Solo quando l'arbitro Guida al minuto 96' ha portato il fischietto alla bocca, emettendo il triplice fischio finale sulla partita Milan Verona, mi sono dovuto arrendere alla amara realtà. 

Venti occasioni da gol, un rigore sbagliato, con pallone calciato al terzo anello, due gol annullati (giustamente), ma per millimetri, quando ultimamente la VAR ci aveva abituato a sviste "mostruose", oltre a traverse e parate del portiere scaligero, Silvestri, che meriterebbe sicuramente la convocazione in Nazionale, visto anche le ultime, non brillantissime, prestazioni di Sirigu, estremo difensore del Torino, portano solo un misero punticino in classifica, spegnendo sul nascere ogni illusione di allungare su tutte le principali favorite alla vittoria finale di un campionato che appare molto più equilibrato del previsto.
Chi segue il calcio con particolare attenzione è consapevole che, per come si era messa la partita e per gli episodi accaduti, il punto di ieri sera è guadagnato e non certamente il rimpianto per i due persi.

Sotto di due gol, con il fresco ricordo della sconfitta contro il Lilla, di giovedì sera e una flessione psico fisica comprensibile, dopo molte partite consecutive, in pochi pensavano che si potesse raddrizzare la partita, anzi al contrario sembrava probabile una vittoria del Verona a Milano, cosa mai successa nel passato. Il valore della squadra della città di Romeo e Giulietta non è più una sorpresa. Gioca senza timori reverenziali, proponendo un calcio veloce e fisico, pressando alto e cercando un calcio sempre pericoloso che previlegia le situazioni di uno contro uno, di difficile lettura per l'avversario. Juric è un allenatore bravo, cresciuto seguendo gli insegnamenti di Mister Gasperini e i risultati ottenuti fin da quando allenava a Genova, lo dimostrano ampiamente. Quanto abbia lavorato bene è dimostrato dalle cessioni operate in estate di giocatori importanti e le  assenze per infortuni o malattia che non consentono attualmente di schierare la formazione migliore. Oltre a ciò desidero ricordare che lo scorso anno il Milan, allenato da Giampaolo, aveva vinto a Verona solo grazie ad una espulsione, sufficientemente generosa, lasciando la squadra di casa in dieci e al ritorno i rossoneri di Mister Pioli, con Ibra già a guidare l'attacco, avevano ottenuto, senza brillare, un pareggio.
Se tutte queste considerazioni dovrebbero dunque essere sufficienti per accettare un risultato che sicuramente non entusiasma, non si può trascurare quel "macigno psicologico" con cui i tifosi milanisti, specialmente quelli come me, di mezza età, spettatori della "Fatal Verona" e di "Lo Bello figlio" non potranno mai dimenticare. Devo ammettere che da Veneto simpatizzo per il Vicenza, per il Chievo, da Mestrino non certamente per il Venezia, ma nessuna squadra mi ha inflitto dolori  così "cocenti", come il Verona. Preferisco, se possibile, che militi in serie B, in tal modo non ci sono possibilità di affrontarla.

Il rigore sbagliato da Ibra, ieri sera, non mi ha quindi stupito anzi, ha fatto tornare in mente altri pareggi colti sul finale. Era l'8 gennaio 1978, perdevamo uno a zero e Gianni Rivera, il Golden Boy, si fece parare il rigore da Superchi. A tre minuti dalla fine pareggiò Turrini. Oppure 12 Marzo del 2000, avanti 2 a 0, raggiunti, Shevckenco ci riporta in vantaggio, ma al novantesimo segnò Fabrizio Cammarata...

Guardiamo avanti, ora c'è una pausa, importantissima per migliorare la forma dopo molte partite. Alla ripresa del Campionato, fermo per le Nazionali, il Milan e tutte le formazioni impegnate nelle coppe giocheranno dieci partite in trenta giorni, sette saranno di campionato. Come abbiamo sempre evidenziato e il lockdown lo ha confermato, avere una squadra giovane quando bisogna giocare molte partite può essere un vantaggio. La squadra ha preso forma, ha consapevolezza della propria forza, dimostrando di saper reagire anche alle assenze o alle difficoltà. Arrivare alla prossima sosta di Natale fra le prime posizioni in classifica, questo è il prossimo obiettivo, perchè poi ci sarà il mercato invernale e se arrivassero quei due acquisti che necessitano, un centrale e un esterno destro, la squadra, che oggi è già sufficientemente forte, potrebbe rafforzarsi ulteriormente.

Lo scorso anno alla settima giornata avevamo solo nove punti in classifica e perso già quattro partite, che saranno nove a fine stagione. Oggi i punti sono diciassette, primi in classifica e imbattuti, la strada è quella giusta e specialmente contro il Verona giocheremo solo un'altra partita.