Nel contesto spettrale del calcio al tempo del Covid-19, la Juventus raggiunge la sua dicianovessima finale di Coppa Italia pareggiando senza reti con il Milan in casa. Da sottolineare la prestazione di Rodrigo Bentancur, ormai perno centrale del centrocampo bianconero indipendentemente dalle mansioni connesse alla specificità del ruolo. Bentancur si configura come l'ingranaggio in grado di garantire la sostenibilità dell'impianto della squadra di Sarri; per "sostenibilità" s'intende la capacità delle variabili di un sistema di garantire la riproducibilità e la replicabilità delle condizioni del sistema stesso. Bentancur rappresenta la struttura portante in grado di abilitare le potenzialità dell'organizzazione tattica della Juventus; egli è il tronco rigido in grado di sostenere i rami dando vita alle foglie dell'albero bianconero. La semifinale di Tim Cup si presenta come il testo empirico dove riscontrare l'importanza fondamentale dell'uruguaiano.

Il primo temo di Bentancur: mezz'ala di possesso e portatore del pressing
Sarri, al di là delle speculazioni giornalistiche, propone una Juventus "inedita" per la semifinale di ritorno della Coppa Italia; Pjanic e Danilo riprendono le posizioni da regista e da terzino destro e sopratutto Ronaldo gioca da centravanti per la seconda volta in maglia bianconera (La prima risale all'esordio di Cristiano in Chievo-Juventus del 18 agosto del 2018 nel 4-2-3-1 di Allegri) con Douglas Costa a sinistra e Dybala a destra , pronti ad intercambiarsi. Bentancur ricomincia nel ruolo di mezz'ala collaborando con Danilo e Dybala sul centro destra della zona d'attacco della Juventus. I primi 25 minuti sintetizzano l'dealtipo del calcio di Sarri basato sulla trasmissione della palla ad un tocco, funzionale nell'innescare l'imprevedibilità calcistica di Douglas Costa e l'estro di Paulo Dybala. In fase di possesso Bentancur si adegua perfettamente ai movimenti della Joya argentina: quando Dybala rimane largo sulla destra, il centrocampista uruguaiano si accentra giocando a "muro" con Pjanic per poi trasmettere la sfera verso Douglas; quando Dybala si accentra, Bentancur si propone sull'esterno destro in combinazione con Danilo dove arriva anche al cross seppur con poca precisione. In fase offensiva Bentancur si propone come nodo della rete di passaggi in grado d'innescare gli attacanti bianconeri conformandosi con le mansioni di Matuidi, ovvero a quest'ultimo spetta di attacare l'area avversaria generando un tiro in porta al volo su assist di Danilo. L'importanza di Bentancur si nota ancor di più in fase di non possesso; egli con la sua padronanza fisica riesce a portare il pressing alto,anche qui in collaborazione con Danilo, sistematicamente su Bonaventura. Quano poi il Milan riesce a superare il primo pressing bianconero, Bentancur è protagonista di un recupero nella propria metà-campo (ancora su Bonaventura) generando una ripartenza dove in conduzione serve Ronaldo ma il fuoriclasse portoghese ciabatta la conclusione alla sinistra di Donnarumma. 

Il secondo tempo di Bentancur: regista e distribuzione della palla
Nel secondo tempo, la Juventus si presenta meno lucida rispetto alla prima frazione di gara ma Bentancur è sempre pronto a suonare l'assalto delle truppe mediante il pressing sul mediano avversario. Il Milan, rimasto in dieci dall'intervento sciagurato di Rebic nel primo tempo, si riorganizza in 4-4-1 scolastico dove il riferimento di Bentancur diventa Bennacer portando l'algerino alla perdita di palloni pericolosi davanti l'area di rigore del Milan (uno di questi favorisce Cristiano Ronaldo che innesca Dybala in un tiro poi respinto dall'ottimo Kjaer). Sarri si lascia prendere dall'entusiamo del "nuovo" e decide di effettuare tre cambi in un colpo solo: entrano Khedira, Bernardeschi e Rabiot per Pjanic, Douglas Costa e Matuidi. Con il centrocampista tedesco nel ruolo di mezz'ala destra, Bentancur diviene il regista della Juve al 62' del secondo tempo. Da questo punto in poi il Milan si alza e Bennaccer, non più afflitto dai "morsi" del centrocampista uruguaiano, comincia a smistare la palla e a far prendere campo al Milan. La Juventus perde le distanze perchè con le mezz'ali non riesce più ad accorciare sui centrocampisti rossoneri e favorire una risalita della squadra nella metà campo avversaria. In questo modo il Milan riesce ad innescare Leao sul centro sinistra che palla al piede tende a creare presupposti di superiorità puntando la difesa bianconera e, dialogando con Kessie, ad entrare in aera di rigore ma trovando un Bonucci molto attento nell'evitare pericoli. Bentancur, nella posizione di regista, non apporta più un pressing sistemico sull'avversario di riferimento ma diventa uno schermo protettivo in grado di aiutare i centrali nel limitare le percussioni di Leao; in fase di possesso egli diventa il vettore in grado di disegnare le traiettorie di passaggio in relazione al posizionamento degli esterni; nella fase finale della gara, Dybala inizia l'azione decentrato sulla destra nella metà campo bianconera servendo proprio Bentancur che avanza palla al piede per poi lanciare Bernardeschi nello spazio aperto lasciato da Conti. Con Bentancur regista la Juventus perde in fase di pressing offensivo ma guadagna un gioco sul "lungo" in quel momento funzionale negli spazi aperti lasciati da Conti ma sprecati da Bernardeschi. 

Il centrocampista uruguaiano è il pilastro fondamentale del palazzo tattico della Juventus di Sarri, giocando da mezz'ala la squadra guadagna tanto in fase di recupero della palla perdendo però inserimenti in area di rigore; allo stesso tempo, interpretando il ruolo da regista le traiettorie di passaggio risultano essere complementari ad una diffusione verticale della palla favorendo la  transizione della sfera gli uomini di maggior qualità, ma perdendo la supremazia fisica nel pressing offensivo. La duttilità tattica di Bentancur non è un virtuosismo stilistico dell'allenatore, ma l'evidenza empirica della centralità del giocatore nel centrocampo bianconero, presupponendo eventuali costi e benefici da suddividere con le caratteristiche degli altri centrocampisti.