La Juventus cambia, lo fa con "prepotenza e decisione", lasciando di stucco la totalità o quasi dei tifosi bianconeri. Devo ammettere che un po' me lo aspettassi, era evidente a tutti che Sarri sarebbe stato sollevato dal'’incarico. Troppo importante la partita di Champions e troppo decisivi i passi falsi in Supercoppa e Coppa Italia, oltre a tante "piccole" divergenze con società e calciatori. Continuo però a cavalcare la stessa lunghezza d'onda, trovo che non fosse poi tanto giusto esonerare il tecnico toscano, e che egli meritasse una seconda occasione, in una nuova stagione che ci auguriamo tutti possa essere normale. La rivoluzione tanto attesa si è parzialmente compiuta, Agnelli ha prevalso su tutti, con una scommessa azzardata sotto tanti punti di vista. Una sorta di rivincita rispetto alla scelta del duo Paratici-Nedved dello scorso anno. L'arrivo di Pirlo rappresenta uno spartiacque decisivo per il futuro della squadra.

L’avanzare dell’età media di alcuni calciatori, il malcontento generale dei giocatori stessi e dei tifosi, hanno imposto alla dirigenza una scelta precisa, quella del cambio di guida tecnica. Ma siamo così sicuri che sia stata una scelta giusta? Ovvio che il campo porterà con sé il verdetto finale, come da qui a 9 stagioni lo è stato. Però è anche vero che la scelta fatta dalla dirigenza sia stata, a mio avviso, un po' troppo affrettata e dettata soprattutto da esigenze di mercato (come l'ostinarsi a non accettare l'inadeguatezza di alcuni reparti) e malumori interni allo spogliatoio (probabilmente dei senatori e di alcuni big; due su tutti Buffon e Chiellini). Perché interrompere un progetto che è stato avviato a maggio dello scorso anno, con l'esonero di Allegri, per ripartire nuovamente da zero e accompagnati da così tanti dubbi? Questa è la prima domanda che mi sono posto. Se la scelta, un anno fa, era stata quella di un cambio di filosofia, di mentalità della squadra, passando in primis dal gioco, ci si è invece accorti che quest'anno sarebbe stato utile fare un passo indietro rispetto a quella stessa scelta. È un controsenso clamoroso, non si è avuta la pazienza di aspettare, consegnare le chiavi della squadra totalmente in mano a Sarri, dandogli veramente la piena fiducia che forse ha dimostrato di meritare in tutti questi anni di carriera. Cosa che durante quest'anno non c'è mai stata totalmente.

Se è vero che come dice Paratici e come ha sostenuto anche lo stesso Sarri nell'ultima conferenza stampa pre-Lione, le scelte sul futuro del tecnico non sarebbero dipese dall'esito della partita stessa, è anche vero che è stata lo spartiacque decisivo verso la bocciatura del tecnico toscano. Basti pensare a quando qualche giorno prima, durante la conferenza stampa di presentazione di Pirlo come nuovo tecnico dell'Under 23, sia neo-allenatore che presidente, fossero concordi sul dire che il processo che avrebbe portato quest'ultimo a poter allenare la prima squadra, sarebbe stato graduale e soprattutto motivato da risultati convincenti e confortanti. È evidente quindi che la promozione di Pirlo sulla prestigiosa panchina dei campioni d'Italia, sia stata una scelta maturata sempre di più negli ultimi giorni e soprattutto nel dopo Lione, anche perché di evidenze che ci dimostrano la bravura di Pirlo come allenatore non ce ne sono, proprio per la poca esperienza che possiede in questo ambito. Sono convinto che se fosse andata diversamente questa partita, Sarri sarebbe stato confermato anche per la prossima stagione a prescindere dall'esito della final-eight di Lisbona. Altrimenti perché presentare quello che sei certo essere il tuo futuro allenatore, o comunque nella lista dei possibili papabili, solo qualche giorno prima di un match decisivo? Se sei certo che, vada come vada, sarà lui la tua scelta, aspetti solo la fine della stagione per ufficializzare questa cosa. Ma così non è stato, Pirlo è diventato l'allenatore dell’Under 23, e tale sarebbe dovuto rimanere. Se pensi di promuoverlo dopo poco non lo presenti così a ridosso di una partita determinante. È evidente quindi che la scelta di Pirlo sia stata presa solo in considerazione del match di Champions.

Sono sempre stato propenso ad accettare ogni scelta del presidente, perché i risultati in questi 10 anni di gestione parlano da soli. Ma questa volta mi sento di dover andare controcorrente e pensare che questa sia stata una decisione maturata più da necessità di mercato e malcontenti generali, rispetto a quello che realmente il campo abbia realmente detto. Sarri ha avuto a disposizione una rosa tutto sommato ben assortita, ma non l'ideale per il suo sistema di gioco e per le sue caratteristiche, soprattutto non l'ideale per poter ambire a vincere la coppa dalle grandi orecchie. È evidente che i piani alti della società non se la sono sentita di puntare ancora sul tecnico di Figline, che avrebbe sicuramente chiesto e preteso, giocatori molto più affini, in una sessione di mercato rifondatrice. Per chi avesse letto il mio ultimo articolo sul blog, sa già cosa penso della rosa della squadra di quest'anno. Credo che un ciclo sia finito e un altro se ne debba aprire, ma partendo da una rivoluzione in primis sui giocatori. A mio modesto avviso la scelta del tecnico è dipesa da due aspetti fondamentali: il poco tempo a disposizione per scegliere, dato dalla nuova stagione che è alle porte, e dalla poca scelta sul mercato degli allenatori. Si è deciso quindi di puntare su un tecnico che conoscesse bene l'ambiente, un grandissimo ex-calciatore, il migliore nel suo ruolo e soprattutto un uomo dallo spessore morale ed intellettuale elevatissimo. Il che abbinato alle grandi conoscenze che possiede, derivate da un profondo studio per diventare allenatore, e dall'esperienza internazionale data dai successi di una lunga carriera, hanno fatto sì che il profilo numero uno per la successione di Sarri fosse il suo. Pirlo gode di profonda stima anche da parte dei senatori, e soprattutto da quel CR7 che tante volte lo ha affrontato in carriera. È evidente quindi che la scelta sia dipesa anche dai pareri dei pezzi da 90 nello spogliatoio, convinti probabilmente di poter sopperire alla poca esperienza del nuovo allenatore, con le grandi individualità che possiede la rosa juventina. Come a voler dire, aiutiamoci l'un l'altro e sicuramente con la forza di una grande società e di un grande gruppo, ce la faremo.

Come al solito solo il campo ed il tempo ci consegneranno il verdetto finale, se sia stata una scelta giusta o meno non possiamo saperlo a priori, quel che è certo, è che sarò felicissimo di essermi sbagliato, ed ogni altra considerazione sarà fatta più avanti, quando saranno i soli risultati a parlare per tutti.