In questo periodo è di scena la questione, con relative ed inevitabili polemiche a vari livelli, del “teppismo verbale” negli stadi. A causa di persone che magari non si spingono oltre, come fanno altri che passano volentieri anche alla violenza fisica pur di scatenare la propria indole rabbiosa, ma che usano comunque il tifo sportivo per sfogare i propri istinti e non trovano di meglio che insultare arbitri, giocatori (meglio se di pelle e/o etnia diversa), tifosi avversari e magari anche madri, sorelle e fidanzate di questi! Insomma tutta la gamma possibile, basta che rientri nell’immaginario “collettivo”.

La polizia dovrebbe disseminare telecamere e agenti per cogliere sul fatto i colpevoli?

La lega dovrebbe prendere decisioni difficili come multare società sportive, fermare partite e campionati?

Le squadre dovrebbero abbandonare autonomamente il campo per dare finalmente una dimostrazione forte?

Tutte soluzioni in un certo senso plausibili ma poco attuabili e fondamentalmente illogiche.

Il tifoso “estremista avrebbe un’arma in più per danneggiare il sistema, pensiamo per esempio a quelle frange che per varie ragioni remano contro la società per cui tifano o semplicemente “non gliene importa niente, visto che tutto sommato non sono veri tifosi”.

A farne le spese però sarebbe il mondo del calcio e i veri appassionati, quelli che normalmente sacrificano tempo e soldi per seguire in modo sano la propria passione sportiva.

Allora sarebbe bello se la soluzione potesse essere un’altra anche se probabilmente troppo romantica e quindi utopistica. Nello stadio ci sono spesso migliaia e migliaia di persone, penso che gli stupidi, perché è di questo che si tratta, nient’altro che di stupidità, ignoranza e maleducazione, siano in grande minoranza. Quando gli ululati e gli improperi iniziano, magari verso il giocatore di colore di turno, bella l’immagine di tutti gli altri spettatori e dico tutti, quindi di tutte e due le fazioni, che invece li contrastano con un grande applauso. Sicuramente prenderebbe il sopravvento sui fischi e chissà che i meschini a quel punto non capiscano che lo stadio e lo sport non sono ne “con” ne “per” loro.

Insomma perché la brava gente una volta tanto non potrebbe provare da sola a dare un grande contributo ed un messaggio importante? Come per altri problemi ancora più seri della vita si potrebbe provare a vincere l’indifferenza e la sensazione di impotenza che spesso ci attanaglia. Si potrebbe ottenere quello che certe volte anche le leggi non permettono.