L'altra volta ho parlato di scarsaggine, oggi parlo di scarsità: un altro paio di maniche insomma

Stasera abbiamo avuto un'ulteriore dimostrazione del livello della nostra Nazionale: basso. Onestamente sentendo parlare di questa Nations League con squadre divise in fasce di importanza mi sono sorpreso di vedere l'Italia (neanche qualificata al Mondiale, ricordiamolo) classificata squadra di "Serie A"; fortunatamente poi i nostri giocatori sono scesi in campo a prendere schiaffi contro Polonia e Portogallo (avessi detto Brasile e Francia) facendo capire alla Uefa l'errore che hanno commesso a ritenerci una squadra importante.

Ma non ci si può lamentare quasi di niente. Quasi di niente. C'è invece molto da rammaricarsi.

Non ci si può lamentare dei giocatori schierati o schierabili: ne abbiamo visti tanti in queste due partite, ieri sera Mancini ha cambiato quasi tutto l'undici titolare che ha offerto una prestazione nulla contro la Polonia (in casa, il che dovrebbe spingerti a far bene, e invece...), e questa nuova squadra ha offerto un'altra prestazione inguardabile, che il risultato non rispecchia.
C'è da rammaricarsi perché quello che abbiamo visto in questo fine settimana è il meglio che può offrire il calcio nostrano. Un calcio che spaccia giocatori buoni come Chiesa o Bernardeschi come fenomeni assoluti, appende loro un'etichetta sulla schiena con un prezzo folle provando a giustificarlo con la dicitura "made in Italy". Ma poi in una squadra dove la pochezza generale dovrebbe esaltare le loro individualità ecco che i nostri osannati (dai giornalisti o dai tifosi ciechi) talenti non solo non fanno la differenza, ma a volte (tipo ieri sera) vengono pure rullati dal loro diretto avversario, che nel caso di ieri sera conoscevo solo perché a FIFA 14 diventava un animale (meglio se scrivo che "animale" è inteso nel senso di "forte", e non letteralmente, che col clima che c'è adesso non mi sorprenderei di essere additato come razzista per questo dal primo lettore che capita. Un salutone a questo Primo Lettore, comunque).

Non ci si può lamentare degli allenatori: puoi cambiare interpreti, sistemazioni in campo, giocare in casa o fuori casa, niente di tutto questo serve.
Ventura (comprensibilmente) ammazzato mediaticamente dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, a mio parere aveva come maggior colpa quella di sedersi su quella panchina sempre soggetta a critiche e senza alcun potere decisionale e con giocatori a disposizione a dir poco mediocri, e come seconda maggior colpa la sua supponenza unita alle sue dichiarazioni francamente idiote, che lo hanno fatto cascare su quel posto alla totalità dei Commissari Tecnici da poltrona, specie mai in via di estinzione; di cui faccio parte, peraltro.

Ci si dovrebbe invece lamentare del modo arretrato di vedere il calcio che si ha in Italia, in tutte le categorie: nel 2018 ancora l'idea principale è quella di difendersi e di ripartire in contropiede, ma la maggior parte dei nostri giocatori non sono né veloci di testa, né velocisti, né in grado di saltare l'uomo, la tecnica di base è inferiore alle squadre estere U20, la personalità dei giocatori sta un gradino sopra a quella delle vongole. I contropiedi non funzionano mai, perché non c'è chi sa fare un passaggio di 40 metri corretto, e nessuno sa stoppare correttamente una palla non banale senza allungarsela di oltre un metro e nessun attaccante è in grado di mettere in difficoltà un difensore che non sia del San Marino. E quando siamo noi a dover costruire qualcosa sale la desolazione: solo passaggi all'uomo libero, retropassaggi, passaggi in orizzontale; provare una giocata è passibile di fucilazione immediata a quanto pare, perché questo è quello che insegnano ai bambini.
Eh sì. Il problema viene dal basso, dalla mentalità del "risultato a tutti i costi", che è quello che spinge gli "allenatori" di bambini a cazziare chi prova un dribbling e a preferire quelli più sviluppati nel fisico ma con una tecnica degna di un bidone dell'umido pur di vincere il torneino della parrocchia. Retropassaggi piuttosto che giocate. Simulazioni piuttosto che protezione della palla. Sgomitate e spallate piuttosto che scatti in velocità. Aiuto confusionario degli attaccanti in difesa piuttosto che insegnare ai ragazzini come passare o stoppare correttamente un pallone. E questo si vede anche agli alti livelli, ed il bello è che ce ne vantiamo perché "He, il campionato italiano è TATTICO", che tradotto è "He, nel campionato italiano gli attaccanti delle squadre più deboli giocano a ridosso della propria area di rigore e non puoi saltare un uomo che vieni trattenuto/falciato da un altro".
Gli unici centrocampisti in grado di passare correttamente una palla per più di 30 metri (o meglio, ai quali l'ho visto fare) in Nazionale al momento sono Verratti, De Rossi, forse Bonaventura, e gli ultimi due hanno più di 30 anni. Ragazzi promettenti (almeno credo) si possono distinguere solamente nelle nazionali UnderQualcosa perché nei loro club solitamente fanno panchina (o vengono fatti entrare in pieno recupero per perdere tempo con la sostituzione) o giocano in quello scandalo del campionato Primavera; poi in Nazionale UnderQualcosa si mettono in mostra per poi ritornare a sedersi comodamente in una panchina.
L'esempio lampante è Kean, sfracelli di gol in ogni selezione, palesemente di un altro livello rispetto agli altri ragazzi della sua età, segna non appena gli viene data una possibilità in Serie A, e viene passato PER CRESCERE al VERONA, squadra che si basava interamente su Pazzini, Caceres (poi andati via a Gennaio), Romulo e sulla speranza che Cerci non facesse veramente pena. Squadra di cui peraltro diviene miglior realizzatore, con soli 4 gol. Posto giusto per crescere, senza dubbio.
E ad un possibile buon calciatore che viene ripetutamente sprecato come Kean vorrei contrapporre Federico Chiesa, un buon calciatore che vista la sua giovane età, le sue tante presenze e una tecnica superiore alla media viene addirittura ipervalutato. Perché confrontarli? Perché confrontare loro vuol dire confrontare due scuole di pensiero: una Italiana (Allegri) e una Portoghese (Sousa).
Il primo concede i primi minuti a Kean in una partita messa in ghiaccio contro una neopromossa concedendogli in tutto l'anno forse 60' in prima squadra (poi viene mandato al Verona e adesso è in panchina a Torino ancora), il secondo fa esordire Chiesa contro la Juventus alla prima di campionato allo Stadium, impiegandolo poi con continuità (cosa che farà anche Pioli l'anno successivo e che fa tutt'ora). So benissimo che giocare nella Juventus ha un "peso" diverso che nella Fiorentina: per forza di cose appena sbagli qualcosa a Torino vieni sommerso da critiche e da pressioni, mentre la Fiorentina non ha il quasi-obbligo di vincere sempre qualcosa. Ma questa differenza di "peso" la si vede in tutte le squadre di Serie A, ed è normale sentire che molti preferiscono vedere in campo gente che "si sacrifica" e che "ha esperienza" piuttosto che un giovane, a meno che questo non sia l'unica alternativa (come Donnarumma, messo titolare per i continui errori di Diego Lopez)

Forse, a rifletterci un po', di qualcosa ci si dovrebbe lamentare.