La dantesca Inter comincia a rivedere le stelle nel vero senso della parola. L’affermazione lanciata dal sommo poeta nella Divina Commedia si stacca per un paio di giorni dall’Italia e vola in Inghilterra, patria del football classico e terra dei campioni, quelli che sognano la gloria sentendo i cori dei tifosi e osservando la magia di un territorio troppo diverso dalla nostra patria; inizia il countdown, la lunga attesa e la contemplazione del tempo, che fa sudare sulla fronte perché i tempi in casa Inter sono cambiati e la qualificazione agli ottavi di Champions è determinante per le casse di un club in uscita dall’opprimente pressione del Fair Play Finanziario. 

A differenza di Dante, che veniva aiutato da Virgilio a trovare la “retta via”, Spalletti e soci sanno benissimo quale sarà il luogo della verità e l’arena che emetterà una sentenza, forse definitiva, sulla mentalità della squadra. Si chiama Wembley, lo stadio del calcio e il luogo dove ogni bambino sogna di poter giocare. Un tempio che ha visto tante battaglie e che ritrova un’Inter non più abituata a certe platee, ma la ricompensa ottenuta in casa della Lazio lo scorso 20 maggio non ammette paure o notti turbolente, indica la via per tornare grandi. E allora coraggio, c’è da combattere.

Ma per lottare e restare in piedi c’è bisogno anche di “virtute e conoscenza” ed è bene sapere cosa dovranno aspettarsi i ragazzi che scenderanno in campo. Subentrerà la cultura e l’aria britannica, quella che non lascia scampo a nessuno se non hai fiducia in te stesso e se non tiri fuori gli artigli. Il Tottenham è reduce da una straordinaria vittoria casalinga contro il Chelsea di Maurizio Sarri, che ha patito non poco la condizione fisica degli Spurs; una sfida che si è decisa nei primi 20 minuti, ricchi di grinta spaziale e di carattere, quelle caratteristiche che a Bergamo sono mancate all’Inter. In Inghilterra si seguono le regole del “take away” , letteralmente prendi e porta via. Si, perché le squadre inglesi non prendono neanche in considerazione il possesso palla fine a se stesso, ma giocano in profondità per aizzare la folla e dominare sull’arma casalinga: la fisicità.

E per parlare degli Spurs c’è da considerare la filosofia calcistica di Pochettino, caratterizzata da scambi rapidi e attacco alla profondità. Il pericolo numero 1 sarà Kane, ma attenzione ai tiri beffardi di Eriksen e all’impostazione di Dier, puro mediano di rottura davanti alla difesa. Insomma, i pericoli arriveranno e l’Inter per uscire indenne avrà bisogno delle prodezze di Handanovic, ma soprattutto della prontezza in fase di attacco. Si, perché il Tottenham crea molto, ma fatica a difendere. Si è visto anche all’andata, quando gli uomini di Pochettino una volta subito il gol di Icardi, hanno rivisto gli spettri del passato e hanno perso la partita in 5 minuti.

Spalletti, dall’alto della sua esperienza sa che l’approccio iniziale sarà determinante per portare a casa un risultato positivo. Le regole del Tempio sono fissate su un muro indistruttibile e anche se il Tottenham non giocherà nella sua vera casa, domani sera i cori saliranno, il volume romperà le casse e la pressione si percepirà per ogni centimetro d’erba. L’Inter è tenuta a dimostrare il suo valore e tra mille difficoltà dovrà tornare a vedere le stelle che contano, quelle degli ottavi di finali. Ma prima c’è da conquistare il Tempio. Welcome to football, welcome to England.