Tempo di calciomercato, per i tifosi il momento più bello, quello di sognare come rafforzare la propria squadra e come spendere tutti quei milioni, fantasiosi o reali, necessari per comperare i calciatori. Cifre che sembrano di poca importanza, quando nella realtà incidono in modo uguale o superiore a bilanci annuali di intere nazioni. Non a caso la nostra Serie A viene equiparata ai settori economici più importanti e trainanti dell'economia italiana. In attesa che il calcio giocato catturi tutte le attenzioni di tifosi e appassionati è tempo di analisi e discussioni.

Resto sbigottito nel constatare con quale facilità giornalisti e opinionisti possano discutere di mercato o di stipendi da 5, 6, 10, 12 Milioni di Euro, che logicamente non sono loro a dover pagare, arrivando sempre alla conclusione che siano richieste comprensibili e giustificate. Ma allora la pandemia, le richieste di tagli salariali e tutte le difficoltà economiche, non sono servite a nulla?. Tutto normale, come o peggio di prima, sparite tutte le difficoltà con il calcio e i tifosi sotto la solita campana di vetro e un mondo a parte, parallelo? Se  siamo noi, nel ruolo di tifosi, i primi a prendere una posizione, totalmente sbagliata, spalleggiando le richieste dei giocatori e di una "illogica metodologia", allora non c'è via di uscita. Ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, vale il principio che "Etica e Buon Senso" interessano solo se ad applicarle sono tutte le squadre del mondo, tranne la propria. Il titolo : "la quadratura del cerchio" è la dimostrazione di una soluzione  geometrica impossibile, la medesima che in campo economico, sta cercando di affrontare il Fondo Elliott, proprietario del Milan. Abbassare il tetto degli ingaggi, raggiungere il pareggio di bilancio e con esso una sostenibilità economica che non è realizzabile senza riuscire ad abbattere tutta una serie di "preconcetti" che stazionano da decenni nel mondo del calcio, tenendolo sotto ricatto, ma che non fanno minimamente parte del "mondo del lavoro", quello reale, fatto di risultati e meritocrazia.     
Per esporre la mia opinione, cercando di essere chiaro e razionale, per prima cosa sono andato a cercare le spese degli ingaggi di questa stagione calcistica delle venti squadre di Serie A.   
La Juventus guida la comitiva con 236 Milioni. CR7 con lo stipendio di 31 Milioni, a cui aggiungere la tassazione corrente, il Campione più pagato di tutto il campionato e la prima cosa che mi è balzata agli occhi è che le ultime quattro società calcistiche di questa apposita classifica: Spezia 22 Milioni, Crotone 23, Verona 24 e Udinese 31, hanno costi uguali o inferiori al solo calciatore portoghese. L'Inter è al secondo posto con 149 Milioni, molti dei quali neppure pagati, ma questa è solo una battuta. Lukaku con 7,5 milioni il giocatore più retribuito. Quindi Roma 112, Napoli 105, Milan 90, Lazio 83. Più staccate, Fiorentina 55, Torino 51, Cagliari 46, Bologna 43 e mi fermo all'Atalanta, undicesima con una spesa totale di 42,6 Milioni. Dati recuperati attraverso Google.

L'Atalanta, che da tre anni conquista regolarmente la qualificazione Champions, che ha uno stadio di proprietà e che ha sempre avuto uno o il migliore settore giovanile italiano, spende meno della metà del Milan, quasi un sesto rispetto alla Juventus, riuscendo anche ad ottenere risultati migliori in Champions. Come mai  i suoi giocatori non sono a chiedere continuamente aumenti di stipendi? E quale logica spinge i tifosi Milanisti ad evidenziare che bisogna aumentare gli ingaggi, come se la nostra squadra avesse ottenuto chi sa quali vittorie? Ricordo che Rodrigo De Paul, sogno di mercato rossonero, all'Udinese guadagna un Milione all'anno, con rendimento ben superiore del nostro Calhanoglu che pretende il quintuplo. Noi tifosi non possiamo perdere di vista il reale valore del denaro, che vale per qualsiasi lavoro e nessuno può avvalersi di chissà quale vantaggio perchè a chiederlo è un giocatore che veste la maglia della squadra che tifiamo. Ditemi in quale lavoro quando si fa una richiesta di aumento salariale si pretende il 100%. Totalmente assurdo. Eppure è quello che succede al Milan quando un giocatore arriva a scadenza. ed è sul capitolo rinnovi, che ci sarebbe da ridere, cosa che sono convinto facciano i proprietari a Londra o New York, poichè siamo fuori da ogni logica. Sorvolando sul portiere, che ha rifiutato 7Milioni più uno di bonus, più per tutelare la commissione di 20 Milioni del suo famosissimo procuratore, Mino Raiola, che per reali offerte ricevute da altre squadre. I complimenti sono obbligati. Torniamo a Calhanoglu che guadagnava 2,5 milioni, senza entusiasmare più di tanto e a fronte di un'offerta di quattro, con un 60% di aumento, pretende il raddoppio di stipendio, per non andare via. Cosa autorizza questa richiesta, forse i pali colpiti o le imprecazioni di moltissimi tifosi ?  Stesso ragionamento che vale per i giocatori in scadenza nel 2022 pronti a  fare richieste non certo proporzionali ai risultati sportivi ottenuti sul campo. Calabria, Romagnoli e Kessie chiedono il doppio del loro stipendio attuale e il solo Frank, passando da 2,5 a 5 può aver garantito prestazioni allineate alle richieste. Pretese che i giocatori di quasi tutte le altre squadre non hanno minimamente, felici già di poter giocare. Allora diventa comprensibile quando la nostra proprietà, più attenta a tenere i conti in ordine, che a vincere titoli, guarda all'Atalanta come ad un modello da imitare.                                                       

Forse l'unica soluzione praticabile è quella di azzerare tutto. Come stanno facendo, lasciare andare i contratti in scadenza, ammortizzando gli acquisti, senza rincorrere rinnovi troppi costosi e acquistando altri giocatori, possibilmente più forti, poichè a quanto pare è consuetudine di troppi di  indossare questa maglia e pretendere guadagni faraonoci, anche senza vincere nulla e meritarseli. Sono cose che vanno dette. A costo di giocare solo con ragazzi. Oppure è una colpa trovare giocatori come Theo Hernandez e fargli un contratto inferiore ai due milioni ? Certo, so bene che in molti non condividono questa strategia è ciò può essere comprensibile perchè il Milan ha una storia, vittorie e talmente tanti sostenitori in ogni angolo del mondo che garantiscono una visibilità ben superiore a moltissime altre squadre. Ma questa è la realtà e fino a quando non verranno incrementate le entrate sarà impossibile ragionare in modo diverso. Il Milan attualmente è lontanissimo dalle prime venti società mondiali per monte ingaggi e di logica per le entrate pubblicitarie e di altra natura. Il Barcellona è primo con 529, poi il Real Madrid 431, PSG 337, Manchester UNT 334 e Bayern Monaco 315 e il Crystal Palace squadra inglese ai più sconosciuta è ventesimo con 132. Facile constatare quanto il Fair Play finanziario abbia fallito, creando divisioni incolmabili. Il terreno perduto è tanto e lo potremo valutare giocando la Champions della prossima stagione, come Davide contro Golia, da sfavoriti, ma non da sconfitti, in un lungo tragitto intrapreso per poter tornare in alto e competere per vincere. Da tifoso, capisco e accetto, che ogni giocatore possa pretendere lo stipendio che ritiene più giusto e opportuno, ma ciò non implica che la squadra per cui faccio il tifo debba agire senza strategie adeguate al momento e in linea con ben altre realtà. Devo confessare che la strada intrapresa da questa proprietà, per quanto riguarda gli ingaggi, mi piace, ha una logica e ogni vittoria, se verrà raggiunta, avrà un valore ancora più grande. Certamente sarà difficilissimo superare chi dispone di risorse ben maggiori, ma ci sono esempi come il Lipsia che autorizzano all'ottimismo. Al calcio, come a qualsiasi altra disciplina di squadra, servono i grandi campioni, ma anche tutto il contorno, fatto di giocatori normalissimi, ma senza i quali lo spettacolo non potrebbe andare in scena. Certamente ci sono le scorciatoie, come una Super Lega, per pochi, solo con partite bellissime, lasciando l'erba alta sui campetti di provincia, la passione affievolirsi e con essa l'interesse di moltissimi. Può essere una soluzione, ma noi milanisti conosciamo il sapore sia delle vittorie che delle sconfitte. Non ci interessa partecipare per diritto, ci piace conquistarlo sul campo e gli ultras davanti a Casa Milan a festeggiare il secondo posto ne sono stati la dimostrazione più nitida.

Il Milan è stata la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni. In bacheca oggi ne ha sette, vinte in decenni diversi e altre se ne aggiungeranno, perchè ci saranno sempre giocatori a vestire i nostri colori e saranno loro e non i soldi, a fare gol e ad alzare i trofei.                            Ecco che il cerchio è chiuso, come un pallone, che con il quadrato non ha nulla da spartire.