Si chiude con il terzo posto il cammino dell’Italia in Nations League risultato che eguaglia quello raggiunto due anni fa ma che a differenza di quanto prodotto nel 2021 (l’Italia fallirà l’obiettivo Mondiale) ora dovrà servire come carburante per l’ennesima ripartenza del percorso azzurro.
Dalla fase finale del torneo, infatti, Mancini ha senza dubbio tratto alcune conclusioni sul prosieguo del percorso che dovrà portare la Nazionale non solo a qualificarsi al prossimo europeo senza problemi (girone non facile ma siamo pur sempre i campioni in carica) ma soprattutto dovrà servire a creare la Nazionale del domani quella che si spera possa dire la sua al Mondiale del 2026 in America,Messico e Canada.

Al netto degli assenti, del periodo (siamo a giugno con alle spalle una stagione più lunga del previsto grazie anche alle finali europee conquistate dai club) e della sensazione che dal post Europeo la Nazionale continui a mandare segnali contrastanti (a vittorie, vedi girone Nations League, abbina sconfitte, contro l’Inghilterra nella corsa ad Euro 2024), Mancini ha comunque potuto contare su una buona Nazionale che se contro la Spagna ha retto solo un tempo, contro l’Olanda è invece riuscita a portare a casa sia il risultato che una prestazione accettabile (al netto di qualche errore da matita rossa soprattutto in fase difensiva). Due partite, due esiti diversi figli di due prestazioni diverse ma anche di moduli diversi con il più familiare 4-3-3 che dovrebbe aver ormai soppiantato il tentativo di cambiamento proposto dal 3-5-2. Da cosa e da chi dovrà quindi ripartire Mancini e soprattutto da cosa e da chi non dovrà ripartire il viaggio azzurro?

A livello tattico non c’è dubbio che la strada giusta sia proseguire con il 4-3-3 sia perché permette ai giocatori di esprimersi al meglio sia per la grande presenza di esterni offensivi (o di giocatori che possono comunque ricoprire quel ruolo) in questo periodo.
Certo è anche vero che la difesa a tre è spesso utilizzata dalle squadre di Serie A ma bisogna comunque ammettere che dall’inizio dell’era Mancini la difesa a quattro ha dato ampie garanzie. Bisogna poi ricordare come alla fine l’Italia di Mancini abbia sempre impostato con la difesa a tre con un terzino più basso (spesso quello di destra) e uno più alto (a sinistra) cosa questa che potrebbe permettere ad alcuni giocatori abituati come braccetti di giocare lo stesso come terzini più bloccati (vedi Toloi). Proprio la difesa è sembrata essere il reparto più in difficoltà ed è per questo motivo che Mancini sarà chiamato sia a dare forza e vigore al reparto (magari lavorandoci di più anche se bisogna ammettere che il tempo è poco) sia a prendere decisioni che possano dare più certezze alla linea difensiva. A proposito di scelte viene subito in mente il nome di Bonucci apparso fuori forma (sia fisica che mentale) nel primo tempo contro la Spagna dove proprio un suo errore è costato caro alla difesa azzurra.
Cosa fare quindi con Bonucci? Considerando che ora è lui il capitano azzurro e che probabilmente farà parte della spedizione europea appare abbastanza logico continuare a convocarlo (al netto della sua condizione fisica) magari preservandolo se non in forma. Se invece i dubbi sulla sua tenuta (considerando anche che occuperebbe un posto in lista) sono più dei benefici allora conviene chiudere subito il discorso (magari convocandolo per un’ultima partita) e puntare su profili più giovani e in linea con gli standard della Nazionale.
Proprio però guardando i profili convocabili, balza subito all’occhio la grande quantità di centrali mancini piuttosto che destri e la cosa può diventare problematica visto che di solito è più facile trovare una coppia di destri piuttosto che di mancini. Oltre a Bastoni e Acerbi (che appaiano al momento nel pieno del gruppo) sono infatti presenti anche Romagnoli (ottima stagione alla Lazio anche se al momento il giocatore è indietro nelle gerarchie del C.T.) e Buongiorno (autore di un’ottima prova contro l’Olanda che potrebbe favorire il suo ingresso in pianta stabile nel gruppo Azzurro). Di destri, invece, oltre al già citato Bonucci ci sono Toloi (ibrido che piace a Mancini e che potrebbe figurare anche nella lista del prossimo Europeo),Gatti (al momento uscito di scena), Mancini (da tempo ai margini) e Baschirotto (al quale manca però esperienza a livello europeo).
Il profilo più giusto potrebbe diventare quello di Scalvini (ora in Under21) già provato nel ruolo da Mancini e che potrebbe diventare protagonista della Nazionale (anche se nella difesa a tre,per il momento,dà il meglio di sé). Considerando poi la possibilità di adattare a destra Acerbi (ruolo già ricoperto nell’ultime uscite azzurre) ecco che Scalvini potrebbe sostituire alla grande Bonucci qualora si decidesse di cambiare prima dell’Europeo (cambio che comunque avverrà per il Mondiale).

Se la difesa deve ritrovare compattezza, l’attacco deve ritrovare efficacia, visto che preoccupa ancora una volta la troppa difficoltà ad arrivare in zona gol anche se il primo tempo con l’Olanda (e più in generale i tre gol fatti da tre giocatori che ricoprono ruoli diversi) può considerarsi come un piccolo spiraglio di luce nonostante la difficoltà di trovare un bomber principe per la Nazionale.
Immobile al momento è l’unica certezza, anche se le difficoltà in Nazionale sommate ad una stagione difficile dal punto di vista fisico fa senza dubbio scattare l’allarme per i prossimi importantissimi match di qualificazione all’Europeo.
Scamacca è reduce da una stagione deludente in Premier mentre Retegui continua a dare segnali contrastanti visto che da una parte dimostra di essere un uomo d’area (riferimento alle scorse uscite con i due gol in due match) ed è quello che serve alla Nazionale,mentre dall’altra continua a palesare una certa difficoltà a livello tecnico sembrando spesso fuori dal gioco. Insomma è vero che servono gol ma anche gioco per la squadra perché non basta stare in area e aspettare che arrivi la giusta occasione. Ecco perché la questione modulo torna prepotente visto che con il 4-3-3 si può sfruttare sia la presenza degli esterni (i vari Gnonto, Raspadori, Berardi, Chiesa, Zaccagni, Politano) e gli inserimenti delle mezze ali per così mitigare l’assenza di un bomber.

Altro giocatore sotto la lente d’ingrandimento è senza dubbio Zaniolo, sul quale restano sempre vive le speranze su di una sua crescita esponenziale ma che allo stesso tempo lascia più di un dubbio sulla sua collocazione tattica: prima trequartista, poi mezzala fisica, poi esterno d’attacco e alla fine punta. Troppi ruoli e forse fatti anche male visto che le grandi qualità delle quali dispone faticano ad intravedersi e rischiano di restare incompiute per quello che fino a poco tempo fa veniva definito come l’enfant prodige del calcio italiano. Richiamato da Mancini il calciatore del Galatasaray ha deluso sia da punta (in tandem con Immobile) contro la Spagna che da esterno contro l’Olanda. Certo non bastano due partite per bocciarlo ma per meritare la maglia azzurra deve fare e dare di più.

Ci sono, naturalmente, anche le buone notizie date da queste due partite a partire dal centrocampo che resta il fiore all’occhiello del calcio italiano. In attesa di capire cosa ne sarà di Jorginho (in ripresa ma deve ritornare sui livelli dell’Europeo se vuole continuare a giocare in Nazionale) e Verratti (forse con la testa al mercato) Mancini può dirsi soddisfatto della grande crescita di Frattesi che sommata alla presenza di Barella,Tonali, Pellegrini e di Locatelli e Pessina può far dormire sogni tranquilli al C.T. così come la ritrovata vena realizzativa di Chiesa che ci si augura possa ridare spensieratezza ad un ragazzo apparso abbastanza colpito dai problemi fisici e dall’annata fuori ruolo alla Juve (Chiesa non è una seconda punta ma un esterno da 4-3-3 o da 4-2-3-1).
Ottima poi la prova di Dimarco che al di là del bel gol segnato contro l’Olanda ha dimostrato sul campo di meritarsi il ruolo di titolare al momento assegnato a Spinazzola (comunque sempre valido elemento per la Nazionale soprattutto se in forma).