"Chi non ha affrontato le avversità non conosce la propria forza", recitava così un antico proverbio, partorito da chissà quale mente antica, che decise di rimanere nell'anonimato, forse perché magari si rese conto che questa frase non era sua, ma apparteneva già dall'inizio dei secoli al miracolo della vita.
Essa assomiglia alla rappresentazione di un enorme circonferenza, con un punto che parte dal nulla e dal quale ha inizio la descrizione della traettoria, con un tragitto, che può avere un raggio diverso a seconda dell'individuo, che alla fine ritorna sempre alla postazione originale, scoprendosi cambiato, con un volto diverso.
Basti pensare a quelle enormi rocce sedimentarie che si mostrano così possenti e fiere nell'ambiente solitario in cui sono state inserite dalla natura, e si fanno forti al passaggio di chi le osserva, anche se  nella maggior parte dei casi questi non altri è che il fruscio del vento, con quest'ultimo però che ha un compito ben preciso, affidatogli dal tempo, di riportare quell'enorme macigno al punto di partenza.

Eh si, perché in origine queste non erano che piccoli granelli di sabbia, ai quali lo stesso tempo ha donato la vita, trasformandoli grazie agli agenti atmosferici, in enormi titani capaci di sfidare il cielo, con il dazio da pagare che nulla è eterno, ma come affermava il chimico-filosofo francese Antoine-Laurent de Lavoisier "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma".
Da qui uno sguardo alle nostre vite: ognuno di noi cambia, si ricrea con il trascorrere degli eventi, subisce l'incedere del tempo, come la nostra nazionale, sfrattata dall'olimpo del calcio, e ritrovatasi così sola, così lontana dal luogo in cui era abituata ormai da tempo a risiedere.

Anche il calcio fa parte dell'immenso miracolo della vita, perché riflettendoci prima di diventare un enorme via vai di denaro, era un semplice gioco, creato per divertirsi insieme, con l'unico scopo di arrivare stanchi la sera, con l'anima piena delle corse per quel prato verde.
Esso richiama ad un anello più piccolo incastonato a quella circonferenza che rappresenta la nostra vita, e come tutti gli anelli si chiude su se stesso. È nostro dovere perciò non arrenderci a questo disastro sportivo al quale i nostri occhi non devono di certo abituarsi, bensì bisogna trarne forza, perché come riportato in esordio le avversità sono come un insegnante severo, che apre alla conoscenza delle nostre capacità, magari nascoste nei meandri più profondi della nostra anima, ma insite in ognuno di noi.

In questa serata primaverile la nostra nazionale dovrà cambiare abito, vestirsi di un nuovo azzurro, carico di una positività, con il sapore di un ciclo nuovo, con il precedente anello da conservare con cura, perché la storia non va mai cancellata, ma custodita.

Si riparte da alcuni giovani molto promettenti come l'attaccante milanista Patrick Cutrone, un ragazzo classe 1998, appena ventenne, che ha già messo a segno 7 reti nel nostro campionato, trascinando il Milan verso la speranza di una qualificazione alla prossima UCL ancora possibile; così come dall'esperienza del leggendario Gigi Buffon, estremo difensore che porta con sé un enorme bagaglio di professionalità, che può trasformarsi in un tesoro per tutti i componenti della squadra, in ogni ruolo del campo.
Senza mai dimenticare l'enorme dolore causato dalla scomparsa di Davide Astori, numero 13 viola, divenuto capitano di tutti noi azzurri dentro, con quello sguardo incancellabile, che si trasfigura lassù nel cielo, incastonandosi alla perfezione nello spazio lasciato dalle nuvole, con la voglia di ricordarlo sempre come un grande campione, venuto a mancare davvero troppo presto.

Nella splendida cornice dell'Etihad stadium, impianto che ospita le gare interne del Manchester City, gli azzurri hanno affrontato l'Argentina di sua maestà Leo Messi, tenuto però in panchina dal tecnico Jorge Sampaoli, che non ha preferito tenerlo a riposo a causa di un affaticamento muscolare.
Il match è terminato sul 2-0 per la formazione albiceleste, con un'Italia ancora in convalescenza, che ha certamente pagato la differenza di tasso tecnico, rispetto agli avversari, creando però anche un paio di segnali confortanti, che fanno ben sperare al futuro. Le reti realizzate dall'Argentina portano i nomi di Ever Banega e Manuel Lanzinil'ex Intersembra essere rinato con il ritorno a Siviglia, ed oggi ha dato un'altra dimostrazione di quel grande talento, che la squadra nerazzurra non ha saputo aspettare, con una conclusione che ha sorpreso Buffon, dopo un meraviglioso uno due micidiale, con il compagno di reparto Lo Celso; diversa, ma non meno spettacolare la rete realizzata dal giocatore in forza al West Ham, che ha finalizzato un rapido contropiede sull'ottimo servizio del bianconero Gonzalo Higuain, mettendo un catenaccio sulla partita all'85 esimo, che gli azzurri non sono mai riusciti a mettere in discussione.

Non sarà di certo felice del punteggio il tecnico Di Biagio, ma è chiaro che la nostra nazionale avrà bisogno anche di tempo per rifarsi bella, riscoprendosi in una squadra in grado di creare un gioco fluido e organizzato, ma anche soprattutto di ripristinare gli equilibri tra i reparti, riuscendo a rimanere corta nei 90 minuti, senza lasciare troppo spazio alle scorribande avversarie. 

L'importante sarà avere coraggio e lottare insieme, perché i nostri limiti di oggi sono solo una via che unisce ciò che siamo da ciò che diventeremo, e questo dipende soltanto da noi.