C’è una cosa che non quadra nelle regole del gioco del calcio; forse più di una. Ad esempio la disparità di valutazione dei falli di mano rispetto a quelli cosiddetti di simulazione. Recentemente l’IFAB (International Football Association Board) l’organismo Mondiale che sovrintende al gioco del calcio ha introdotto delle nuove regole che riguardano fra l’altro anche il fallo di mano che in area di rigore sarà sanzionato quasi sempre con il calcio di rigore; ma a proposito del fallo di simulazione non sono state apportate modifiche per cui restano in vigore le vecchie norme.

Ultimamente ha fatto molto discutere la simulazione di Mertens in Fiorentina-Napoli che ha fruttato il calcio di rigore rivelatosi poi decisivo per la vittoria finale della squadra di Ancelotti. C’è chi ha richiesto la prova Tv (che non c’è stata), chi ha criticato, e anche chi ha condannato; in verità molti. E a ben donde. Poi è arrivata la simulazione di Bonucci in Nazionale, che è costata l’ammonizione e l’espulsione per doppio giallo a Karapetyan, centravanti dell’Armenia, ma soprattutto ha fatto fare una figuraccia Internazionale alla Nazionale Italiana. Tra l’altro c’è da registrare anche la non impeccabile dichiarazione del nostro CT che sulla simulazione di Bonucci si è limitato a dire: “che deve fare più attenzione”. Insomma forse anche Roberto Mancini deve fare più attenzione perché Bonucci è il capitano dell’Italia non un giocatore qualunque; per cui va bene difendere i propri giocatori ma di fronte all’evidenza e soprattutto di fronte alla gravità del fatto non si può liquidare il tutto con una semplice battuta.

La simulazione è una tipologia di fallo particolare, di difficile individuazione, perché non ha una dinamica ben definita come ad esempio può essere un fallo di mano, ed è totalmente soggetta alla intuizione e alla capacità dell’arbitro. In genere, perlomeno nel nostro Campionato, quando un attaccante simula viene punito con un cartellino giallo, come se fosse un normale fallo di gioco. Ma non è così, non può essere così, perché la simulazione è un atto di scorrettezza grave, e sotto sotto anche un po’ “truffaldino”. Per cui deve essere punito in maniera molto più severa di quanto avviene fino ad ora. Purtroppo bisogna dire che la simulazione è un atto comportamentale che nasce quasi sempre nelle scuole di calcio, dove spesso gli allenatori che nel contempo sono maestri ed educatori si rivolgono ai calciatori bambini con la frase : "devi fare il furbo”. Un’altra frase ricorrente che di solito viene rivolta ai giovanissimi attaccanti è del tipo: “devi cercare il rigore”.

Per cui il furbo, e non solo nel mondo del calcio, è colui che beffa l’avversario, che beffa l’arbitro, che simula, che non rispetta le regole. E allora la punizione per chi simula non può essere un semplice cartellino giallo ma va sanzionata con l’espulsione immediata quando viene accertata sul campo dall’arbitro, oppure deve essere soggetta sempre alla prova Tv.

Staremo a vedere se in proposito ci sarà un’inversione di tendenza, soprattutto da parte dell’IFAB  e di conseguenza del mondo arbitrale, che fino ad ora hanno un po’ sottovalutato questa tipologia di fallo, forse non riconoscendogli, a torto, l’alto valore educativo che l’atto in se rappresenta. Simulare o ingannare si rivela deleterio non solo sui campi di calcio ma soprattutto nella vita di tutti i giorni; anche se purtroppo bisogna riconoscere che viviamo in una Società che è portata più ad esaltare il furbo, attribuendogli una intelligenza superiore; mentre chi rispetta le regole viene definito “bravo” (termine molto vicino a “tonto”), ma non altrettanto intelligente.