Sono ottimista di natura, quindi partendo dal secondo posto conquistato in questa stagione, meritatamente, per quanto al di là di ogni più rosea aspettativa, non posso e non voglio mettere minimamente in preventivo che il Milan in allestimento per la stagione 2021/22 possa essere meno competitivo dell'attuale.

Ciò nella consapevolezza che è stata una stagione anomala e senza sottovalutare l'evolversi di situazioni eccezionali, quando le avversarie più accreditate per conquistare i piazzamenti Champions, come Juventus, Napoli, Roma e Lazio hanno pagato scelte tecniche discutibili, affiancate da infortuni e attriti societari, che solo oggi appaiono messi definitivamente alle spalle. Insieme all'Inter, prima classificata, queste formazioni hanno tutte cambiato l'allenatore, rilanciando le rispettive quotazioni ed ambizioni. Allegri, Spalletti, Mou (Special One) e Sarri, quattro Top allenatori in cerca di riscatto, con motivazioni diverse ma tutti protesi verso l'unico obiettivo a cui ambiscono tutti coloro che si reputano o sono, vincenti, inizieranno il campionato nella convinzione di qualificarsi davanti al "Povero Pioli" ed alla squadra più giovane del campionato, poco o nulla propensa a grandi investimenti che, crisi o meno, non sembra limitare i sogni di rafforzamento delle avversarie.

Spetta quindi al Milan, alla Dirigenza, a Mister Pioli e alla squadra, respingere ogni tentativo di sorpasso. L'obbligo non è solo quello di confermare prestazioni e risultati della stagione appena conclusa, ma di alzare l'asticella delle aspirazioni, autorizzando i tifosi a tornare a sognare e poter nuovamente pronunciare quella parola sacra, SCUDETTO. La storia del calcio ci insegna che a vincere sono quasi sempre le squadre collocate al di sopra del Pò, il più importante dei fiumi italici, anche se meno "patriottico" del Piave. Ecco che attraverso il miglioramento di quattro punti, si può avvicinare l'obiettivo sognato, con il definitivo salto di qualità e il consolidamento ai vertici. 
Il rafforzamento dell'organico, il rendimento casalingo, i troppi infortuni e le alternative tattiche. 

1- L'organico. Abbiamo già analizzato in modo dettagliato come agisce questa proprietà. Superfluo quindi farsi qualsiasi illusione o pensare che la qualificazione alla Champions possa portare a stanziamenti extra. Per dovizia di particolari, lo stesso riscatto di Tomori, che tanto viene pubblicizzato (giustamente) si concretizza con gli utili dello scorso mercato. Quindi anche questo si allinierà a direttive fin troppo chiare e quindi la campagna acquisti dipenderà quasi totalmente da quanto l'area tecnica riuscirà a monetizzare dalle vendite dei vari giocatori in esubero. La lista è lunga, molti i giocatori a prezzi convenienti, mentre Romagnoli e Leao, se venduti o scambiati, dovrebbero garantire soluzioni molto interessanti. Già Laxalt e Conti, con destinazione Dinamo Mosca e Genoa, potrebbero portare una decina di milioni nelle casse. Il nazionale urugugio ha molte richieste e l'ex atalantino, finalmente guarito, una piacevole sorpresa sotto la guida di Ballardini. Il brasiliano Duarte verrà riscattato in Turchia, probabilmente a gennaio, ma si spera prima. Mattia Caldara, il difensore ex Atalanta, arrivato dalla Juventus, ha già 27 anni e fin troppi infortuni a bloccarne regolarmente quella brillante carriera che sembrava assicurata. Cederlo è praticamente impossibile, resta la via del prestito, magari con l'obbligo di riscatto al raggiungimento di determinate presenze e obiettivi. Se Castilleco dovesse tornare in Spagna, valutato circa 10 milioni, Hauge all'udinese per 15 milioni, ma destinato a giocare in Inghilterra, una cessione tanto dolorosa, quanto utilissima, le casse ne sarebbero felici.  Così come la eventuale cessione di Krunic e dei già citati, Romagnoli e Leao, evitando di nominare il titolarissimo Kessie, anche se il rinnovo di contratto, qualora non trovasse soluzioni percorribili non autorizza a stare tranquilli. Come potete constatare uno scenario molto articolato che può proporre molteplici soluzioni e un teorico tesoretto, l'unico reale budget a disposizione per rafforzarsi.     
I nomi accostati al Milan sono moltissimi e cresceranno con il passare dei giorni, perchè la liquidità scarseggia e già piazzare in prestito giocatori in esubero con stipendi da "top" diventa un'opportunità. Ma anche in questo caso allontaniamo facili illusioni. Quasi impossibile che Hakim Ziyech talentuoso giocatore marocchino del Chelsea, acquistato dall'Ajax per 40 milioni, possa venire in prestito con qualsiasi tipo di formula poichè se l'ingaggio di 7 Milioni annui, fosse reale dubito che possa essere accontentato. Più facile Dani Ceballos, 25 anni ad agosto, dal Real Madrid o Amine Harit, 23 enne del retrocesso Schalke 04, così come i soliti francesini su super visione di Moncada, da Ikone a Fofana. La cosa che la proprietà gradisce particolarmente è che l'eventuale costo del cartellino ed il relativo ingaggio, siano molto contenuti e in linea con parametri che abbiamo metabolizzato. Che poi possano reggere la pressione di San Siro, che un determinato giorno tornerà a riempirsi, questo lo potremo sapere solo in futuro. Come già detto le opportunità sono molteplici, la cosa difficile è prendere giocatori che riescano ad ambienterai velocemente ad un campionato totalmente diverso da quello dove hanno giocato, con motivazioni adeguate alle aspettative e quindi maturi per essere proiettati in un Top Club come è il Milan, anche se da molti anni lontano dalle vittorie. Volenti o nolenti non possiamo sottovalutare che, per una squadra giovane come la nostra, aver giocato con gli stadi chiusi è stato un aiuto per alleggerire tutte le pressioni e fortificare l'autostima che oggi è ben più alta e consolidata di un anno fa. 

2 - Rendimento casalingo. 79 punti, 49 raccolti in trasferta con un tabellino di marcia incredibile, 16 vittorie, 1 pareggio a Genoa, in rimonta con il gol di Kalulu e 2 sconfitte, contro lo Spezia e la Lazio. Mentre i 30 punti casalinghi, sanciscono che, le poche speranze di vincere lo scudetto, si sono smarrite nel campo amico di San Siro. 8 Vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte questo il deludente dato casalingo che certifica tutte le difficoltà incontrate, sia contro le formazioni tatticamente chiuse e pronte a colpire in ripartenza, sia a quelle scese a Milano senza remore o paure. Così come ripetere il rendimento esterno sarà quasi impossibile è auspicabile migliorare sensibilmente quello casalingo almeno di una decina di punti. Ritengo che anche l'utilizzo di un modulo più offensivo, anche se a partita in corso, giocando con le due punte, potrebbe alleviare a molte delle difficoltà che sono state fin troppo evidenti in questa stagione.

3 - Troppi infortuni. La stagione del Milan è stata caratterizzata dal Covid che ha colpito in modo massiccio i nostri tesserati, ma anche dai troppi infortuni. A preoccupare maggiormente, specialmente considerata la giovane età di gran parte dei giocatori, è stato il prolungarsi delle assenze, spesso dovuto a ricadute e tempi di recupero molti più lunghi del previsto. Il poco riposo estivo e una stagione iniziata molto presto con i preliminari di Europa League non sono giustificazioni sufficienti e certamente verranno fatte tutte le analisi del caso fra staff tecnico e sanitario. Sbagliare è umano, no ripetere gli stessi sbagli. L'augurio è che sia stato solo uno spiacevole imprevisto.

4 - Alternative tattiche. Il calcio moderno è in continua evoluzione e parlare di moduli diventa superfluo. Si difende in 11 e si attacca in 8, come sempre vincono le squadre che sanno curare la fase difensiva e trovano la via del gol con continuità. Ecco che il Milan, se vuole continuare a vincere, deve aumentare sia i gol segnati che le marcature individuali. I bomber fanno sempre la differenza e non possiamo sorvolare sul dato anagrafico che ricorda che Ibra è alla soglia dei 40 anni. Mister Pioli ha "occupato il campo" con soluzioni diverse, ha sfruttato al meglio le doti realizzative di Theo Hernandez, facendolo entrare nel campo e allargando spesso l'esterno alto sinistro. Parlare di moduli è limitativo, la direzione presa è quella di tanta corsa, per un calcio veloce che predilige gli uno contro uno, inseriti in movimenti corali. Facile a dire, ma difficilissimo da mettere in pratica senza calciatori tecnici e veloci. Per quanto sia favorevole al 4-2-3-1, spesso più condizionato dal fatto di avere un solo attaccante da almeno 15 gol, che per reali benefici, resto convinto che il 4-3-1-2 sia meno "faticoso" e più adatto sia al campionato italiano, che a squadre che vogliono condurre partite all'attacco. Logicamente è una considerazione esclusivamente personale, frutto di semplici esperienze, senza presunzione di distillare certezze.

Ci avviamo quindi ad una nuova stagione che già dai nomi degli allenatori che leggiamo sulle panchine delle squadre favorite alla vittoria finale, si preannuncia interessante ed avvincente. 
Ora sarà il turno dei calciatori. Per il Milan migliorarsi non dovrebbe essere complicato, noi tifosi ci fidiamo e affidiamo a Maldini, pronti a riempire San Siro, a ringraziare e finanziare la Società con gli abbonamenti, come sempre numerosissimi, chiediamo solo di giocare per poter vincere e non solo per partecipare, come successo per troppi anni.