Nelle situazioni difficili è spesso fin troppo semplice puntare il dito ed esprimere un giudizio. Così come, d’altro canto, salire sul carro dei vincitori è l’azione più semplice di questo mondo. Probabilmente bisognerebbe esprimere le proprie idee, sempre, nei momenti “neutri”, ossia quando è maggiormente possibile dare un giudizio non viziato. Proviamo ad applicare questi pensieri al mondo Juve!

La posizione di Massimiliano Allegri sta diventando via via sempre più scomoda, che sia per il gioco espresso o per i risultati, la maggioranza del popolo juventino inneggia un cambio di mentalità forte ed immediato. Non mancano però i sostenitori del mister, visibilmente (e giustamente) attaccati ai risultati degli ultimi cinque anni. Volgendo uno sguardo al percorso intrapreso quasi cinque anni fa, resta innegabile come Allegri sia stato decisivo nella consacrazione di una squadra che non poteva sedersi ad un ristorante di classe con 10 euro in mano. Per essere chiari: Conte ha intrapreso la strada giusta, Allegri ha portato la squadra al top.

E ora? Arrivati ad un certo punto della stagione bisogna iniziare a tirare le somme… certo, la stagione non è conclusa! Ma i grandi Team alcuni ragionamenti devono farli prima. Tra i ragionamenti da fare c’è sicuramente il seguente: la Juve delle ultime due stagioni è in leggero declino! Le migliori stagioni del tecnico Livornese sono state tre, per essere più precisi le prime tre. Queste tre stagioni, seppur diverse tra loro, hanno in comune un punto di svolta (ci limitiamo ad analizzare le evidenze). Nella prima stagione di Allegri il passaggio al rombo è stato decisivo per arrivare in finale di Champions, con la consapevolezza di aver fatto un percorso straordinario. Nel secondo anno del mister, anno rivoluzionario, la scintilla è stata a livello mentale ed ha permesso alla Vecchia Signora di rimontare e vincere il campionato. Così come nella terza stagione in esame, il passaggio al 4-2-3-1 ha espresso gioco ed ha ottenuto risultati importanti.

Nelle ultime due stagioni la scintilla non è scoccata, la qualità della rosa è aumentata eppure la qualità del gioco è regredita, le vittorie sono rimaste simili fra loro. Sia chiaro, stiamo comunque parlando di ottime stagioni! Ma l’impressione è che non siano stati “aggiunti mattoncini”.

La genialità del mister ha lasciato spazio all’ovvietà di una rosa superiore che, nel proprio campionato, incontra pochi ostacoli. La voglia di misurarsi in Champions League ha lasciato spazio al terrore di non rispettare le forti aspettative. Poche idee e poca spensieratezza portano dritti ad un inesorabile destino, rappresentato dal divorzio a fine anno. Divorzio che, con ogni probabilità, farebbe bene ad entrambe le parti.