Ritengo che il Fondo Elliott e la famiglia Singer abbiano percepito, in modo più concreto e realistico cosa sia il Milan e la sua grandezza, solo salendo su quel pullman scoperto che, girando per Milano, raccoglieva l'abbraccio festante della moltitudine di tifosi presenti, mentre moltissimi altri, sparsi per tutto il mondo, lo tingevano di rosso e nero. Loro che, più che di emozioni, vivono di numeri e dividendi hanno dovuto constatare un dato di cui non avevano la minima cognizione. Lo scudetto era stata una graditissima sorpresa, utilissima per incrementare i guadagni, ma implicava una visibilità e notorietà a cui avrebbero volentieri rinunciato, preferendo restare nei loro comodi uffici e non, come stava accadendo, sotto le lenti di ingrandimento di un mondo di cui conoscono ben poco.

Questa introduzione, frutto di considerazioni personali, diventa obbligatoria per cercare di capire quello che sta succedendo al Milan.
Dal rinnovo di Maldini, così sofferto e complicato, alla probabile uscita di Gazidis, ad un mercato dove le operazioni con il Lilla creano preoccupazioni, fino a cose ben più gravi. A complicazioni giudiziarie a cui il Fondo di Investimenti Elliott, non può assolutamente rischiare di veder compromessa la propria immagine. E' obbligatorio partire da una considerazione fondamentale per capire di cosa stiamo trattando.                                Ogni fondo di investimento poggia il suo successo economico, su un unico fattore: LA CREDIBILITA'. E' questa la garanzia più grande per gli investitori. I Fondi americani, proprietari delle squadre di calcio italiane, non sono alla ricerca di notorietà o visibilità, ma esclusivamente di trarre guadagni per se stessi e da distribuire fra gli investitori. A differenza di altri, il Fondo Elliott si è trovato proprietario dell'AC MILAN non attraverso un'acquisizione, ma come riscossione per un prestito non onorato dalla precedente proprietà cinese.
Fra mille supposizioni, molte incertezze e pochissima trasparenza, hanno iniziato il loro percorso, abbattendo le perdite di bilancio e cercando un acquirente per poter trarne un guadagno. Tutto sembrava volgere al meglio. Il bilancio avviato verso un pareggio che appariva impossibile e con esso un trionfo sportivo, altrettanto insperato. Era Aprile e tutto preannunciava per una immediata cessione al Fondo Arabo Investcorp. Elliott aveva concretizzato tutti i suoi obiettivi e poteva uscire da trionfatore con un utile, approssimativo di 400 Milioni di Euro. Difficile capire cosa possa essere successo. Se realmente sia stato valutato che i margini di guadagno potevano essere molti più alti, oppure se la vendita del Chelsea abbia evidenziato quanto un club come il Milan fosse troppo sottostimato, fatto sta che ha prodotto una improvvisa retromarcia.
Una scelta discutibile, non solo per il fatto di aver scontentato acquirenti altrettanto prestigiosi, minando un'immagine consolidatissima e macchiandola in quel campo finanziario poco propenso a dimenticare, ma perchè apriva ad una cessione dai contorni per nulla chiari e facile da dimostrare. L'entrata in scena di RedBird Capital è stata subito accompagnata da una miriade di chiacchere, sempre deleterie in campo finanziario. Cardinale acquistava, chiedendo finanziamenti allo stesso Elliott a tassi di interessi che variavano a piacere, diventando socio di maggioranza, ma con un potere economico nettamente inferiore, quasi insufficiente. Un prezzo soggetto a variazioni in crescita, legato alla eventuale realizzazione dello stadio e alla parte immobiliare. Insomma, fra lo scetticismo generale, prendeva forma una cessione del Milan al buio, utile solo per annullare ogni impegno con Investcorp. Analisi che non sono certo sfuggite agli attenti giornalisti di finanza, americani e non, ma che un portavoce del fondo Elliott definiva false e vessatorie, cercando di smorzare ogni critica che stava prendendo forma per i contenziosi aperti dai Soci, Cerioni e D'Avanzo presso il tribunale del Lussembugo.

A peggiorare una situazione che, poichè non ancora avvallata da alcun atto definitivo, può essere ancora sistemata, c'è l'aggravante di aver agito in modo troppo simile a quanto già accaduto per il Lille. Una operazione mascherata, dove Elliott avrebbe mantenuto il pieno controllo di due Società di calcio, il Milan e il Lille, senza apparire e aggirando le normative UEFA. Tale affermazione, con tanto di azione legale, da parte di Blue Skye non è passata inosservata,  una macchia sulla onorabilità del Fondo Americano, per nulla irrilevante. In un sistema che non ha poco di logico e trasparente, trattandosi di una squadra di calcio, del Campionato Italiano, è bene sapere che Blue Skye Financial Partners, possiede il 4,27% di Project Redblack che controlla il 100% di Rossoneri Sport Investment Sarl e a sua volta controlla il 99,93% del Milan. Un sistema di scatole cinesi utili solo a far perdere le tracce dei reali proprietari, ma ciò che interessa è l'accusa contro Elliott per aver violato i suoi diritti impegnandosi in trattative «a porte chiuse» per portare a termine la cessione della maggioranza del club a RedBird Capital.
Le prime certezze per il Fondo Americano iniziano a traballare poichè in un’ordinanza del 5 luglio, il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Polk Failla a Manhattan ha affermato che Blue Skye ha soddisfatto gli standard legali per ottenere un numero “limitato” di documenti richiesto da utilizzare nelle azioni giudiziarie in Lussemburgo. Logico che il primo passaggio sia smentire gli ex soci e le affermazioni su cui poggiano le accuse:
- Elliott manterrà una quota di minoranza in AC Milan, secondo quanto riferito tra il 30% e il 49%;
- Elliott sarà creditore del Milan o dell’acquirente a tassi di interessi alti;
- Elliott manterrà posti nel consiglio di amministrazione del Milan, inclusi il presidente, il direttore generale e altri 2 o 3 su un totale di 9 posti disponibili. 

Questa azione legale può costringere Elliott a cambiare totalmente ogni suo progetto, non solo riconoscendo il danno economico causato ai soci estromessi, ma defilandosi realmente dalla proprietà del Milan.
Calcio e Finanza ha potuto visionare alcuni documenti che fanno parte integrante della causa intentata per fermare l’operazione che porterà il club rossonero nelle mani di RedBird, dove appare evidente che l'attuale proprietario del Milan non può minimamente rischiare di perdere la causa, poichè le eventuali sanzioni dell'Uefa, che già sospettava della duplice contemporanea proprietà di Milan e Lille, decreterebbero una risonanza mondiale dai contorni sicuramente poco piacevoli, non solo in ambito sportivo, ma anche finanziario, con ripercussioni economiche gravissime.
Quindi defilarsi realmente oppure provare a sostenere una difesa che appare molto complicata?
Cardinale sarà in grado di supportare realmente l'intera operazione trovando i capitali e i finanziatori necessari?

Lo sapremo fra pochi mesi, ma una cosa è assicurata, il Fondo Elliott è incappato in un pessimo autogol, forse ben peggiore di quello causato  da Radu a Bologna, perchè mentre nello sport, le sconfitte si possono cancellare con le vittorie, nella Finanza chi cerca "scappatoie" per trarne guadagno, ha vita breve, per quanto famoso possa essere.
In un mondo di squali ci sarà chi saprà trarne vantaggio e a grandi linee non penso che di ciò alla Investcorp, siano dispiaciuti.