Sospendo un momento la mia revisione sui campionati del mondo per tornare ad occuparmi dei temi sociali e politici che stanno interessando il nostro vivere quotidiano.
L'annuncio verso la fine dell'anno scorso della possibilità di usufruire dei vaccini per la lotta al covid aveva creato nuove speranze e prospettive future ottimistiche. L'arrivo delle dosi ci avrebbe dovuto consentire di ritornare alla vita normale, di non dovere più contare morti, e di potere presto abbracciare tutte le persone che normalmente vogliamo abbracciare. 

Con l'inizio dell'anno nuovo sarebbe dovuto partire il piano vaccinale, disposto dalle autorità delegate allo sviluppo di tale piano, e si aspettava con ansia l'arrivo dei vaccini. Ma le dosi necessarie tardavano, anche se si procedeva con quello che arrivava, davvero molto poco. Presto il sospetto che le case farmaceutiche, dette Big pharma, non avessero  la capacità di soddisfare il mercato mondiale si fece largo nei pensieri di tutti. Però, nel frattempo, vedevamo che nazioni come Stati Uniti, Israele e Regno Unito, viaggiavano spedite nella somministrazione dei vaccini. Allora come mai un tale sbilanciamento nell'offerta o meglio nella distribuzione dei prodotti richiesti? 

La risposta fu che tali Stati, avevano predisposto prima l'autorizzazione degli Enti vigilanti sulla farmacologia, superando sul tempo l'Unione Europea nell'acquisizione dei permessi, giustificando quindi una precedenza sulle forniture. Nel caso di Israele, si disse anche che il Governo aveva prestato un servizio di sperimentazioni sulla popolazione, accelerando la riuscita delle fasi di dosaggio e controllo dei risultati. E tutto questo, rinunciando a consensi informati, o richiami alla Privacy, dei cittadini. Un esperimento in larga scala sul campo. Il compimento di tale strategia, ha consentito agli  sperimentatori di ottenere molte informazioni utili sulle dinamiche dei dosaggi e delle eventuali controindicazioni derivanti dall'uso dei vaccini. Nel frattempo, molte persone avevano così iniziato il piano di vaccinazione, guadagnando tempo.

Ma altre notizie erano arrivate nel frattempo, che ad esempio, il Governo Israeliano, attingendo alle casse per le spese di guerra (E Israele è in guerra perenne), avrebbe pagato i vaccini anche tre volte il valore concordato dall'Unione Europea. Che queste Big pharma, hanno stabilimenti che producono la maggior parte dei farmaci nel Regno Unito, e negli Stati Uniti. E questo ha fatto scattare le antenne, e quindi pensare che oltre alla guerra contro il virus, ci fosse anche la guerra commerciale per l'accaparramento delle dosi necessarie ad ogni nazione per uscire prima dalla pandemia, e da qui  trarre un vantaggio economico, potendo riaprire con anticipo le attività commerciali e incoraggiare il movimento di merci e di persone anche oltre frontiera. 

Il Regno Unito ha anche percorso una strada nuova, ha infatti proceduto alla inoculazione della prima dose in larga scala, procedendo solo in una fase più lontana al richiamo della seconda. E pare che la scelta stia pagando, anche perchè già al primo vaccino si acquisisce l'immunità  e la resistenza alla malattia, sviluppando anche la possibilità di non infettare altri soggetti. Resta comunque la questione che, Astra-Zeneca, il vaccino prodotto in Inghilterra e Svezia, sia stato distribuito copiosamente nel regno di Albione, mentre in Europa arriva con il contagocce. 

Ma non tutte le aziende Astra-Zeneca sono in Inghilterra, alcune sono in Italia ed in altri paesi Europei, e quindi con l'individuazione degli stabilimenti, e delle dosi prodotte da questi ultimi, si è potuto esercitare il diritto di sequestro degli ordini extraeuropei, bloccando ad esempio l'invio in Nuova Zelanda di di 250.000 dosi di vaccino,  consegnate agli organi  dell'Unione Europea, a parziale recupero di forniture non onorate, grazie alla tempestiva azione del Presidente Draghi. E' recente  la notizia che dallo stabilimento di Anagni (celebre per il famoso schiaffo ad un pontefice nel medioevo) sono state bloccate 29 milioni di dosi, dirette in Belgio, paese dell'Unione, ma proprio per questo possibile via di transito per altre destinazioni poco chiare. I due terzi del carico, sono stati messi a disposizione dell'Unione Europea. In questi giorni si tiene la videoconferenza dei paesi Europei, alla quale parteciperà Draghi, con Biden ospite d'onore, dove i problemi saranno messi sul tavolo.

Discorso a parte merita l'efficienza interna dell'apparato Italiano. Il Governo ha richiamato le regioni ad una maggiore solerzia, eliminando intoppi e difficoltà verificatesi  nella prenotazione e nella distribuzione dei vaccini. Il caso Lombardia è emblematico. La regione che si vanta di essere la più efficiente d'Italia, sta annaspando nel caos, e dopo avere cambiato l'assessore Gallera con la Moratti, ed avere preteso un proprio responsabile per la logistica, Bertolaso, deve fare i conti con una situazione imbarazzante, che coinvolge anche i leader nazionali Leghisti, come Salvini, che si gioca molto, nel caso tra un paio d'anni la regione passasse alla sinistra. E pare che si stiano dando da fare perchè accada, infatti gli scontri sono in atto dentro la stessa maggioranza, dove solo chi è della Lega pare non paghi per gli errori, mentre esponenti di Forza Italia, vengono sollecitati a dare le dimissioni. Come è capitato con Aria, la soietà che si occupa della gestione delle prenotazioni e della logistica della sanità in Lombardia. Oggi comunque il CDA si è dimesso, togliendo di impiccio il presidente Fontana, già indebolito dai fatti legati alla fornitura dei  camici, a favore dell'azienda del cognato. 

Qualcuno ha invocato la possibilità che l'organizzazione venga centralizzata nelle mani del Generale Figliuolo, ma diventa ancora più difficile potere seguire tutti i cittadini italiani con un 'attività accentrata in un unico organismo. Sarebbe meglio, come già accade in altre regioni più virtuose, che l'organizzazione migliori e si faccia tesoro delle esperienze negative patite sul campo. Il Governo si è dato l'obbiettivo di vaccinare almeno cinquecentomila persone al giorno, e se è il caso, vaccinando anche di notte. Ma i vaccinatori ci sono, mancano le dosi, e bisogna quindi sollecitare le grandi aziende farmaceutiche al rispetto degli impegni sottoscritti, minacciandole  di ritorsioni e provvedimenti commerciali restrittivi nei confronti dei paesi produttori che non consentono l'esportazione delle partite promesse, ad esempio il Regno Unito, che già con la Brexit deve fare i conti con problemi nati con il distacco dall'Unione Europea. 

Da più parti, però, sembra profilarsi un leggero pessimismo verso il Governo Draghi, rilevando molte analogie con il Governo Conte. Intanto, la pandemia non scende di intensità, i soldi dello scostamento di biancio, a causa della caduta del suddetto Governo, non sono ancora stati distribuiti, e le somme in  distribuzione, sembrano addirittura meno generose di quelle riscosse l'anno precedente. I colori permangono, anzi si "arrossano" anche di più. E la sensazione, è che chi criticava, ed oggi è al Governo, si ritrova a fare le stesse cose di prima, rilevando che governare e cercare di risolvere i problemi è più difficile che fare opposizione e lamentarsi del lavoro degli altri. Ma c'è anche chi, pur essendo al Governo, si comporta come se fosse ancora all'opposizione, criticando senza cognizione di causa chi lavora per il  bene comune, e non si mette a fare campagna elettorale.  
La nostra salvezza oggi si concentra, oltre che ai vaccini, alle nuove cure che l'Ospedale Spallanzani ed altri centri internazionali stanno per arrivare alla sperimentazione definitiva, che permetterà cure veloci e definitive contro il virus, oltre agli anticorpi monoclonali, che sembrano dare buone speranze.
Speriamo in bene.