Dopo aver  visto il goal di CR7 – alias l’extragalattico – che ha deciso Empoli-Juve, ho ripensato ai giudizi di molti addetti ai lavori che, in occasione del suo arrivo in Italia, avevano  espresso dubbi e perplessità sull’età e sulla sua tenuta atletica.
Lo stesso Luciano Moggi, nel corso di una trasmissione televisiva, aveva dichiarato che per un giocatore di 33 anni, e considerato il considerevole esborso economico, l’affare non lo avrebbe fatto.
Poi il lento ambientamento del Portoghese nella realtà del calcio italiano, avevano  incrementato e suffragato le perplessità, tanto che, da più parti, si è cominciato a parlare di parabola discendente, di via del tramonto e di vecchiaia vicina: sportiva s’intende.
Nel calcio e nello sport in generale, si tende sempre a mettere in evidenza l’età dei protagonisti – fa parte di una cultura  ormai consolidata che nasce dalla vita nomale. Anche nella nostra societa’ l’età rappresenta un parametro peculiare per descrivere  una persona.
E’ una sorta di convenzione sociale – tutti uguali – tutti allo stesso modo – tutti che invecchiano alla stessa età. E’ una società, la nostra, che non prevede il diverso, che non lo accetta. Poi chi se ne importa se Stanley Matthews, famoso baronetto inglese, ha giocato fino a 50 anni – se Totti si è ritirato alle soglie dei 40 anni – Barzagli a 37 anni gioca ancora nella Juve, e potrei continuare, perché l’elenco sarebbe lunghissimo.

Tutto questo per dire che non si tratta di matematica e che a 33 anni un calciatore può essere ancora nel pieno della sua maturità atletica – nel caso di CR7, poi, dalle notizie  che sono filtrate dall’ambiente Juve dopo gli esami  medici  sostenuti, è emerso un quadro clinico generale che in genere si riscontra in atleti di 20- 25 anni – insomma siamo di fronte ad una sorta di super atleta.

E i fatti lo stanno dimostrando: è l’unico giocatore ad aver disputato tutte le partite in cui è stata impegnata la Juve – senza mai essere stato sostituito. Soprattutto sotto l’aspetto aerobico, stupisce la sua freschezza atletica che emerge  proprio nella fase  terminale delle partite – lo stesso goal realizzato ad Empoli, nel finale della gara, ha evidenziato una facilità di corsa, una coordinazione e una potenza nel tiro davvero ragguardevoli – tutte qualità che sono figlie di una condizione atletica speciale.

Ci sono molti esempi di atleti super dotati, in tutti gli sport – basta pensare alla nostra Federica Pellegrini, che a 30 anni, continua a battere record  e ad essere competitiva in campo internazionale – in una disciplina come il nuoto dove in genere, dopo i 25 anni si comincia ad invecchiare.

Non siamo tutti uguali – per fortuna – è la natura:  che ci fa diversi.