Il miglior augurio che l'Italia calcistica nazionale può sperare è che il neo selezionatore Roberto Mancini comprenda al volo dov'è che bisogna mettere le mani per cercare di uscire dal grigiore degli ultimi anni.
La Nazionale non può essere gestita come un club e necessita oltre a conoscenze di natura tecnica, doti di intelligenza calcistica ed extra  calcistica.
Ed è qui che Mancini ha già dato un segno di vivacità ed ha portato punti a suo favore.
Con l'attacco schierato contro la Polonia (Insigne,Chiesa,Bernandeschi), è riuscito finalmente a dare una sterzata, si spera definitiva e, ad indirizzarci verso una nuova era probabilmente più vincente di quella degli ultimi anni,  dimostrando di essere superiore ai suoi recenti predecessori.
Ha maturato e messo in atto, quello che è sotto gli occhi di tutti, ma che nessun allenatore attuava, vedasi Ventura, e cioè che in questo periodo calcistico l'Italia è priva da centravanti da Nazionale.
E sì, mi sono spiegato bene da NAZIONALE.
Ci sarebbero i due più accreditati al ruolo e cioè Immobile e Belotti e più indietro i vari Zaza,Berardi,Pavoletti,Quagliarella... (uno che non ha mai segnato caterve di goal, l'altro che non è mai esploso, l'altro ancora che è totalmente privo di esperienza internazionale, ma vive solo del momento positivo e l'ultimo che è alla fine della sua carriera) e poi... poi il vuoto. Poi facciamo ridere a tutti e ridiamo tutti, solo pensando ai nomi dei centravanti delle altre nazionali rivali.
Un discorso a parte merita ovviamente Cutrone, il quale al momento è troppo giovane per sobbarcarsi del peso e della pressione che il ruolo necessita.
Considerando che le grandi squadre del calcio  italiano si sono affidate  in quel ruolo chiave ad atleti di altre nazionalità vedasi Higuain,CR7,Icardi,Dzeko,Milik, il Mancio ha fatto quello che doveva fare, ma che nessuno però faceva.
Ha capito che Immobile e Belotti almeno per il momento, e qui  sta l'intelligenza sopraffina e da non sottovalutare del tecnico, soffrono di una medesima "sindrome" , dove le colpe sono da dividersi in egual misura tra i loro presidenti, e loro stessi.
Lotito e Cairo che li hanno resi inaccessibili e quindi invendibili dato le loro super valutazioni fuori mercato e loro che si sono sentiti unici ed ultra protetti dai loro ambienti, tanto da essere incapaci di esprimersi agli stessi livelli dei loro club, in nazionale.
Tra l'altro i due non devono avvilirsi più di tanto dato che esiste un loro ben più famoso collega che soffre della loro stessa sindrome che risponde al nome di Leo Messi.
Ricapitolando, Mancini si affiderà data la loro giovane età che è garanzia di futuro, a Chiesa e Insigne, con Cutrone possibile  pretendente al ruolo di punta centrale e con Bernandeschi alternativa  sulle fasce, il tutto supportato dalla tecnica sopraffina dei centrocampisti Verratti e Jorginho che per fortuna nostra non soffrono di nessuna sindrome e dal pacchetto difensivo che è il più completo e con più prospettive di crescita a livello mondiale.
I menagrami se ne possono stare buoni perché adesso per loro è tempo di vacche magre.
Mancini invece ci sta guidando finalmente verso una nuova era calcistica moderna e vincente.