Il 22 novembre scorso ho scritto un articolo dal titolo "L'illusione del VAR", con il quale ritenevo fondamentale l'introduzione della tecnologia sui campi di gioco, ma allo stesso tempo ritenevo sbagliato far decidere gli arbitri sul come e quando intervenire. Dicevo che gli arbitri sono preposti a far rispettare le regole e non capivo, o almeno facevo finta di non capire, il motivo per il quale sono sempre gli arbitri a dover decidere, sono sempre loro a dover (o meglio a voler) tenere il cosiddetto "pallino" in mano. In alternativa proponevo di far decidere agli allenatori delle singole squadre quando richiedere l'intervento delle immagini. In particolare auspicavo che in ogni partita, si potessero dare 5 o 6 chance a ciascun allenatore (un po' come le sostituzioni) per poter richiedere l'intervento del/della VAR. Chiudevo l'articolo insinuando, con non poca malizia, che gli arbitri e i parrucconi del calcio vogliono decidere sempre loro sul come indirizzare le partite.

Ebbene, stasera, dopo aver visto l'Inter letteralmente rapinare la vittoria a Cagliari, mi sento di poter affermare con ragionevole certezza che il palazzo intende indirizzare i campionati. Ecco spiegato il motivo per il quale il/la VAR rappresenta il contentino che ci è stato dato per prenderci per i fondelli.

Se così non fosse, il terzo gol dell'Inter, palesemente viziato da un fallo di Perisic sul portiere cagliaritano, tra l'altro segnato in un momento favorevole per la squadra isolana, che stava mettendo alle corde gli ambrosiani per cercare il pareggio, sarebbe stato annullato senza appello. Solo un cieco o un arbitro in mala fede non avrebbe potuto vedere ciò che tutti hanno visto, cioè un fallo grosso come una casa su Rafael.

Ancora una volta, come era già successo contro la Roma (ricordate il fallo netto su Perotti?), si è voluto palesemente aiutare la squadra di Spalletti. Il palazzo vuole l'Inter in Champions League, magari sperando in qualcosa di più ai danni del Napoli? Vedremo!

Per il momento: la solita Inter brutta e... "fortunata", per così dire.