Il Milan può vincere lo scudetto? Con 19 partite da giocare, con 57 punti a disposizione e specialmente con la possibilità di vincere lo scontro diretto con la prima in classifica, l'Inter, pronosticata come la super favorita per la vittoria finale, l'unica risposta logica dovrebbe essere la seguente: "perchè NO? Nothing is impossible". 
Dal giorno del suo arrivo sulla panchina del Milan, chiamato per sostituire in fretta Mister Giampaolo, incapace di calarsi in un ruolo e in una piazza, ben al di sopra delle proprie capacità, Mister Pioli è riuscito non solo a sconfiggere gran parte degli scettici che gli avrebbero preferito Spalletti, ma specialmente di dare una continuità di risultati di cui si era persa ogni traccia. I traguardi raggiunti sono stati positivi, anche superiori alle stesse aspettative della Società, considerata la rosa messa a disposizione. Il primo "filotto" positivo, post lockdown, fatto di 12 partite, con 9 vittorie e tre pareggi, valse la conquista ad una qualificazione alla Europa League che sembrava impossibile. Fu solo l'inizio di quella abitudine a vincere che contraddistingue le grandi squadre. I risultati ottenuti lo scorso anno, con la qualificazione alla Champions, hanno portato continuità e visibilità per tutti. Bel gioco e secondo posto in classifica, con la squadra più giovane del campionato, con troppi infortuni, ma specialmente con una rosa e un monte ingaggi ben inferiore a quelle formazioni, come l'Inter, prima classificata e Juventus, Napoli e Roma, messe alle spalle. L'inizio di questa stagione ha ripercorso ciò di positivo visto in precedenza, continuando a primeggiare in Italia e sfiorando l'impresa, quasi impossibile, anche in Champions, benchè inseriti in un girone proibitivo considerata la differenza con Liverpool, Atletico Madrid e Porto. Il dato di riferimento sono i trentadue punti nelle prime dodici giornate, esibendo un calcio intenso e qualitativo, dando veramente la sensazione di aver colmato ogni gap con avversarie sulla carta ben più attrezzate. Poi, complici i troppi infortuni, di vario genere a cui è impossibile attribuire responsabilità specifiche, un rallentamento, fin troppo similare a quello della scorsa stagione, con un conseguente calo sia di rendimento di gioco che di punti conquistati.                                                                                               

Fare previsioni per il futuro transita obbligatoriamente proprio attraverso la considerazione di quale possa essere il reale rendimento. Se ad esempio il Milan, recuperati gli infortunati, sapesse ripetere quanto già ottenuto in passato e quindi 30 o 32 punti nelle prossime 12 giornate, a prescindere dagli avversari da affrontare, allora la parola SCUDETTO inizierebbe ad avere un significato giustificato e magari tingersi di un piacevolissimo, rossonero. Probabilmente, il distacco dalla vetta della classifica, sarebbe azzerato e  resterebbero da giocare solo 7 partite, con le seguenti avversarie, vista la nuova formula del Campionato, tre casalinghe e quattro in trasferta: Torino, GENOA, Lazio, FIORENTINA, Verona, ATALANTA e Sassuolo e competere fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata, potrebbe significare cogliere una vittoria che avrebbe un valore tanto incredibile, quanto inaspettato. Non è certo un'eresia affermare che la "logica sportiva" ci spinge ad evitare qualsiasi sogno, Considerazione ampiamente condivisa dagli addetti ai lavori e dagli opinionisti che non ritengono il Milan pronto per un traguardo così importante. Eppure i potenziali risultati del campo, se solo si ripetesse quanto di positivo esibito da Mister Pioli, dal suo staff e dalla squadra, anche a fronte dell'unico impegno settimanale da affrontare e del recupero degli infortunati, autorizzano a pensare in grande, cosa che per altro già fanno i giocatori. 
La Coppa d'Africa priverà la squadra per circa un mese di tre giocatori, Bennacer, Kessie e Ballò Tourè e una semplice squalifica arbitrale potrebbe limitare ulteriormente le già poche sicurezze. Se la squadra a disposizione dell'allenatore potesse essere rafforzata con due giocatori fondamentali per cullare questo sogno, ancora meglio se fossero tre, ecco che le probabilità di una vittoria finale potrebbero aumentare in modo notevole. La realtà viceversa porta a ben altro. Senza l’infortunio di Kjaer, la dirigenza avrebbe solo curiosato fra le eventuali occasioni di mercato, fin troppo convinta di avere una rosa, al netto di qualche uscita come quella di Conti e forse Castillejo, competitiva in ogni reparto. Un difensore centrale, un'alternativa a Diaz e un rinforzo a centrocampo. Priorità viceversa necessarie, considerando che Kjaer ha finito forzatamente, la stagione, Kessie saluterà a fine campionato e il futuro di Romagnoli è ancora incerto. Un rafforzamento che, forti dei risultati ottenuti fino ad oggi, autorizzerebbe a pensare realmente che "nulla è impossibile".
Purtroppo Maldini nel pre partita di Empoli Milan è stato fin troppo chiaro nell'evidenziare di non aspettarsi grandi acquisti poichè le priorità di questa proprietà sono indirizzate alla sostenibilità e a bilanci sempre più positivi, concludendo: "Dobbiamo renderci conto da dove siamo partiti, ma questo non vuol dire che rinunciamo ai nostri obiettivi, se ci sarà la possibilità di vincere noi proveremo a farlo, è il nostro lavoro e ce lo impone e il nostro DNA”. Ma il DNA, non gioca a calcio, aiuta sicramente, ma non quanto servirebbe per recuperare i punti di ritardo. Per quelli serve essere più forti degli avversari. Nessuno pretende spese folli, siamo consapevoli delle difficoltà del momento specifico e generale, ma almeno vedere certificata la voglia di provarci, anche senza spendere risorse importante, affidandosi a prestiti o a intuizioni, spesso inutili, ma sufficienti a sconfiggere un'immobilismo preoccupante.

La sensazione è che la vera missione impossibile, più di poter ambire allo scudetto, sia quella di portare la proprietà a ragionare meno in ambito economico e più in quello sportivo-competitivo, poichè è giustissimo seguire il percorso della "sostenibilità economica", ma ciò va bilanciato con il tentativo di "vincere trofei", perchè anche questi producono guadagno (basta solo pensare all'incremento del valore dei giocatori), ma specialmente è  l'unico e reale obiettivo a cui ambiscono i club più importanti e conosciuti nel mondo che si affidano alla visibilità all'importanza del "brand", incrementando fan, sostenitori, sponsor e tifosi, che poi il tutto viene sempre trasformato in ciò che fa girare il Mondo ....... I SOLDI.