Il tifoso milanista, in questo momento, è triste, arrabbiato e, soprattutto, stanco. Stanco di vedere ennesimi cambiamenti in dirigenza, stanco di perdere, ancora una volta, coloro che per questi colori hanno dato l'anima, stanco che, dopo tanti anni zero, ancora si sia al punto di partenza. Siamo stanchi. Ibra, Rebic, Pioli ci avevano dato una scossa di energia, una scintilla per la nostra ardente passione rossonera. Ma a quanto pare questa scintilla è destinata a rimanere sola, non verrà seguita da altre. Solo una vittoria della Coppa Italia potrebbe alimentare questo fuoco ma già solo un raggiungimento della finale sembra essere cosa utopica.

In questi ultimi anni una cosa è stata costante, oltre ai risultati mediocri della squadra: la dimostrazione d'amore dei tifosi al Milan. San Siro spesso pieno, Ibra accolto da masse di persone, campagne abbonamenti con numeri alti, se paragonati ai risultati ottenuti sul campo da gioco. Il Diavolo è sempre stato amato e sostenuto incondizionatamente dai propri tifosi. Tutto il resto è invece stato incostante, basta guardare i nomi che hanno composto l'assetto dirigenziale rossonero negli ultimi quattro anni. Una giostra impazzita di persone e di proclami che sono finiti nel vuoto. E allora via, ripartiamo, rifondiamo, rifacciamo, ma il tifoso rossonero non ne può più. Perché i risultati stavano piano piano arrivando, la squadra iniziava a produrre gioco, Ibra sembrava aver dato la giusta direzione da prendere.
Ma tutto questo non andava bene. Non a Gazidis, non a Eliott che hanno deciso: si riparte da capo. Ancora. Ma questa volta è diverso. Perché questa volta non c'è più nessuno che conosciamo in dirigenza.
Perché non ci sarà più Paolo che con il Milan ha giocato più di 900 partite. Non c'è più Zvonimir che con il Milan ha vinto di tutto. Non c'è più neanche Gennaro che per il Milan sarebbe morto. Non c'è più nessuno. Tutti sono stati cacciati. E se questa volta sono stati cacciati quando le cose stavano iniziando ad andare bene, il tifoso milanista non può essere altro che triste, arrabbiato e stanco.