Quasi 100 giorni di nulla cosmico. Parole, accuse, liti e confronti accesi hanno finalmente lasciato posto a due giorni di calcio giocato. Grazie al cielo, verrebbe da dire, perché pubblico o no, spettacolo o meno, la grottesca e paurosa commedia inscenata negli ultimi due mesi sulle modalità di ripartenza, aveva tolto entusiasmo perfino a chi come noi ama il calcio. Juve, Milan, Napoli e Inter hanno aperto le danze nel silenzio che la Bundesliga ci ha insegnato a rispettare. Non ci sono tifosi, ed è vero che il calcio perde fascino e non vede l’ora di riacquistarlo, ma le assenze sugli spalti sono la conseguenza di qualcosa di più grande di noi. Loro prendono tutte un bel 7 pieno perché al netto delle difficoltà fisiche ci hanno fatto vedere il calcio. E allora impariamo a goderci i piccoli traguardi senza forzare la mano. La memoria dovrebbe ricordarci che in tre mesi di panico e paura, abbiamo dato ascolto anche a chi proprio col calcio c’entra poco, pur di regalarci la parvenza che qualcosa era pronta a muoversi. In molti però hanno già dimenticato. La storia dei tamponi a Brescia è qualcosa così lontano dalla grazia divina da far impallidire e rabbrividire. Balotelli fatto fuori, dal Brescia e un po’ da se stesso, e anche fisicamente lasciato fuori dai cancelli, è una scelta poco saggia, perché crea scalpore ed esclusione in un momento in cui avremmo bisogno di essere tutti più squadra. Ne viene fuori una battaglia mediatica forse sopportabile, non quando si tirano in ballo i tamponi. Raiola ha dichiarato che al Brescia e al suo assistito non sono stati eseguiti i controlli come da protocollo. Voto 3 perché sembra impossibile all’opinione pubblica, e ancor di più perché se fosse vero non sarebbe una cosa da dare in pasto alla stampa ma da denuncia. Immediata. Il Brescia non ha gestito bene la questione Balotelli, voto 4, ma ha subito dato mandato ai legali per procedere contro le dichiarazioni di Raiola. Voto 8 al club. La media è un 6, ma l’inferno che ha sconvolto la Lombardia fino a qualche settimana fa tutto lasciava presagire tranne che uno scandalo legato a tamponi e calcio. Da oscurare e condannare. Menomale che c’è Gattuso verrebbe da dire. Il suo Napoli nel momento più difficile tira fuori l’orgoglio, rimonta e strappa il pass per la finale. Il tecnico festeggia in silenzio, piange e ritrova un timido sorriso in uno dei momenti più bui per lui e la famiglia. Lo fa con dignità, senza proclami, chiuso in se stesso. Voto 10 pieno all’uomo e al tecnico, e voto 10 anche a Mertens che rinnova e diventa il miglior marcatore della storia del Napoli. Un 8 pieno ad Ospina. Se il calcio è metafora della vita, il suo errore e la sua reazione sono d’esempio in questa fase. Il calcio era però già ripartito con la diretta Rai che si perde quasi per intero il suggestivo momento di ricordo per le vittime del Covid, voto 4. Poi una Juve battagliera e una partita che poteva essere molto più interessante. A cambiarle il volto il colpo di “Karate Kid” Rebic, che dopo 3 mesi senza calcio si guadagna altri 75 minuti da spettatore, voto 4 anche per lui, non un esempio di tempismo. Altro tormentone del lockdown e altro voto basso. Questa volta è per Pjanic che è stato il primo a rientrare dall’estero in casa Juve e il primo ad essere sostituito. Un bel 5 anche per lui, che come Lautaro Martinez, altro 5, sembra essere già con la testa sulle Ramblas. Intanto a Roma proseguono le voci. Pallotta senza voto e senza volto, perché a Roma non si vede da anni, pare abbia litigato con Petrachi. A lui un 8 per la schiettezza che lo contraddistingue e perché fare un mercato in difesa dei propri gioielli con un buco così grosso in bilancio è impresa da titani. Un buon inizio quindi, almeno capace di dare tanti spunti a chi era in astinenza. Adesso la finale di Coppa e in mezzo un po’ di mercato. Speriamo che fra tamponi, bilanci e chiacchiere da bar, si possa tornare a parlare di trofei in bacheca ed esempi da seguire. Ricordate che lo sport di base è ancora in letargo. Ai bimbi non resta che guardare voi attori di un calcio che ci piacerebbe più pulito e meno impazzito.