L’ideologia, la religione, la moglie o il marito, il partito politico, il voto, le amicizie, le inimicizie, la casa, le auto, i gusti letterari, cinematografici o gastronomici, le abitudini, le passioni, gli orari, tutto è soggetto a cambiamento e anche più di uno. La sola cosa che non sembra negoziabile è la squadra di calcio per cui si tifa. Così esordiva Javier Marìas parlando della squadra del cuore, facendo sicuramente riferimento ai colori che un tifoso, prima di un giocatore, ha stampati sulla pelle. Perchè sono proprio i tifosi che hanno bisogno di una svolta, una svolta nell'ambiente e soprattutto nei risultati. Il presidente Berlusconi ci ha ridato un'anima che negli ultimi anni si è svanita sempre più. Forse il tifoso milanista è un nostalgico, un nostalgico di Manchester, di Atene, dei palloni d'oro e dei campioni passati in rosa. Nonostante questo sentimento nostalgico, il tifoso milanista non abbandona mai i propri colori, anche difronte a mille difficoltà. Questo è il nostro auspicio, che la saudade si traformi in certezza, che le vittorie non siano più solo un vecchio ricordo

 

Vincenzo Scolletta