Ricordo ancora quando da bambino mio padre, di fede interista, mi portava a vedere le partite del mio Milan. Quelle sere che dopo lavoro si presentava a casa con i biglietti era giorno di festa per me. Passavo le notti che precedevano la partita ad immaginarmi lo stadio con tutti i suoi colori e i suoi suoni, immaginandomi immerso in quell'atmosfera che solo a San Siro si respirava. Amavo i colori, le luci, i canti, i fumogeni, le bandiere e tutto il frastuono delle ottantamila persone sempre presenti nelle grandi occasioni. Per il me bambino, San Siro era più eccitante di qualsiasi Luna Park. Quando poi arrivava la sera della partita, entrato nel mio settore (solitamente terzo anello) ,guardavo sempre ammaliato la curva del milan che ruggiva e fremeva ogni volta che la squadra scendeva in campo. Novanta minuti di pura passione. Erano gli anni di Shevchenko e Inzaghi di Maldini e Costacurta, un mix di campioni delle glorie passate come Sebastiano Rossi e volti nuovi e promettenti come Dida o Gattuso. Sono i primi anni 2000. Il tempo passava e io iniziai ad andare con il mio migliore amico, di nascosto dai nostri genitori, alle nostre prime partite nella curva del Milan: La Fossa Dei Leoni. Era il triennio 2003-2006 in cui ancora quando il Milan giocava in casa San Siro si vestiva a festa. Il popolo milanista unito dalla fede e dalla passione si riversava nel ventre di San Siro come un un fiume in piena. Il Milan era sul tetto del mondo. Seguire quella squadra era un vanto e un orgoglio per noi giovani ma anche per chi più grande di noi aveva vissuto gli anni del totonero e della serie B sempre affianco a questi colori. Nel 2007 ci fu la vittoria di Atene. In piazza Duomo a San Siro, ricordo che tra le lacrime guardavo Inzaghi baciare quella cosi amata coppa che due anni prima ci era stata ingiustamente strappata dalle mani dalla sorte. Era le settima coppa dei campioni. La quinta in trent'anni. Purtroppo da li in poi il Milan è scivolato sempre più in basso. Ricordo i primi fischi di San Siro già nell'ultima era Ancelottiana. Ci fu poi il 2010 unico illusorio anno di un ritorno al vertice. Due estati dopo la squadra fu smantellata e tra gli addii dei senatori come Nesta,Gattuso,Seedorf,Inzaghi e le partenze inaspettate di due Top Player del calibro di Ibrahimovich e Thiago Silva il milan si ritrova in un momento di cambiamento radicale. In momenti delicati come questi c'e bisogno di una società forte e capace di maturare un cambiamento che porti a nuovi fasti. Ma proprio la società,tanto forte e invidiata nel mondo, in quegli anni è venuta a mancare nella vicinanza alla squadra e ai suoi risultati. Da li in avanti il Milan è sceso dal tetto del Mondo fino agli scantinati della serie A e il popolo milanista, distrutto da questi anni di caotiche decisioni e sconfitte, si è disperso rendendo San Siro lo spettro di se stesso. Ora quando ogni domenica vado allo stadio e vedo "la casa del Milan" così vuota sento in me una grande disillusione. Quel luogo magico che da bambino mi regalava così tante emozioni ora è un posto vuoto e freddo. I canti di festa e il calore della gente piano piano sono spariti sotto una coltre di mediocrità dettata dai risulti e dai falsi progetti sbandierati dalla società prima tanto gloriosa. Aspetto anni migliori sia sull'aspetto sportivo\gestionale sia su quello del tifo. Forse ci vorranno ancora moltio anni prima che il Milan torni ad essere il MILAN, ma io sogno ancora quelle notti di champions e quelle sere a San Siro. Forza Milan ora e sempre!