Quando un uomo con la pistola incontra quello con il fucile, il primo è morto. Ho adottato, cambiandola leggermente, la frase che Clint Eastwood, pronuncia nel bellissimo film western diretto dal regista italiano Sergio Leone "Per un pugno di dollari" del 1964. E' questa la prima immagine alla quale ho abbinato il pareggio del Milan contro l'Udinese di ieri sera e più in generale l'emergenza sanitaria con cui sta condividendo la stagione in corso. Troppo grande la differenza di "fuoco" con gli altri competitor per la vittoria del titolo tricolore, con tutte queste assenze, tale da rendere difficile battere qualsiasi avversario. 

Chi si illudeva che la partita contro l'Udinese sarebbe stata archiviata con una facile vittoria, probabilmente era poco attento, in malafede o privo di conoscenze calcistiche. Già ricordare gli "storici" contro la squadra friulana sarebbe bastato per suonare il più classico dei "campanelli dall'arme". La vittoria dell'andata, solo grazie ad una strepitosa rovesciata di Ibra a indirizzare una partita avviata al pareggio. La sconfitta all'esordio di Giampaolo, la vittoria, in rimonta, all'ultimo respiro, 3 a 2 quando il Milan di Pioli stava prendendo forma, oppure quel 1 a 1 casalingo con Gattuso in panchina, con il vantaggio di Piatek, l'infortunio di Paquetà e un gol subito in contropiede, lasciando due punti che sarebbero stati determinanti (con altri) per l'accesso alla Champions che poi svanì per un misero punticino. L'undici di Mister Gotti è squadra compatta, fisica e organizzata, con giocatori interessanti, che quando gioca con attenzione è ostica per qualsiasi avversario. Figurarsi per un Milan privo di molti dei suoi giocatori migliori, Ibra o Mandzu, Calha, Bennacer o Tonali e Calabria. Se a ciò aggiungiamo lo "sbaglio" proposto da Gigio Prodigio, il risultato finale è bello che spiegato.

Vincere, perdere o pareggiare fa parte dello sport, si può comprenderne i motivi, correggersi e migliorarsi, ma ciò non implica obbligatoriamente fare processi o cercare colpevoli immaginari. I ragazzi di Mister Pioli non hanno lesinato impegno e il pareggio raggiunto quando il tempo regolamentare era scaduto e le lancette dell'orologio avevano oltrepassato di 5 secondi! Anche i 5 minuti di recupero concessi dall'arbitro Massa, la giusta ricompensa a chi non meritava una punizione così grande. Per dovizia di particolari, più del pareggio il Milan veniva omaggiato dalla squadra bianconera di un calcio di rigore, tanto netto, quanto inutile. Un braccio alzato, stile pallavolo, che bloccava il pallone indirizzato a Leao. Kessie dal dischetto era implacabile. Gol, pareggio ed un punto utilissimo da aggiungere in classifica, perchè questo campionato è diverso da tutti i precedenti e sono moltissime le variabili che lo possono condizionare. Le proteste di Mister Gotti e di tutta l'Udinese sono più che comprensibili, a parte invertite saremmo noi i primi a gridare allo scandalo, ma, MA, il regolamento consente all'arbitro di far proseguire l'azione pericolosa per qualche secondo extra e l'Udinese non aveva lesinato a perdere più tempo del dovuto nei cambi, ma specialmente ha giocato gran parte dell'incontro solo in funzione del pareggio, risultato che li accontentava ampiamente e che il "fato", più dell'arbitro, gli ha consegnato. 

Questa squadra ha un suo gioco, chiaro e preciso, Zlatan ne è il finalizzatore, per sostituirlo è stato preso Mandzukic, ma purtroppo sono entrambi infortunati e Leao non ha esperienza e gioco per poterne colmare le assenze. Calha, che piaccia o no, è funzionale, quando non fa niente, sa almeno calciare gli angoli, cosa che nessun altro sa fare. Bennacer detta i tempi, ruba molti palloni agli avversari e sa verticalizzare il gioco meglio di ogni altro, manca da molte partite. Tonali è in costante crescita, ieri sera ha forse giocato la sua migliore partita, dando continuità alla prova esibita a Roma, ma si è fermato, chiedendo il cambio, che Meitè ha garantito nel modo migliore. Casty e Diaz, garantiscono impegno, ma il loro destino li accomuna in un certo ritorno in Spagna, terra natia. Mentre, "Chi l'ha visto? Leao", se può giocare solo su spazi ampi e in contropiede, dire che non è adatto al Milan, mi sembra più semplice e concreto. Gigio non può fare quello sbaglio, ma può succedere, fa parte del gioco, mentre Theo ho la sensazione che ne stia ripetendo un po troppi. Il salvataggio di Romagnoli, tappa molte bocche, mentre la prestazione di Hauge conferma quanto gli assenti siano sempre gli interpreti migliori.

Scende il sipario, non c'è tempo da perdere, si guarda già alla prossima partita alla trasferta di Verona. La cosa positiva, fra mille difficoltà, è che questa squadra così giovane sta affrontando un percorso talmente difficile e complicato che se raggiungerà gli obiettivi prefissati avrà non solo bruciato le tappe, ma colmato un gap che ad inizio anno era grandissimo, garantendosi un futuro più che roseo.
Quindi, fino alla fine, Forza Milan, nella speranza di affrontare i prossimi duelli, con i Nostri fucili, in splendide sfide all'OK Coral, dove i buoni, logicamente, siamo noi e il western all'italiana il ricordo di un fiore all'occhiello del nostro cinema.