Può un milanista commentare l'eliminazione della Juventus dalla Champions in modo razionale ed interessante?
Penso di sì, o almeno è quello che tento di fare, sicuro di infastidire gli juventini, anche se le mie parole fossero la "fotocopia" di quelle che i tifosi bianconeri stanno riversando sui media.

Precisiamo subito che la Champions è una competizione per Club, chi racconta la fiaba che bisogna tifare per le squadre italiane non ha nulla da condividere con il calcio. Più che logico quindi che oggi interisti e milanisti, così come molti altri sostenitori di formazioni che non siano la Bianco Nera di Torino, esibiscano il sorriso delle giornate migliori, non per festeggiare una propria vittoria, ma una sconfitta altrui. 
Un atteggiamento certamente poco sportivo e criticabile, ma che trova giustificazione in quel senso di ingiustizia sportiva, con cui, i non juventini, si sentono costantemente in credito. La Juventus, la squadra più forte e vincente in Italia, esce dalla competizione europea più importante agli ottavi. L'avversaria di turno, il Porto squadra portoghese, doveva essere superata di slancio e non essere certo un problema per i ragazzi di Mister Pirlo. Invece è successo ciò che i "Gufi" si auguravano e che gli Juventini pensavano quasi impossibile, un'altra eliminazione, ripetendo quella contro il Lione, di un anno fa, o contro l'Aiax, dei ragazzi, un anno prima. Allegri, Sarri, Pirlo: cambiano gli allenatori, ma non i risultati.

La Juve sbaglia, nel doppio confronto, tre tempi, su quattro. Viene punita più di quanto meritasse, non lesinando impegno e sudore per conquistare una vittoria che lo svantaggio iniziale aveva complicato, ma che un Chiesa, a livelli "mostruosi", aveva raddrizzato.
La Juve perde, potendosi appellare ugualmente a moltissime giustificazioni: l'arbitraggio, vergognoso fra andata e ritorno, le assenze, gli infortuni e quel pizzico di sfortuna che non rinuncia a mettere lo zampino. La Juve è eliminata, perchè la barriera si apre su un calcio di punizione, non per paura di essere colpiti dal pallone, ma per la superficialità con cui lo si reputa innocuo. Per quanto Mister Pirlo sia solo all'inizio della sua carriera, non è certo lui il responsabile di questa debacle sportiva. Sono altri che dovrebbero porsi delle domande, ad iniziare da Paratici e da una campagna acquisti non sufficiente per competere con i Top Club europei, fra i quali certamente non è annoverato il Porto, ma ugualmente ostacolo insormontabile. Morata non è Suarez, si divora due nitide occasioni da gol a dimostrazione che Simeone, allenatore dell'Atletico Madrid, ha fatto la scelta giusta. Il centrocampo è l'ombra di quello proposto in anni passati e se anche CR7 "stecca" sovrastato da un talento italiano, Chiesa, forse è giunto il tempo di farsi delle domande. Perché la Juve non vince in Europa? Da milanista ho sempre pensato che le troppe vittorie in Italia, una superiorità quasi schiacciante, ne limiti "voglia e fame" a livello internazionale. Tutto sempre in discesa che alla prima salita, ci si impianta. Forse mi sbaglierò eppure anche la storia recente è allineata a questa mia considerazione. Due finali, perse, quando la squadra, almeno sulla carta era meno forte, non dico dell'attuale, ma di quella dell'anno scorso. Mentre con l'arrivo di Ronaldo e altri Top player si è perso con avversari più deboli.

No amici juventini, non riderò della vostra eliminazione, c'è sempre un Davide che batte Golia, e la vostra squadra sarà sempre destinata a vestire i panni della favorita, cosa per altro ben più piacevole che restare a guardare come successo a Noi, per molti anni, ma non chiedetemi di piangere per le vostre disavventure, perché, anche se lo facessi, sarebbero le più classiche lacrime da coccodrillo.