Dopo qualche anno in cui eravamo ormai abituati a vedere diverse squadre, anche di alta classifica, rinunciare al centravanti puro a discapito del cosiddetto falso nueve, nelle ultime stagioni di serie A, e più che mai in questa, non possiamo non sottolineare quanto questo tipo di ruolo sia tornato prepotentemente di "moda".

L'avvento del "guardiolismo" alla fine del primo decennio del 2000 aveva portato quasi ad una standardizzazione di diversi giovani allenatori emergenti di quegli anni, i quali cercavano nel loro gioco la ricerca costante del possesso palla, pertanto la prima punta alta e forte fisicamente non era quasi mai prevista in questo tipo di calcio, votato esclusivamente al giro palla che coinvolge tutti e 11 i giocatori. Questa nuova visione di gioco appunto prevede, sopratutto in fase offensiva, elementi molto dotati tecnicamente e veloci, anche perchè, in fase di non possesso, dovevano essere subito pronti a fare il pressing sui difensori avversari.

Oggi possiamo dire con certezza che quel modo di interpretare il calcio è stato quasi del tutto abbandonato. Ne abbiamo la riprova vedendo il declino del Barcellona, la squadra che ha dato il via a questa soluzione tattica ma anche lo stesso Guardiola, dopo aver vissuto anni di grandissimi successi, negli ultimi tempi al Manchester City ha fallito in quasi tutte le competizioni.

Nella nostra Serie A, sei delle prime sette squadre in classifica schierano una punta di "peso": il Milan primo in classifica deve gran parte dei meriti alla posizione che occupa al suo centravanti Zlatan Ibrahimovic con la bellezza di 10 gol in sole 6 presenze, con 12 gol in 14 partite allo stesso modo Lukaku è indispensabile per l'Inter. Dzeko e Zapata ormai da anni sono decisivi rispettivamente con Roma e Atalanta. La Juventus quest'estate ha fatto di tutto per prendere una prima punta forte e alla fine è arrivato Morata. Il Napoli dopo anni in cui rinunciava al centravanti classico, avendo uno strepitoso Mertens in quel ruolo, si è adattato a questo momento storico acquistando Osimhen e Petagna, che oltre ai gol, fanno un lavoro importantissimo per il gioco di Gattuso, permettendo gli inserimenti degli esterni offensivi. 
L'unica squadra delle prime 7 che non prevede una vera e propria boa in area di rigore è il Sassuolo di De Zerbi, infatti il tecnico dei neroverdi utilizza un gioco molto simile a quello di Guardiola con un possesso palla molto ridondante. In quel ruolo infatti il titolare è Ciccio Caputo che ha le caratteristiche del centravanti ma non ha il peso e l'altezza dei giocatori appena citati, e i sostituti sono Raspadori e Defrel ancora più leggeri.

Andando ad analizzare anche le squadre più sotto in classifica vediamo la Lazio, che l'anno scorso è stata capace di impensierire la Juventus nella lotta allo scudetto, non può fare a meno di Ciro Immobile, vero e proprio cecchino. Anche squadre di bassa classifica come il Torino con Belotti o lo Spezia con N'zola non possono prescindere da questo tipo di giocatore, lo stesso Parma con Cornelius e Inglese oppure il Cagliari con Pavoletti. Mentre la Fiorentina è alla disperata ricerca della prima punta prolifica per sostituire l'ancora acerbo Vlahovic.

Ma perché questo prototipo di giocatore è così utilizzato? Le motivazioni sono molteplici, una importante è sicuramente il fatto che negli ultimi anni anche le squadre di medio bassa classifica utilizzano un pressing alto, perciò, la punta di peso, ti permette una soluzione diversa, effettuando il lancio lungo per saltare il primo pressing avversario e permettere alla squadra di salire guadagnando terreno.

Insomma il vecchio centravanti è tornato prepotentemente alla ribalta, ma con gli anni si è modernizzato. La maggior parte di questi attaccanti appena citata non sa fare solo gol, ma fa diversi assist e spesso viene in contro ai compagni per poter costruire un'azione manovrata diventando veri e propri registi avanzati.