Forse tutti lo prevedevano e tutti sapevano che prima o poi Mauro Icardi sarebbe tornato l'attaccante che aveva portato l'Inter ad arrivare quarta in classifica. Ma il ritorno forte di Maurito ha leggermente spento quella luce folgorante che un'altro giovane interista che arrivato questa estate aveva messo in mostra delle giocate interessanti: parliamo del "Toro" Lautaro Martinez. Come detto l'argentino è arrivato in punta di piedi e Icardi stesso lo ha aiutato ad ambientarsi, tanto da invitarlo spesso nella sua casa con selfie postati su Instagram e Facebook, tutto però continua allegramente fuori dal campo, ma dentro? El Toro sta soffrendo il ritorno dell'amico Maurito, le sue reti stanno pian piano spegnendo quel ragazzo che credeva di potersi permettere di giocare in coppia con il più esperto compagno di reparto, ma questo non accade mai. Il ritorno di Perisic poi chiude ancora di più lo spazio all'ex Racing, che sta pian piano pensando che restare fuori lo stia rovinando e non poco per il futuro. Il giocatore non si lamenta, o almeno non lo dà a vedere, visto che anche lui capisce di non trovarsi in un club stile Primera Division, dove il giovane gioca sempre, ma in un club dove l'esperienza è al primo posto, poi con il tempo anche il giovane si ritaglia la sua parte. Ma il continuo guardare dalla panchina induce il giovane argentino a farsi due domande: "Sono arrivato per fare la riserva? Davvero il mio talento devo sprecarlo restando una seconda linea per tutta la stagione?".

Come molti di voi leggendo i miei articoli hanno visto, io ho sempre detto che Icardi è l'unico attaccante che non può avere un compagno di reparto, visto che con la spalla Icardi è un altro giocatore, non segna e non rende, quindi può giocare con le due ali (come fa l'Inter di solito) o in un 4-5-1 come unico terminale offensivo. Tutto questo però è anche "colpa" dei tecnici che ha avuto l'Inter dall'arrivo di Mauro Icardi, visto che nessuno ha mai avuto il coraggio di cambiare il modulo o far convivere fin dalle amichevoli estive Icardi con altre punte, come a dire: "Se Icardi segna 25-30 reti l'anno, allora continuo a tenerlo come unica punta". L'errore non c'è, ma sarebbe opportuno allora puntare su un giovane che non può chiedere di giocare, ma che ogni tanto - specialmente in partite di basso cartello - ha l'opportunità di giocare quei 10-20 minuti, ma da nuova leva non avrebbe da obiettare, come Moise Kean nella Juventus, che non gioca e non sembra reclami (almeno per ora). Tutto questo ruota intorno al nome di Luciano Spalletti, perché è quello che decide chi e come mandare in campo una formazione; il modulo come sempre se vincente non si cambia, è la regola del calcio, ma come dicono molti quando c'è un intoppo bisognerebbe cambiare. Voi avete mai visto l'Inter cambiare modulo ogni volta che non fa i tre punti? Io no. Io vedo che l'Inter e i suoi tecnici da cinque anni a questa parte si affidano sempre e solo al 4-2-3-1, una fissa che non riescono a debellare, eppure in questi anni di 4-2-3-1 l'Inter non ha vinto nulla, quindi tanto vale cambiare, o no?

Lautaro Martinez sta studiando a fondo la situazione, visto che ad oggi le sue presenze in campo sono state quasi tutte da subentrante, e quello che si aspettava da quel gol all'Atletico Madrid era tutt'altro che vedersi in panchina a guardare Icardi segnare. Io credo che il suo percorso si possa classificare al pari di Ricky Alvarez, arrivato come un ottimo giocatore per poi perdersi nel tempo e ritrovarsi fino allo scorso anno a giocare con la Sampdoria, cosa che forse non si aspettava dalla chiamata dell'Inter in avanti. Spalletti sta forse perdendo tempo con questo ragazzo? Oppure a gennaio cercherà una nuova destinazione al "Toro"?