La Coppa Italia 2023 va all’Inter che al termine di una partita scoppiettante porta a casa per la nona volta nella sua storia la coppa battendo per 2-1 una Fiorentina arrembante per tutti i novanta minuti di gioco.
Come detto, la finale è stata ricca di emozioni soprattutto grazie ai viola, che hanno giocato ad alto ritmo mettendo più di una volta in difficoltà i nerazzurri bravi sia a resistere che a colpire al momento giusto approfittando, tra l’altro, di alcune amnesie difensive della squadra di Italiano. Partita bella ed intensa, quindi, tra due squadre che hanno confermato i pronostici della vigilia sia dal punto di vista del risultato (l’Inter era favorita sui viola) che del gioco (entrambe hanno offerto una prova convincente nel solco delle ultime prestazioni offerte).
Pronostici confermati anche dal punto di vista delle formazioni con Inzaghi che conferma il tandem Dzeko-Lautaro (con Lukaku che parte dalla panchina) mentre Italiano si affida a Cabral al centro dell’attacco con l’unica novità di Martinez Quarta in difesa al posto di Ranieri (dato titolare alla vigilia).

L’inizio partita è di marca viola con la squadra di Italiano che aggredisce fin da subito gli avversari apparsi abbastanza spaesati ad inizio match. La voglia della Fiorentina (che tornava in finale di Coppa dopo nove anni dove perse contro il Napoli) sommata alla titubanza nerazzurra si trasforma così nel gol della Fiorentina che al terzo minuto si porta già in vantaggio: palla di Bonaventura per Ikonè sulla corsia sinistra,con il francese completamente libero di fare quel che vuole visto che i braccetti dell’Inter sono arroccati al centro della difesa (tutti su Cabral) con i quinti altissimi, palla rasoterra messa sul secondo palo dove si avventa Nico Gonzalez che insacca il gol del vantaggio.
Il vantaggio aumenta se possibile la carica viola che anestetizza il possesso palla nerazzurro grazie ad un pressing ragionato e a uomo che non permette agli avversari di far girare la palla come loro vogliono.
Nascono però solo alcune occasioni con tiri da fuori (mai troppo pericolosi) anche perché l’Inter riesce a riempire bene la propria area di rigore rendendo ininfluente Cabral e ostacolando qualsiasi tentativo di entrare in area da parte dei viola.
Col passare dei minuti l’Inter inizia ad entrare in partita approfittando anche dei grandi spazi che la Fiorentina lascia in mezzo al campo e dell’uno contro uno tra i due attaccanti nerazzurri e i due centrali viola cosa questa che permette a Dzeko di trovare spazi importanti e se la prima occasione viene bloccata dal rientro di Castrovilli nella seconda è lo stesso bosniaco a fallire clamorosamente sparando alto a tu per tu con Terracciano (ottimo assist di Lautaro).
Le occasioni di Dzeko svegliano l’Inter che al 29’ pareggia i conti: bella giocata di Brozovic che scappa via centralmente e al limite dell’area anziché cercare Dimarco sul secondo palo lasciato libero dagli avversari vede solo lui un corridoio centrale nel quale servire Lautaro (male Milenkovic che sbaglia la salita per il fuorigioco) che incrociando sul secondo palo segna così il gol del pareggio.
Passano pochi minuti e l’Inter addirittura raddoppia grazie a Barella, che dopo un batti e ribatti in area si trova la palla sul suo destro al limite destro dell’area di rigore: stop e nuovo cross in mezzo dove Lautaro in girata batte sul tempo Milenkovic ed insacca così il gol del 2-1. La prima frazione non offre più nulla con l’Inter brava ad approfittare del momento di sbandamento viola che dal canto suo ha mal sfruttato l’ottimo inizio di partita.

La ripresa inizia sulla falsariga del primo tempo con la Fiorentina che tiene la palla e cerca varchi nell’attenta retroguardia avversaria e l’Inter che sembra aspettare il momento giusto per colpire in contropiede.
Le difficoltà però palesate dai nerazzurri (che di contropiede non ne orchestrano neanche mezzo) portano però Inzaghi a cambiare intorno all’ora di gioco: fuori Bastoni (ammonito) dentro De Vrij e poi fuori anche Dzeko (che non prende bene l’uscita così anticipata) e dentro Lukaku chiamato ad aiutare la squadra a salire per evitare di abbassarsi troppo in difesa. Ai cambi di Inzaghi risponde subito Italiano che getta nella mischia Sottil e Mandragora per Ikonè (scomparso dopo l’azione del vantaggio ad inizio partita) e Castrovilli (buona prova a tutto campo per il centrocampista viola ormai pienamente recuperato dall’infortunio che lo colpì la scorsa stagione).
I cambi sembrano fare effetto più sull’Inter che sulla Fiorentina, tanto che Lukaku sfiora il gol del 3-1 con un bel tiro da fuori area respinto da Terracciano (sulla ribattuta para anche il tap-in di Dimarco che però era in fuorigioco). Dopo l’occasione di Lukaku la palla passa di nuovo ai due allenatori con Inzaghi che cambia Dimarco (stanchissimo) con Gosens e Italiano che punta su Jovic e Ranieri al posto di Amrabat e Martinez Quarta.
Dopo i cambi parte un batti e ribatti tra le due squadre con la prima occasione di marca viola, destro di Nico parato in corner da Handanovic, alla quale risponde l’Inter con un assolo di Lukaku sulla corsia mancina che porta il belga a crossare sul secondo palo dove Gosens sfiora il gol (palla alta anche grazie al disturbo di Dodo’). La palla passa poi a Jovic che prima esalta i riflessi di Handanovic (parata bella e difficile) poi mette al lato di testa da buona posizione.
Insomma, a fare la partita sono i viola (che però faticano a concludere) mentre i nerazzurri sembrano ormai aver tirato i remi in barca aspettando solo il triplice fischio di Irrati.

Si arriva così al finale con Italiano che inserisce anche Terzic per Dodo’, mentre Inzaghi si affida a Gagliardini e Correa al posto degli esausti Calhanoglu e Lautaro per blindare il risultato che rischia di cambiare a quattro dalla fine quando dopo un tiro impennato dalla scivolata di Acerbi,Jovic riesce a prendere controtempo Handanovic (che qui sbaglia i tempi dell’uscita) ma deve fare i conti con Darmian che spazza di testa sulla linea di porta il tentativo del serbo (anticipando tra l’altro il tentativo di Cabral di avventarsi sulla sfera).

La partita termina quindi 2-1 con Inzaghi sempre più re di coppe e soprattutto sempre più mister finale (4 su 4 da quando è all’Inter) e con la Fiorentina che ora per accedere anche l’anno prossimo in Europa dovrà imporsi in Conference contro gli inglesi del West Ham (oppure arrivare ottava e aspettare cosa farà l’UEFA con la Juventus).
Un due a uno, quello maturato all’Olimpico, che incorona Lautaro Martinez (arrivato a 101 gol in nerazzurro) autore di una grande prova e sempre più leader dei nerazzurri. Buona prova anche del centrocampo (anche se rispetto alle scorse partite produce di meno) e della tenuta difensiva anche se urgono rimedi in vista del City (male gli esterni in fase difensiva) anche perché fare un secondo tempo di partita così abbassati in difesa non può essere ripetibile anche ad Istanbul (diverso naturalmente il concetto sugli ultimi minuti di partita come accaduto ad Oporto). Anche in casa viola la copertina è di marca argentina vista l’ottima prova fornita da Nico Gonzalez (che va tenuto stretto) mentre la difesa, a tratti horror, deve essere assolutamente registrata in vista di Praga.