A Daniè, che hai combinato?

La vena è scoppiata ancora: a Genova come a Roma e come in Germania, come sempre.
Adoro quest'uomo, lo amo a tal punto da giustificare i suoi gesti. Lo amo, perché più di tutti si immola al "romanismo"più becero e cialtrone. Perché non c'è gusto se non ti fai male, da solo, non saresti romanista.
Lo amo perché non sceglie, tra un Lapadula qualsiasi o un Cristiano Ronaldo, tra un paracarro ed un etereo ballerino. Lui le dà, a tutti, a se stesso, rimanendo in piedi. E tutti, quasi tutti stramazzano, lui no e non perché le dà e le prende, Lucifero tra i dannati e arcangelo tra i cherubini.

Lo stesso uomo, capitano che chiede scusa all'arbitro dopo un gol segnato di mano, badate non rilevato. Lo stesso uomo, capitano che si scusa con gli svedesi per i fischi al loro inno in quel di San Siro nella squallida esibizione dei compari di Tavecchio e Ventura.
Lo stesso uomo che stende Il Lapadula di turno schiaffeggiandolo per la sua insipienza calcistica, quasi a dirle" lascia perde nun è pe te".

Un Giano, da una parte i riccioli biondi, dall'altra una vena turgida pronta ad esplodere. Un veicolo di "romanismo" ineccepibile, non scontato, purpureo. Lo amo questo capitano forse più del "Capitano" si, anche per la sua rozzezza vichinga e per la foga belluina dei suoi gomiti.
Non sarà un mezzo giocatore qualunque, caduto per chissà quale bordata sparata, a farmi perdere Daniele... sì ma che hai combinato Daniè!