Quando siamo arrivati alla conclusione del girone d’andata sembra già possibile stilare un primo bilancio sulla nuova Roma targata Fonseca-Petrachi.

La squadra si accinge a girare la boa di metà percorso intorno al quarto posto, quindi in piena corsa per quello che è l’obbiettivo dichiarato ad inizio anno: il ritorno in champions.
Pur con qualche affanno si è qualificata ai sedicesimi di finale di Europa League dove, grazie ad un sorteggio fortunato, incontrerà l’abbordabile Gent.
Fonseca ha dimostrato capacità di adattamento al nostro calcio ed alla difficile situazione venutasi a creare a causa dei molti infortuni, tirando fuori dal cilindro soluzioni brillanti come quella dell’avanzamento di Mancini in mediana o di Zaniolo “falso nueve”.
La squadra mostra un bel gioco offensivo con molte occasioni create ad ogni partita, ma anche solidità difensiva con la seconda difesa meno battuta del campionato e diversi clean sheet già portati a casa.

La gran parte dei giocatori portati a Trigoria dal nuovo ds si è dimostrata all’altezza delle aspettative. Smalling e Mancini sono risultati una coppia di centrali molto ben assortita ed adatta al gioco del tecnico. Il giovane Cetin, arrivato in sordina per pochi mln, ha già dimostrato di potersi ritagliare spazio di qualità nel reparto, all’occorrenza anche sulla fascia.
Spinazzola, pur frenato da qualche acciacco, ha dimostrato di poter ben figurare su entrambe le fasce, cosa che, unitamente al contributo di Florenzi e Santon, ha permesso di mettere una pezza al grave infortunio subito da Zappacosta.
La nuova coppia di centrocampo Diawara-Veretout cresce di partita in partita.
Il primo sempre più insostituibile motorino tuttocampista pronto a tappare i buchi dietro e subito dopo a ripartire in avanti, il secondo, spacciato da molti come semplice merce di scambio nell’affare Manolas, sempre più indispensabile nel suo ruolo di metronomo da una parte e frangiflutti dall’altra.
Anche Mikhitaryan, al netto del periodo d’assenza per infortunio, è riuscito a dare un apporto alla causa, spesso risultando utile da subentrante.
La fiducia di Fonseca è anche servita a rivitalizzare l’oggetto misterioso Pastore, resosi molto utile durante l’assenza del sempre più determinante Pellegrini, ed alla crescita del giovane Kluivert, ormai divenuto il titolare nel ruolo di esterno offensivo sx.

Insomma, quasi tutto secondo le più rosee aspettative, compreso un inedito clima coeso nello spogliatoio, dove il capitano Florenzi ha dato l’esempio accettando il silenzio le molte panchine subite.
Tra i pochi che non hanno mantenuto le attese Kalinic, il quale, anche lui in parte a causa di acciacchi, non è riuscito a farsi trovare pronto all’occorrenza nel ruolo da vice Dzeko, nonché Under, atteso alla consacrazione definitiva, ma pure lui, complice un infortunio muscolare, finito dietro nelle gerarchie del tecnico, anche in conseguenza dello stabile impiego di Zaniolo nel ruolo di esterno offensivo dx.

Alle soglie del mercato di riparazione la società ha subito fatto capire che non ci saranno grossi sconvolgimenti, dichiarando l’attuale rosa difficile da migliorare. Del resto sono ormai rientrati praticamente tutti gli infortunati, fatta eccezione per il lungo degente Zappacosta, compreso Cristante per il quale si temeva uno stop molto più lungo. I ruoli dove appare comunque utile intervenire sono due, forse tre.
In primis quello del vice Dzeko visto che Kalinic, al di là dell’infortunio subito, sembra non convincere Fonseca che nell’ultima partita senza il bosniaco gli ha preferito Zaniolo nell’inedito ruolo di falso nove.
L’altro ruolo in sembra utile intervenire è quello del terzino destro, visto che la lunga assenza di Zappacosta, forse destinato a rientrare al Chelsea per ultimare il recupero, lascia un buco solo in parte colmato dagli altri terzini presenti in rosa.
Nessuno dei giocatori a vario titolo impiegati da Fonseca in quel ruolo sembra infatti avere le qualità per soddisfare in pieno i desiderata del tecnico.
Spinazzola per sua stessa ammissione è più a suo agio a sinistra e comunque convive con qualche residuo acciacco.
Santon, anche lui al rientro da una lesione muscolare, resta un comprimario con limiti noti, trattenuto in extremis solo a causa dell’improvviso crack di Zappacosta.
Florenzi, infine, resta un’opzione nel ruolo buona per determinate partite, ma non per tutte, visti i suoi  oggettivi limiti fisici ed atletici.

Ovviamente l’arrivo di giocatori in questi ruoli presuppone la partenza di quelli attualmente presenti. Così se Kalinic troverà una sistemazione alternativa (si parla di un interesse della Fiorentina) potrà arrivare un diverso vice Dzeko.
Escluso Petagna, ritenuto non adatto da Fonseca, si parla di Piatek che però appare parimenti inadatto. Oltre a questi si discute di Mariano Diaz e Kean.
Ad oggi appare più fattibile il primo, costantemente in tribuna a Madrid e prelevabile in prestito gratuito. Il sostanzioso stipendio di 4,5 mln mensili appare sostenibile per 6 mesi, considerato anche il regime fiscale favorevole attualmente vigente.
Difficile invece arrivare al giovane talento ex Juve, viste anche le parole spese da Ancelotti, nuovo tecnico dell’Everton.
Personalmente preferirei un acquisto in prospettiva che ponga le basi della successione a Dzeko. Punterei dritto su Boadu, diciottenne astro nascente del calcio olandese in forza all’AZ Alkamar.
Quanto al terzino destro si parla molto del possibile addio di Florenzi, ma personalmente tifo per una sua permanenza, mentre preferirei, come da intenzioni originarie del ds, veder partire Santon per fare spazio al nuovo fluidificante a destra.

Quanto al nuovo terzino dx le possibilità sono tante.
Da mesi si legge di un interesse per Hysaj, ma con l’arrivo di Gattuso l’albanese sembra destinato a restare a Napoli, oppure a tornare alla corte di Sarri. Si parla di uno tra Castagne ed Hateboer, ma la qualificazione agli ottavi di champions dell’Atalanta rende l’operazione complicata. I nomi dei papabili sono diversi e tra questi vi è anche Bruno Peres, di ritorno dal prestito in Brasile ed affidatosi ad un personal trainer per ritrovare la forma migliore è così provare a convincere Fonseca.
Invero sembrerebbe esserci la possibilità di utilizzare Nzonzi, in uscita dal Galatasaray, come inattesa merce di scambio per arrivare a ciò che ci serve. Il francese sembra interessare all’Everton di Ancelotti, dal quale potremmo ottenere, se non Moise Kean, quantomeno Cenk Tosun, chiuso dalla concorrenza in casa toffees e sulla carta  perfetto come vice Dzeko. Nzonzi sembra interessare anche al Lione che ha provato invano a prelevare Capoue dal Watford. Dai francesi potremmo provare ad ottenere in cambio uno tra Tete e Leo Dubois, entrambi tagliati per il gioco di Fonseca. Il primo, il più difensivo dei due, ci è stato accostato di recente.

Detto questo, non mi stupirei se nell’imminente mercato la Roma si limitasse a sole operazioni in uscita con il principale fine di abbattere il monte stipendi e liverare spazio per alcuni rinnovi, in primis quello di Pellegrini.

Del resto di solito durante i passaggi di proprietà il mercato delle società di calcio viene congelato in attesa che il nuovo presidente e la nuova dirigenza prendano cognizione della situazione e programmino il da farsi.
Tra gli esuberi possibili partenti sicuramente JJesus, ma forse anche altri illustri come Perotti e Pastore, pur se pure loro potrebbero beneficiare del momento per restare, almeno fino a giugno.