Dopo la tripletta alla Lituania con la maglia del Portogallo tutti scopriamo (?) che CR7 sta bene; qualcuno parla anche di “risposta” del portoghese, non si sa bene a che cosa.
Ronaldo stava bene anche durante Juve-Milan, e in alcune occasioni bisogna accettare che non può fare sempre il fenomeno; e anche se a livello calcistico è diventato un “extra galattico”, non bisogna dimenticare che il suo DNA è sempre quello di un uomo.
Tutto questo per dire che anche lui può incappare in qualche serata storta e in questo caso non va né punito né “umiliato” come è avvenuto nella sostituzione al 9’ della ripresa nel match contro i rossoneri allo Stadium.

Ronaldo va gestito; in lacune partite, quelle meno importanti, va fatto riposare e in quelle dove viene schierato, anche in serate no come quella di Juve-Milan va lasciato comunque in campo, perché lui con la sua sola presenza rappresenta sempre un pericolo per le difese avversarie; e può inventare la giocata vincente in qualsiasi momento della gara (lo ha fatto anche di recente contro il Genoa, procurandosi il rigore vincente al 96°).

Il problema non è certo CR7, ma eventualmente come gestirlo e come farlo riposare, che in pratica sono le due facce della stessa medaglia.
Contro il Milan, Sarri lo ha sostituito con Dybala, che come abbiamo visto ha poi segnato il goal vittoria. Ma la Joya non è il sostituto naturale, per caratteristiche, del portoghese. Dybala è un giocatore che parte da lontano, che ha bisogno di spazi e che può arrivare al tiro attraverso l’azione manovrata; l’argentino è sostanzialmente un trequartista, che in certe partite può anche fare la seconda punta, ma a fatica, perché soffre la marcatura stretta. In parole povere non è un attaccante puro, al contrario di CR7 che invece ha tutte le caratteristiche immaginabili del vero attaccante, dell’uomo goal, del finalizzatore, del giocatore decisivo ed in grado di fare alla grande la differenza; ritengo superfluo ricordare alcuni numeri che lo riguardano, anche se mi costringo a farlo: 705 reti realizzate in gare ufficiali-55 triplette-98 reti segnate con la maglia del Portogallo- da 13 stagioni, mediamente segna sempre più di 30 reti all’anno. Solo Pelé è riuscito a fare altrettanto.

Per cui come dicevo sopra il vero problema per Sarri non è di natura tecnica, ma è solo quello di trovare il modo per farlo riposare, per non affaticarlo e per averlo di conseguenza al top della condizione nelle partite che contano di più; mi ripeto, ma il nocciolo della questione sta tutto qui. 

Sarri sa bene che Ronaldo non è sostituibile, nel senso che non ha in rosa un attaccante di valore che possa giocare al suo posto; perché se manca lui la squadra si ritrova con una sola punta effettiva, Higuain, e con una serie di trequartisti (Dybala, Ramsey, Bernardeschi, Bentancur), per carità tutti forti, ma nessuno di loro veri uomini goal. Basta vedere i numeri, che in questo caso vi risparmio, ma  la Juve segna poco, basta ricordare che ha il 7° attacco del Campionato; e  per Sarri è un bel problema. A dire il vero un altro attaccante nella rosa bianconera ci sarebbe, si chiama Mandzukic, ma per cause ancora sconosciute, è stato estromesso dalla squadra e sta per essere venduto al Manchester United. Inutile entrare  nel dettaglio delle cause che hanno portato all’allontanamento del Croato, ma il DS. Paratici, il problema della mancanza di un attaccante  in grado di sostituire alla bisogna sia CR7 che Higuain se l’è posto;  e non è un caso che ci sia grande interesse nei confronti del giovane (2000)  gigante (1,94 cm x 87 kg) norvegese Erling Haaland che sta facendo grandi cose col Salisburgo.  Sul quale, è vero c’è l’interesse di diverse Big europee, ma non mi stupirei di vedere arrivare il giovanotto  alla Continassa già nel prossimo mercato di Gennaio.


Per restare nel mare degli scontenti non si può non parlare di Florenzi, titolare quasi inamovibile  della nostra Nazionale e riserva  ormai conclamata  nella Roma; sinceramente si fa fatica a capire la sua esclusione, considerata la sua grande duttilità tattica che gli consente di giocare in più ruoli, terzino, esterno di centrocampo o addirittura come mezzala. Evidentemente ci devono essere ragioni diverse da quelle tecniche che hanno portato il tecnico Fonseca ad escluderlo dalla formazione titolare. E si deve trattare di qualcosa di definitivo, che non è più recuperabile, perché altrimenti non si parlerebbe di probabile partenza del giocatore a Gennaio – si parla di un interessamento dell’Inter e anche di un possibile scambio con Hysaj del Napoli.
Fonseca alla Roma sta facendo un grande lavoro; ha recuperato gente come Pastore che sembrava finito come calciatore, ha inventato Mancini come incontrista davanti alla difesa, e ha dato un gioco molto efficace  e a tratti anche spettacolare alla squadra giallorossa, soprattutto in fase offensiva. Ma nel caso di Florenzi credo che abbia sbagliato. Un capitano non può essere trattato come un giocatore qualsiasi della rosa; così come non si può dichiarare in una intervista che Florenzi rappresenta un’opzione importante per la squadra. A Florenzi, in pratica, è stato fatto lo stesso trattamento riservato ad Icardi nell’Inter; ma con minore clamore, perlomeno  fino ad ora. Infatti gli è stata tolta la fascia di capitano che è passata sul braccio di Dzeko, è stato messo in panchina vita natural durante, e buonanotte ai suonatori. Florenzi, oltre ad essere il capitano della Roma, come romano, rappresenta anche una certa romanità che la squadra giallorossa ha perso dopo l’addio di Totti e De Rossi; Fonseca, nel decidere di estrometterlo è stato precipitoso. Per carità lui come allenatore ha tutto il diritto di fare le sue scelte tecniche e  se ritiene che Spinazzola  o Santon sono migliori di Florenzi,  va accettato. Quello che non si può accettare è  che non si può essere alla sera il rappresentante di una squadra,  e poi risvegliarsi alla mattina come semplice comprimario.

Florenzi meritava di conservare il proprio ruolo, almeno fino a gennaio; poi in sede di mercato si sarebbero potute prendere le decisioni necessarie, in accordo col giocatore,  che potevano essere la cessione ad un’altra squadra, oppure quella di accettare da quel momento in avanti una situazione non più da Capitano della squadra, ma di semplice componente dell’organico.