È successo di nuovo. Fuori dalla Coppa Italia alla prima apparizione, in casa, stavolta contro il Torino​​​​​​. Ripeto, non per mano dello Spezia ma non è certo una giustificazione, non può e non deve esserlo. Perché questo trofeo poteva essere abbordabile dai giallorossi, almeno sulla carta quello a cui le cosiddette grandi si sarebbero dedicate con meno enfasi rispetto a un piazzamento in Champions o Europa League​​​​​​. Ovvio, tutto da dimostrare ma le previsioni di inizio stagione dicevano questo. Invece ecco il solito patacrack.

Eusebio Di Francesco ha optato per un massiccio turnover tra difesa, centrocampo e attacco; si sono rivisti Skorupski, Moreno e Emerson Palmieri poi Gerson, Under e Schick al centro dell’attacco. Probabilmente troppi tutti insieme, certi automatismi non oliati a dovere; certo tanta voglia di fare bene ​, di voler dimostrare di poter essere una valida alternativa ai titolari ( nonostante le dichiarazioni del Mister che dice di avere diciotto titolari) ma nel caso specifico di questa partita, nei primi 45 minuti poca cattiveria nel finalizzare le azioni di attacco e poca velocità di movimenti. La Roma continua a non prendere gol ( da stasera da coniugare al passato) ma continua anche a digiunare in fatto di reti fatte. Un tempo quasi sempre regalato agli avversari, non in termini di possesso palla non in termini di pericolosità nella propria area di rigore ma in fatto di spreco di occasioni per portarsi in vantaggio. E la regola del calcio sentenzia: gol mancato- gol subìto. E così è stato ad inizio ripresa per una disattenzione della coppia di centrali di difesa. Allora Di Francesco inizia a capire che forse si è spinto in un turnover eccessivo e inserisce in avanti l’ottimo Perotti con l’intento di recuperare il risultato. Chi ne fa le spese è il turco Under, troppo evanescente in termini di conclusioni a rete; ancora poco “integrato” negli schemi del tecnico abruzzese. Ma il Torino è squadra coriacea e ben motivata da Mihailovic ( specie per i suoi trascorsi con la casacca giallorossa) che sa come chiudere gli spazi agli uomini di Di Francesco. Il pubblico sugli spalti fa di tutto per spingere la propria squadra a recuperare lo svantaggio ma complice anche due sfortunati pali (colpiti uno per tempo) di ElShaarawy e Schick il risultato resta appannaggio dei granata; anzi viene incrementato in una azione di contropiede dal giovane Edera. Nemmeno un penalty concesso con una buona dose di generosità da Calvarese riesce a risollevare le sorti della squadra di casa ( Dzeko fallisce il rigore che aveva espressamente chiesto di calciare). Intorno alla mezz’ora Schick riesce a sbloccarsi e riaprire le speranze di recuperare il risultato, manca solo un gol per aprirsi le porte dei tempi supplementari ma neanche l’ingresso di Dzeko e Pellegrini riescono nell’intento nonostante un robusto recupero.

Finisce il sogno e restano solo i rimpianti; quelli del Mister e della squadra ma molto più dei tifosi che veramente stavano accarezzando il sogno di conquistare il primo trofeo dell’era Di Francesco e che invece dovrà restare tale. Il Mister respinge le accuse di errore di formazione da parte della stampa, parla di sfortuna sostanzialmente ma quanto può soddisfare una simile disamina? Ora tutte le energie andranno confluite nel campionato dove ancora tutto è aperto ma delle correzioni devono essere fatte subito nella sessione di mercato di Gennaio se si vuole riconquistare la fiducia dei supporters ( di una parte di essi, almeno).