Se pensate che durante la bella stagione il calcio che conta sia da ricercare soltanto nelle amichevoli di lusso tra i club più blasonati al mondo, beh fortunatamente vi sbagliate: anche in questo torrido periodo dell’anno, in cui spesso e volentieri sono le trattative a padroneggiare le prime pagine dei quotidiani, vi sono formazioni, calciatori e uomini, che scendono in campo per dar forma al proprio destino.

Si tratta dell’esordio di un percorso lungo e tortuoso, una sfida da cogliere al volo esattamente come un’onda che si scaglia sulla costa: in quel dato momento il tempo sembra quasi dilatarsi, l’occhio osserva la forza del mare avvicinarsi ferocemente alla propria posizione ed è qui che decide il proprio modus operandi.

Non esistono vie di fuga nell’istante in cui l’adrenalina spinge il corpo a reagire, per cercare in un modo o nell’altro di coinvolgere un intero sistema a giungere verso un’alternativa diversa dall’impatto: l’assordante incedere delle lancette separa la frazione di tempo sufficiente per cavalcare l’ira funesta delle onde, da quella di una fragorosa collisione con esse, la stessa sottile differenza che si staglia tra vincere e perdere una partita.

È proprio questa è la magia di un torneo come l’Europa League, prestigiosa competizione affermatasi nel mondo intero come trampolino di lancio verso la leggenda, oltre che autorevole vetrina per molti talenti in cerca di opportunità: la fase preliminare di tale avvicendamento si apre puntualmente ogni estate con le prime gare ufficiali che coinvolgono club provenienti da ogni angolo del nostro continente, con il susseguirsi, come in un cortometraggio fotografico di nuovi sogni e vecchie ambizioni.

Eh si perché oltre alle formazioni qualificatesi in campionati di basso livello come quelli di Gibilterra, Malta e San Marino, vi sono anche piazze importanti a gareggiare in tali contesti, le quali sembrano rispolverare antichi sapori, quasi un po' simili metaforicamente a quelli che si respirano nelle cantine dei vini pregiati: una tra queste si configura in una storica società scozzese sorta nel 1872 a Glasgow, con uno stadio da più di 50 mila posti a sedere e una tradizione calcistica costruita di decennio in decennio, con intere generazioni in grado di urlare con la stessa voce.

Si tratta proprio del Rangers Football Club, un’autentica realtà in cui il calcio non è considerato solo come un semplice gioco: sorta come un piccolo centro rurale attorno al fiume Clyde, la città di Glasgow conta ad oggi più di mezzo milione di abitanti, un dato che racconta come la storia abbia deciso di trasformare questo minuscolo angolo di mondo in uno dei luoghi più conosciuti in assoluto.

Il corso degli eventi che vede protagonista il club che rappresenta direttamente quella che un tempo era conosciuta come la "seconda città dell’impero britannico", racconta di epoche ricche di successi nazionali ed internazionali, tra cui spicca il memorabile trionfo nella Coppa delle Coppe della stagione 1971-72, in cui gli uomini al comando del tecnico William Waddell si imposero per 3-2 sugli avversari della Dinamo Mosca. In seguito la formazione scozzese continuò a far parlare di sé grazie a diverse apparizioni importanti in Coppa dei campioni, nello stesso periodo in cui anche altre squadre provenienti dallo stesso campionato, magari meno blasonate come Aberdeen e Dundee United, si prodigavano in indimenticabili conquiste europee; era l’epopea del calcio scozzese, un momento storico fondamentale per quella che ad oggi sembra essersi trasformata in una dimensione professionistica di seconda fascia.

A testimonianza di come si sia ridimensionata tale realtà calcistica ci sono i risultati, netti e spiazzanti sotto ogni punto di vista, per non parlare del clamoroso fallimento del Rangers nel corso della stagione 2011-12, con una consistente porzione del popolo di Glasgow che vide realizzarsi con i propri occhi un incubo della peggior specie: ripartire dalla quarta e ultima divisione nazionale, questo l’obiettivo posto in alto dalla nuova società, la quale a giudicare dai progressi registrati negli ultimi anni sembra essere riuscita nel proprio impegno.

Nella precedente annata la formazione guidata da Steven Gerrard, icona del Liverpool negli anni 2000 e non solo, si è qualificata per i preliminari di Europa League grazie ad un eccellente secondo posto conquistato dietro ai rivali storici del Celtic: da registrare anche un dignitoso cammino in Europa con una terza posizione raggiunta nell’infuocato girone G, con Villareal, Rapid Vienna e Spartack Mosca.

A prendersi il palcoscenico tra le tante note positive della scorsa stagione è stato l’attaccante colombiano classe 1996 Alfredo Morelos, capace di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere nell’edizione 2018-19 della Premiership scozzese: potrebbe però essere il prologo di una possibile esplosione nel calcio che conta per questo ragazzo di 23 anni, ancora giovane e dalle qualità non indifferenti.

Uomo d’area oltre che rapido nello scatto, il colombiano incarna perfettamente le caratteristiche tecniche del centravanti moderno, in grado di svariare su tutto il fronte offensivo: sono tanti, anzi tantissimi i goal segnati in carriera, 98 in 162 presenze in gare ufficiali disputate tra Independiene Medellìn, HJK Helsinki e Glasgow Rangers, con un percorso ancora tutto da scrivere, anche perché la nuova stagione sembra essere iniziata nel migliore dei modi, con 4 reti realizzate in soli due match.

È stato infatti proprio lui a trascinare i propri compagni oltre l’ostacolo rappresentato dal St Josephs di Gibilterra, attraverso un agevole 4-0 all’andata e un rotondissimo 6-0 al ritorno.

Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica, o almeno sulla figura del giovane colombiano sembra non mancare neanche qualche neo comportamentale: lo stesso Steven Gerrard non ha mai nascosto la sua intolleranza verso certi limiti mostrati dal ragazzo in merito all’aspetto motivazionale nei momenti cruciali del campionato, gli stessi che non gli hanno permesso di muovere un ulteriore passo in avanti verso la consacrazione. Su di lui si sono già attivate le sirene del calciomercato anche perché di fronte ad un’offerta rilevante il club non si opporrebbe alla cessione: i rumors discutono di un possibili interesse da parte di West Ham e Crystal Palace, con il prestigioso palcoscenico della Premier League inglese pronto ad accogliere quest’interessante diamante grezzo.