I fatti sono tristemente noti. Durante la partita della Ligue 1, prima di campionato giocata allo stadio Allianz Riviera di Nizza, i tifosi più agguerriti (anche se "agguerriti" non è il termine migliore per descriverli) hanno continuato un tifo ostile nei confronti dei giocatori dell'OM con numerosi lanci di bottigliette di plastica, soprattutto quando si avvicinavano per calciare un corner.
All'ennesima di queste provocazioni Payet ha deciso di rispedire al mittente, prima una, poi una serie di queste bottigliette, esacerbando gli animi tanto che, nel giro di pochi secondi, si è arrivati alla caccia all'uomo con i tifosi che hanno invaso il campo.
Il parapiglia, condito da calci e pugni, si è protratto per un po' e ha coinvolto anche numerosi dirigenti di entrambe le squadre.
La situazione si è risolta con la partita sospesa e, dopo un'ora e mezza, quando l'arbitro voleva farla riprendere, la società dell'Olimpique Marsiglia non ha fatto scendere in campo i suoi giocatori.

La vicenda porta con sé una serie di riflessioni. 
I tifosi, per la prima volta dopo questo terribile anno e mezzo, sono ritornati sugli spalti. Questo anno e mezzo sembra abbia regalato un'amnesia generale del motivo per cui si va ad uno stadio: per sostenere e tifare la propria squadra. Invece ci ha restituito un'altra motivazione generale: odiare i giocatori dell'altra squadra e cercare il male fisico per questi contendenti.
Per carità, anche prima del Covid-19 e anche al di fuori dell'Allianz Riviera si erano già manifestati episodi di intolleranza, razzismo, odio e spirito assolutamente antisportivo. Ma alla prima occasione in cui si può andare allo stadio mi sembra un po' fuori luogo e fuori schema.

I calciatori, Payet in testa, non possono dare adito ad atteggiamenti anti sportivi. Sono professionisti ben pagati che devono mantenere un comportamento serio anche sotto pressione. Anche per loro era la prima occasione "con il pubblico" dopo tanto tempo... ma non è una ragione buona per perdere la testa e reagire come un bambino.
I dirigenti che hanno regalato turpi comportamenti dovrebbero essere consapevoli che le loro responsabilità sono ancora maggiori, perchè responsabili diretti della squadra.
Sulle responsabilità di questa vicenda potremmo ancora andare avanti: stadio, polizia fino ad arrivare alla società.

Ma adesso che cosa succederà?
Per la giustizia sportiva, con tutta probabilità, sarà partita persa a tavolino per tutti e due i club (il Nizza per responsabilità oggettiva ed il Marsiglia per non aver ripreso la partita). Facilmente lo stadio sarà chiuso al pubblico per un paio di gare con relativa multa per il Nizza.
Quindi questa vicenda lascia tanti vinti e nessun vincitore.
Le squadre perdono, indipendentemente dalle diverse responsabilità di giocatori e dirigenti.
I tifosi perdono, indipendentemente da chi ha manifestato odio e chi no (penso alla festa rovinata a tanti bambini che, magari per la prima volta nella loro vita, volevano gioire di questa partita).
Il calcio perde dando una percezione di uno sport violento ed antisportivo.
La Francia, come nazione, perde, esportando l'idea contorta che tutti i tifosi sono "cattivi".

Io devo dirla tutta: sono stufo di questa giustizia sommaria per manifesta incapacità di essere efficaci. Chi ha sbagliato, sul campo e fuori dal campo deve pagare, non chi si è messo ai margini e ha deprecato ciò che è accaduto. Abbiamo bisogno che gli stadi ritornino ad essere luoghi belli, puliti e adatti alla gioia delle famiglie.