Serpenteschi, Biscione, Drago cinese: nel DNA nerazzurro vi sono i caratteri tipicamente rettiliani.
Facendo un parallelo tra calcio e zoologia, proprio come un rettile la squadra di mister Spalletti si nasconde, procede lenta, attende il momento giusto per attaccare.
Dal canto suo, la preda fraintende la fuga con la vittoria, la stazza con la forza. L'Inter viene definita brutta (questioni soggettive), poco spettacolare e fortunata, ignorando completamente le care vecchie analisi tattiche o una semplice lettura delle partite.
L'inter si nasconde, subisce il pressing, si chiude a spirale, non spreca il suo veleno in inutili attacchi; fiuta la preda, il suo sudore e le sue paure, lascia credere al suo avversario di aver trovato i punti deboli, di poter facilmente sferrare un colpo mortale. Le ultime partite sono state tutte diverse ma con un'idea di fondo simile e letale.
Contro una Sampdoria aggressiva e ben preparata l'Inter si presenta da subito pronta e grintosa, bisogna colpire subito non una ma più volte per assicurarsi la vittoria e restare vigili. Contro Atalanta e Cagliari, l'Inter assume i tratti del Drago, non cinese ma di Komodo, insegue la preda, la studia, inietta il suo veleno, la lascia sfogare e correre attendendo paziente il momento opportuno per affondare. Ecco, proprio come nelle isole abitate dal Drago, dove va in scena il film della vita selvaggia, dove i bufali forti e testardi scacciano i draghi a colpi di zoccoli e corna. Il bufalo corre, corre veloce sfuggendo al drago, lo guarda da lontano convinto di aver vinto. Il drago usa il suo fiuto per inseguire la preda per chilometri, con incedere compassato, convinto di trovare la preda in un affannoso galoppare.

L'inter ha fatto questo nelle ultime insidiose gare, non ha perso la testa, ha accettato i colpi senza mai perdere di vista il suo obiettivo. La squadra nerazzurra ha rispettato i propri avversari, ne ha capito la forza e cercato la debolezza.Quando guardate la squadra di Spalletti, pensate al drago, al drago dal goffo incedere e la calma olimpica di chi è conscio dei suoi limiti e delle sue armi.