A quattro giorni dalla fine del campionato e dalla partita vinta con l'Empoli, che è valsa la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, l'Inter è ormai pronta ad affrontare un'estate di rivoluzione che, stando alle ultime notizie, dovrebbe iniziare proprio in queste ore con l'esonero di Spalletti (si va verso la risoluzione del contratto) e il contestuale annuncio di Antonio Conte come nuovo allenatore per i prossimi tre anni con tanto di prima uscita ufficiale sabato sera in quel di Madrid per assistere alla finale di Champions a fianco del presidente Steven Zhang.

La scelta di Conte e l'approdo a dicembre di Marotta sembrano essere chiare mosse da parte di Suning per accorciare al più presto possibile il gap con la Juventus, copiando le mosse della prima Juve targata Agnelli, anche se la situazione delle due squadre è ben diversa: la Juve del 2011 veniva da un settimo posto e aveva una rosa inferiore sia al Milan (campione uscente) che all'Inter (che si avviava verso il declino),l'Inter, invece, è reduce da due quarti posti consecutivi ed ha una rosa di valore. Vista così per Conte può sembrare una passeggiata rispetto al passato vincere in nerazzurro ma in realtà i problemi interni allo spogliatoio sono più profondi di quello che si possa pensare come dimostrano i cali di dicembre che nonostante svariati allenatori passati alla Pinetina colpiscono i calciatori dell'Inter da qualche anno a questa parte.

Il primo obiettivo di Conte, quindi, deve essere quello di ripristinare all'interno dello spogliatoio un sano spirito di armonia (che forse manca dai tempi di Mourinho) e di voglia di combattere per la maglia dopo il biennio Spalletti che è stato un sali scendi di emozioni con un primo anno in linea con gli obiettivi e un secondo giudicato insufficiente visto che alla fine dei conti pur avendo una rosa superiore a quella dell'anno passato ha replicato gli stessi risultati dell'anno precedente con l'aggravante dell'uscita anticipata in Champions e dell'eliminazione agli ottavi di Europa League. A pesare sulla stagione passata sono anche i casi Icardi e Perisic, che dovranno essere risolti prima della partenza per il ritiro estivo.
Per Icardi l'avventura in maglia nerazzurra è ormai finita, vista anche la ricerca spasmodica della società di prime punte sul mercato capaci di adattarsi al gioco di Conte, mentre per Perisic bisogna fare i conti con la latitanza di offerte dalla Premier, campionato dove il croato vorrebbe giocare.

La nuova Inter dovrà adattarsi probabilmente ad un cambio di modulo, anche se in passato Conte ha dimostrato di non essere integralista ma di agire a seconda degli uomini a sua disposizione: il primo anno alla Juve giocava con il 4-2-4 diventato poi 3-5-2 con la nascita della BBC, al Chelsea poi ha variato il 3-5-2 in 3-4-3 vista la forte presenza di esterni in rosa cosa che potrebbe ripetersi ora visto che l'Inter spallettiana scendeva in campo con il 4-2-3-1.
Appurato l'acquisto di Godin in difesa (manca solo l'annuncio ufficiale) e il probabile acquisto di Barella a centrocampo (si tratta con il Cagliari per inserire nell'affare qualche giovane promessa nerazzurra per abbassare il prezzo del cartellino) l'Inter di Conte potrebbe schierarsi in due modi: in caso di  3-5-2 davanti ad Handanovic spazio a Godin, De Vrij e Skriniar (che formerebbero così una delle difese più forti d'Europa), in mezzo spazio a Brozovic davanti alla difesa (diventando il Pirlo della situazione), Barella in versione Vidal e Nainggolan alla Pogba agirebbero ai lati del croato. Sugli esterni certa la presenza di Asamoah a sinistra mentre a destra agirebbe D'Ambrosio (anche se l'Inter starebbe trattando Moses, fedelissimo di Conte al Chelsea, e Chiesa che sarebbe il jolly ha disposizione del tecnico salentino). Davanti spazio a Lautaro e ad uno tra Dzeko (il suo arrivo sembra imminente) o Lukaku (sarebbe acquistato con i soldi derivanti dalla cessione di Icardi).

Con questo schema tattico ha rimetterci sarebbero soprattutto gli esterni puri come Perisic e Politano che a meno che non vengano usati come seconda punta rischiano di diventare di troppo all'interno della rosa, per questo Conte potrebbe virare come ai tempi del Chelsea al 3-4-3 con la solita difesa composta da Godin, De Vrij e Skriniar davanti ad Handanovic, D'Ambrosio o Moses e Asamoah sulle fasce con Barella e Brozovic in mezzo al campo. Davanti spazio a Politano e Perisic sugli esterni offensivi e Lautaro o chi per lui come centravanti. In questo caso Conte potrebbe sfruttare meglio la rosa a sua disposizione (ne gioverebbe anche Chiesa in caso di approdo alla corte di Conte) anche se resterebbe fuori Nainggolan meno adatto a giocare nel centrocampo a due perché rischierebbe di sbilanciare troppo la squadra in attacco. A beneficiare dell'ultimo modulo sarebbe anche Brozovic forse più adatto nel centrocampo a due rispetto a quello a tre dove dovrebbe agire davanti alla difesa.

Bisognerà tenere conto poi di alcuni giocatori finiti ai margini con Spalletti che potrebbero però essere rivalutati da Conte come Dalbert, Candreva, Joao Mario e Gagliardini che ora come ora sono nella lista delle cessioni assieme a Icardi e Perisic, sicuri poi di non restare in nerazzurro Vrsaljko, Cedric e Keità per i quali non sarà esercitato il diritto di riscatto a differenza di Politano che, forte della buona stagione disputata, è pronto a restare in nerazzurro.

Al di là dei nuovi acquisti, delle cessioni e dei vari moduli a Conte, la società ed i tifosi chiedono di ripetere i successi ottenuti alla guida della Juve e del Chelsea senza scordare il buon biennio alla guida della Nazionale dove riuscì, pur con una rosa tecnicamente meno valida rispetto al passato, a formare un GRUPPO vincente che si arrese solo ai calci di rigore.
Proprio l'idea di gruppo deve essere al centro della nuova Inter di Conte se vuole aspirare al successo.