Mi auguro che la redazione mi consenta di rispondere (pubblicando anche il mio umile articolo) al servizio esclusivo che Giancarlo Padovan, senza tante mezze misure, ha dedicato ieri sera alla partita Inter-Benevento.

Vorrei poterlo fare con una premessa e due considerazioni. La premessa è che quando si scrive di calcio, soprattutto nel nostro Paese, sarebbe buona norma pesare un po' le parole. E soprattutto se a farlo non è un tifoso qualunque ma un giornalista noto, nonchè scrittore, opinionista, dirigente federale, allenatore, insomma una persona con un seguito non indifferente. L'ultima cosa di cui il calcio italiano ha bisogno è qualcuno che soffia sulle polemiche, ravvivandole ad ogni occasione e fornendo alla tifoseria becera, di cui lo stivale è pieno ad ogni latitudine, lo spunto per sentirsi rappresentata nei suoi sfoghi più sguaiati, come molti di quelli che hanno accompagnato questo articolo. Parliamo di calcio, della partita (ieri sera la mia Inter è stata inguardabile e non meritava di vincere) ed evitiamo le chiacchiere da bar, ne guadagnerebbe tutto il movimento. E se proprio siamo preda di quel friccicorino interno per cui non possiamo smettere... beh allora, per coerenza, usiamo lo stesso metro per tutti, e diamo uguale risalto ad ogni episodio che riguardi Inter, Roma, Juve, Chievo o Salernitana!

Ma veniamo alle considerazioni. La prima è puramente tecnica e riguarda gli avvenimenti di ieri sera a San Siro. Ci sono stati due episodi dubbi, uno per area. Da una parte Cataldi che sembra franare addosso a Ranocchia, dall'altra Eder che sembra avere un contatto con un difensore. Personalmente mi sembrano ambedue dei non-rigori, di quegli episodi che rientrano in quella ampia zona grigia di soggettività che avremo sempre nel calcio (a titolo di esempio ho già letto interpretazioni diversissime sul rigore concesso oggi alla Lazio su mano di Peluso...). E ci sono state delle sviste per motivi diversi gravi: Gagliardini andava probabilmente punito con un rosso diretto per un suo intervento che non è stato invece nemmeno sanzionato, e Candreva non andava ammonito per un scontro fortuito tra due giocatori della squadra campana. Molte volte è impossibile valutare in modo uniforme un episodio semplicemente perchè esiste una discrezionalità interpretativa (ancor oggi si discuite se quello di Montero su Ronaldo fosse veramente fallo e le cose non sono cambiate sino alla manata in faccia di Chiellini a Belotti che ha visto fronteggiarsi innocentisti e colpevolisti forti di eguali motivazioni).

La seconda considerazione parte invece dal titolo dell'articolo Inter favorita da Pairetto e da una frase al suoi interno "...l’assistenza arbitrale non è infallibile, né al di sopra di ogni sospetto". Insomma non soltanto si dà per certo che l'arbitro, tra l'altro torinese e quindi a questo punto di chiara fede granata, abbia favorito i nerazzurri, ma vi si aggiunge il carico a coppe che il VAR sia in malafede (non vedo altre interpretazioni ad una frase simile). Personalmente ho sempre ritenuto la moviola un buon ausilio per chi arbitra, ma non in questo scalcagnato Paese, fatto di dietrologi, complottisti, cospiratori pronti a vedere non il marcio in Danimarca ma sicuramente in quell'ettaro di prato verde dove la propria squadra è sempre penalizzata e dove favoriti sono sempre gli altri.

Caro Padovan, lei scrive bene, è già questo merita un plauso in questa Italietta in perenne lotta coi congiuntivi e in crisi di fronte a Tweet diventati insopportabilmente lunghi coi loro 280 caratteri. Cerchi anche di scrivere Bene, senza aizzare le folle, evitando di sembrare un giornalista di parte che attacca una fazione difendendone un'altra, ma soprattutto accettando che quanto accade nel rettangolo verde non è sempre bianco o nero, ma cade molto più spesso in una scala di grigi, la cui interpretazione esatta, spiace dirlo, non ce l'ho io ma non ce l'ha nemmeno lei, semplicemente perchè non esiste. Evitiamo di trasformare questi grigi in una inutile e pericolosa battaglia