6 Maggio 2015. Barcellona-Bayern Monaco. Semifinale di Champions League. Minuto 80. Filtrante di Rakitic, Boateng messo a sedere con una finta umiliante, tocco sotto al portiere più forte del mondo. In quel momento mi innamorai calcisticamente del Barcellona e della sua stella più splendente. Un giocatore arrivato in Spagna a soli 13 anni, che ha portato il Barcellona a vincere tutto e capace di conquistare 6 Palloni d'oro. Ma questi numeri non potranno mai neanche avvicinarsi a ciò che veramente Lionel Andrés Messi Cuccittini ha compiuto in diciassette anni all'ombra del Camp Nou. Diciassette anni fatti di trionfi e disfatte, di vittorie e sconfitte ma con un unico comun denominatore: non era possibile parlare della "Pulce" senza nominare il Barça e viceversa.

Ci sono due giocatori che reputo davvero i miei idoli: uno è Ricardo Kaká, l'altro è Lionel Messi. Questi due giocatori rappresentano secondo me l'essenza di questo sport: velocità, tecnica, spettacolo, quasi magia. L'addio di Kaká al mio Milan fu un colpo duro da digerire, e che forse tutt'ora non ho accettato. Cosi come non riesco ad accettare che la favola più bella di questo sport (assieme probabilmente a quella di Francesco Totti) possa finire così, senza che nemmeno i tifosi che lo hanno sostenuto per anni possano tributargli un'ultima ovazione. Questi due addii hanno una triste similitudine: in entrambi il dio Denaro ha spezzato la magia e il legame tra calciatore e club, tra calciatore e tifosi che in questi casi era un legame quasi inossidabile. Quasi, per l'appunto. 5 Agosto 2021. Messi lascia il Barcellona e con lui, secondo il mio parere, il romanticismo lascia definitivamente il calcio. Perché ormai il denaro ha contaminato questo sport, rendendolo viscido. Qualcuno dirà: "Tutta questa manfrina per uno stupido gioco". Io rispondo: "Magari". Magari questo sport che in tanti abbiamo imparato ad amare fosse ancora un semplice gioco. Fatto di valori, di bandiere, di emozioni, di bambini e ragazzi che giocano in strada sognando i propri idoli.

 Oggi più che mai credo che tutto ciò sia lontano e che difficilmente potrà tornare. In fondo lo sappiamo: nonostante tutto, nonostante i soldi comprino lealtà, promesse, rispetto e riconoscenza, noi rimarremo qui. Perché questo sport è qualcosa di cui non possiamo fare a meno, da cui non possiamo separarci. E quindi continueremo ad ammirarti Leo, ma con grande nostalgia per una favola senza lieto fine e per uno sport che non riconosciamo più.