Primi alla seconda pausa di campionato. 17 punti dopo sette giornate, frutto di cinque vittorie e due pareggi, quest'ultimi oltretutto che meritavano maggior fortuna, magari la vittoria, fra incertezze, infortuni e sviste arbitrali che contro Roma e Verona, hanno impedito il filotto completo. Alzi la mano il tifoso Milanista che a distanza di un anno, quando Giampaolo venne cacciato dopo tre vittorie e quattro sconfitte, pensava che ciò potesse accadere. Neppure Suma o Pellegatti, speravano si potesse arrivare a tanto.

Dobbiamo essere onesti e ricordarci tutte le critiche che abbiamo scagliato contro la Società, non abbiamo risparmiato nessuno da Pioli, ai giocatori, dalla Dirigenza alla Proprietà, sprofondati nella delusione che stava offuscando ogni giudizio, certi solo del fatto di aver perso un'altra stagione, con l'aggravante di una pandemia in arrivo. Se il nostro amore/disgusto/odio, aveva delle motivazioni, le analisi dettagliate di stampa e addetti ai lavori servivano solo a confermarci il declassamento del Milan fra le squadre destinate a non vincere più. Solo il "santone tedesco", Ralf Rangnich, uomo Red Bull, avrebbe potuto indicare la strada ed è stato un susseguirsi di elogi per spianargli la via verso Milano.

Fortuna vuole che, sarà per esigenze di bilancio, sarà perchè i risultati del campo iniziavano ad essere molto più che confortanti, o semplicemente perchè Gazidis iniziava dopo due anni a capire qualche parola di italiano e quindi le indicazioni di Paolo Maldini, fatto sta che dopo la vittoria di Sassuolo, la conferma di Pioli e un'idea di squadra, iniziarono a prendere forma.

Ora, mentre i tifosi sono giustificati dalla loro passione e partecipazione, come fanno quei giornalisti che tanto criticavano Pioli o Maldini, non ritenendoli all'altezza dell'incarico, a salire oggi sul carro dei vincitori? Ci vuole una bella faccia.
Come mai nessuno evidenzia ciò che era "chiarissimo a pochi" e cioè che Rangnich fosse poco adatto al calcio italiano? Come mai un tecnico così bravo è a casa senza contratto o proposte, privo di alcun impegno con la Red Bull che ha preferito liquidarlo? Risposte che non leggeremo su nessun quotidiano, perchè oggi è di moda criticare Conte o Pirlo, così come è semplice elogiare Zerbi, non vedere l'ottimo lavoro di Fonseca o Juric, oppure valutare Gattuso o Mihajlovic senza essere influenzati dal risultato della singola partita.

Vedete, non pretendo certamente che un bravo giornalista abbia giocato a calcio, il suo compito è un'altro, ma chi veste i panni dell'opinionista e distribuisce pagelle e soluzioni, come fossero verità assolute, dovrebbe avere almeno il dono di saper essere "equilibrato" e sufficientemente preparato sull'argomento, cosa che viceversa succede raramente.

A ben guardare la squadra che oggi è prima in classifica non è né fortissima né invincibile. Non è stata rafforzata come speravamo e come sembrava possibile, priva di alternative in ruoli fondamentali, come portiere o centrale difensivo, confermandosi la più giovane squadra del campionato. Eppure questa squadra è prima in classifica, frutto di tanto lavoro, della bravura dell'allenatore e del suo staff, della crescita di molti giocatori che non avevano ancora espresso le loro reali qualità e di una compattezza di uno spogliatoio smarrita da anni e finalmente ritrovata intorno a un leader indiscusso come Zlatan Ibraimovic, un giovane di 39 anni che, come il vino buono, invecchia migliorando. Fra i tanti meriti da attribuire al "Presidentissimo", Silvio Berlusconi, possiamo aggiungere anche l'aver capito, prima di altri, l'importanza di avere in squadra un nucleo di giovani e italiani. Gigio, Calabria, Locatelli e Cutrone dovevano essere solo l'inizio, ma Galliani non lo seppe fare e poi si preferì la cessione. Oggi si sta ripercorrendo quell'idea, certamente si potranno sbagliare degli acquisti, ma consapevoli dell'importanza della "sostenibilità economica", quella che  non fissa più nella vittoria l'obiettivo primario, ma piuttosto in un "insipido" quarto posto, ecco che anche il tifoso più accanito deve alzare bandiera bianca. 

Gustiamoci il momento e la classifica, Calabria che sembra Cafù, Kjaer più forte di Stam, il gigante olandese, Gigio, come Cudicini, Ibra come Van Basten e poi, non svegliatemi, perchè essere milanista sarà sempre bellissimo a prescindere da classifica e giornalisti.