazione sarebbe stata comprensibile.

101 panchine, con serenità, capacità ed eleganza, alzi la mano chi pensava che potesse tagliare questo traguardo? 
GRAZIE MISTER