La mediana vince i trofei
Lì. Sempre lì. Lì nel mezzo. Finché ce n’hai stai lì. Stai lì. Sempre lì. Lì nel mezzo. Finché ce n’hai. Finché ce n’hai. Stai lì.
E’ un estratto del magnifico pezzo Una vita da mediano di Ligabue. In realtà, ormai non è più così. Il centrocampo è il fulcro del calcio. Ritengo che sia il reparto più importante nella formazione di una compagine. Rappresenta mente e polmoni del gruppo. Da lì nascono le idee. E’ la regia, ma anche l’origine della sceneggiatura. E’ in quella zona che occorre recuperare il pallone perché, se la sfera supera l’attacco, deve attraversare ancora tre linee prima di raggiungere la meta, ma quando passa il filtro della mediana non le rimane che la difesa e non è affatto semplice, per quest’ultima, fungere da ultimo baluardo precedente il portiere. L’estremo difensore assomiglia tanto al Re degli scacchi. Non è tutto. Oggigiorno il “centrocampo” deve sapere anche fare gol. E’ richiesta la capacità di inserimento. Gli si domanda di infilarsi nella fase di non possesso avversaria, come farebbe una lama dentro il burro, per poi andarne a violare la porta. Si pensi a quante reti giungono ora da quel reparto… Insomma, tutto passa da lì.

Rispetto ai tempi della stupenda canzone del Liga sono variate, quindi, anche le peculiarità degli interpreti. Non esiste più quello “nato senza i piedi buoni” che “deve recuperar palloni” con dei “compiti precisi”. L’emiliano afferma addirittura che “natura non ti ha dato né lo spunto della punta, né del dieci. Che peccato”.La musica è completamente cambiata. Verrebbe da dire quasi in un gioco linguistico. Ora esiste il tuttocampista. E’ nata questo nuovo vocabolo che incarna perfettamente atleti come Pogba, Verratti, Kroos, Locatelli, De Bruyne, Modric, ma anche giocatori non più in attività. Penso a Marchisio e Andrea Pirlo o Dejan Stankovic. E’ già da qualche anno che tale tipo di calciatore è particolarmente apprezzato. Dove li metti, stanno. E’ incredibile. Sono camaleontici. Coprono ogni posizione con risultati eccellenti. Non è che sanno fare tutto, ma benino. Riescono a compiere le gesta costantemente nel migliore dei modi. La mediana è il loro regno. Accanto a questi, in ogni caso, esistono ancora registi o incontristi di ruolo così come trequartisti e mezze ali. Qui mi sovviene una divagazione. Quando si parla di centrocampo sovente ci si dimentica dell’ala e l’ho fatto pure io in questo pezzo. Sapete perché? Il mondo dell’esterno è molto simile a quello del portiere. E’ estraneo al resto del gioco e non è parte della spina dorsale di una formazione. Ciò non implica il fatto che non sia importante. Tutt’altro ma, come dice il significato letterale stesso della parola, non è centrale. E’ puramente una questione geografica. Tornando a noi… Gli esempi di mediani specializzati sono molteplici. Penso a Jorginho che, davanti alla difesa, ha trovato il suo habitat naturale. Lo stesso vale per Busquests. Se il ruolo di incontrista è ormai caduto in disuso, non esistono più gli Edgar Davids o gli Ivan Gattuso, si immaginino le mezze ali pure come Kanté, Rabiot o Barella che, magari, nel corso della carriera potrebbe regalare gradite novità. L’ultima categoria è composta da quegli atleti in grado di ricoprire più posizioni, ma non tutte. Penso a Goretzka oppure a Kovacic. Certo è che della schematicità unica di qualche anno fa non esiste nemmeno l’ombra. E’ proprio per questo che il centrocampo è divenuto sempre più il fulcro della vita di una compagine.

Qual è il centrocampo più forte dell’Europeo?
Penso che la massima dimostrazione di quanto sostenuto sia rappresentata dal Chelsea. Sono assolutamente convinto che i Blues abbiano vinto l’ultima Champions perché, al momento, dispongono della mediana più forte del mondo. Il riferimento è al duo composto da Jorginho e Kanté. Tuchel ha optato per un 3-4-3 che ammirava la coppia italo-francese. Sono sincero: gli altri interpreti erano sicuramente forti, ma non micidiali. Ad esclusione di Thiago Silva, non esistevano campioni affermati. Mount e Havertz sono giocatori in grande crescita con un potenziale straordinario, ma non si può pensare ancora di paragonarli al top del calcio globale. La differenza è stata proprio lì nel mezzo e credo che questo Europeo stia rafforzando il concetto. Se si guarda alle nazionali, infatti, si nota che l’Italia può contare su giocatori straordinari. Il numero 5 dei londinesi è in compagnia di Barella più uno tra Verratti e Locatelli. L’amalgama è perfetta e per questa invenzione occorre ringraziare pure Gigi Di Biagio. Fu lui che, nel lontano 2018, scelse di schierare il doppio regista. Mancini è stato geniale nel riproporre una simile soluzione. L’oriundo, accompagnato dal parigino o dal neroverde, rappresenta una soluzione micidiale. Questi ultimi associano, infatti, visione di gioco e qualità a una grande capacità di corsa e persino d’inserimento. Con la sapiente mano dell’italo-brasiliano che detta i tempi, il dado è tratto. Accanto a loro si staglia la corsa senza soluzione e la tenacia dell’interista che, quando assapora la chance, non rinuncia certo a fiondarsi verso la porta avversaria e con ottime skills. Pessina sta dimostrando di essere una valida alternativa senza considerare le assenze di Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. Anche la Francia è dotata di un trio di centrocampo magnifico. E’ sul livello del nostro, ma con maggiore esperienza. Kanté, Pogba, Rabiot. Rispetto a quello azzurro manca un po’ di fosforo, ma la fisicità è assolutamente superiore. Il “quarto uomo” è Tolisso. Poi ci sono Sissoko e Lemar. Forse abbiamo anche migliori alternative… Guardando in Germania, invece, nel 3-4-1-2 di Low che ha sfidato il Portogallo, si trovano Gundogan e Kroos. Non si può certo sostenere che abbiano qualcosa da invidiarci. Tecnica e tattica, ma anche corsa e una discreta fisicità. In panchina, con i lusitani, c’era un campione del calibro di Goretzka. Voglio citare l’Olanda. Gli Oranje, infatti, sono dotati di una mediana supersonica. Nel 3-5-2 di De Boer si muovono De Jong, De Roon e Wijnaldum. Direi che questo poker di compagini rappresenta il top del torneo continentale e, non a caso, è più che possibile che da qui esca la vincitrice. Non intendo dimenticare il Belgio di cui ritengo dobbiamo ancora ammirare le vere potenzialità. De Bruyne è devastante. Il fulcro del gioco passa attraverso la sua mente ispirata. Adoro Tielemans e nutro qualche dubbio in più su Witsel che “era” un campione. Se si guarda altrove, si noterà la Croazia di Brozovic, Kovacic e Modric. Sicuramente non manca la qualità, ma la gamba e il ritmo paiono assenti. Questo non agevola. In Inghilterra si trova Philips che è un profilo interessante soprattutto dal punto di vista quantitativo. Non sono un grande ammiratore di Rice ma, nel 4-2-3-1 di Southgate, davanti a loro si muove Mount. Un ottimo talento. Spostandosi in terra iberica, si nota la Spagna. Koke, Rodri e Pedri con Busquets ormai pronto a tornare in sella. Niente male ma, se si guarda ai tempi dello stesso giocatore del Barca in compagnia di Xavi e Inesta, scende una lacrimuccia. Bernardo Silva, William Carvalho e Bruno Ferreira rappresentano la mediana portoghese. Si può fare meglio, ma attenzione perché esiste sempre l’eccezione che conferma la regola e qui il centrocampo potrebbe non risultare fondamentale. Mi riferisco a CR7. Cris è la variabile impazzita che può far saltare il banco conducendo la sua squadra al trionfo come nel 2016. Certi tipi di calciatore, però, sono rari come gemme preziose.

E tra i club?
Guardando ai club, invece, credo che, come sostenuto, il Chelsea vanti la mediana migliore al mondo sia sulla carta, come vincitrice della Champions, che nella realtà dei fatti. Le prestazioni globali di Jorginho e Kanté lo dimostrano. Poi c’è il Manchester City che, nel 4-3-3 di Guardiola, schiera De Bruyne, Gundogan e Bernardo Silva con Rodri pronto all’uso se non titolare. Tanta, tanta roba. Forse non è un caso che abbiano finalmente raggiunto l’agognata finale di Coppa persa, come detto, con i top. Il Real Madrid di Ancelotti potrà contare ancora su Kroos, Casemiro e Modric? Qui si deve aprire un capitolo a parte. Nel 2016 Zidane ideò questa linea e penso rappresenti una delle migliori della storia insieme al noto Xavi, Busquets, Iniesta del Barca dei sogni. Con il senno del poi è assolutamente scontato comprendere i motivi per cui i Blancos centrarono 3 Champions consecutive. Anzi, penso che in quelle stagioni vinsero persino poco a fronte dell’armata che avevano a disposizione. Lo so. Sembra un’eresia, ma non è così. Non solo vantavano una mediana spaziale, ma anche gli altri reparti non erano da meno e a ciò si aggiungeva Cristiano Ronaldo che, insieme a Messi, potrebbe essere l’unico calciatore in grado di vincere i trofei da solo. Incredibile. Ormai questo magico terzetto galactico pare avere sparato tutte le sue cartucce anche se, con una squadra parecchio ridimensionata rispetto alle glorie folli di qualche stagione fa, ha fornito un contributo essenziale per condurre il Real sino alla semifinale di Champions. Nel 4-2-3-1 dell’ormai ex Flick, il Bayern Monaco ha potuto contare su Kimmick, Goretzka e Muller che agiva dietro le punte. Manca un tantino di qualità, ma si parla comunque del centrocampo campione d’Europa 2019-2020. E’ certo che, in quel periodo, vantava l’importante estro di Thiago Alcantara partito per altri lidi. Tra le migliori mediane del Vecchio Continente non si può certo tralasciare quella del Barcellona: Busquets e Frankie De Jong rappresentano qualcosa di eccezionale che, però, nell’ultima stagione non ha funzionato alla perfezione così come l’inserimento di Pjanic. Non si può non citare il Psg. I parigini contano sull’estro di calciatori come Verratti e Paredes, ma pure sulla forza di Gana Gueye. Ciò senza considerare Draxler e Di Maria che possono coadiuvare un reparto d’immensa qualità. A ciò si aggiungerà Wijnaldum… Ho la pelle d’oca!

In Italia?
Passando alle questioni di casa nostra, si nota che i campioni sono gli interisti Eriksen, Brozovic e Barella. Occorre effettuare il medesimo discorso che si è fatto per il Chelsea. Ha trionfato chi aveva la mediana più forte. Forse, nel complesso, i nerazzurri non erano superiori ad alcuni avversari. Il riferimento è soprattutto alla Juventus, ma il centrocampo di Conte ha sicuramente funzionato meglio di quello di Pirlo e si è notato il risultato. Quando il reparto è stato completato, con il danese che ha saputo adattarsi al nostro calcio, il gioco è stato fatto. Nessuno è più riuscito a contrastare una compagine che ha preso il volo. Quella linea ricorda piuttosto da vicino quanto presentato da Mancini agli Europei. Se Crhistian era (e mi auguro sarà) il Verratti della situazione, Brozovic ha sapientemente ricoperto il ruolo di Jorignho mentre Barella? Ah già lui è proprio se stesso. Si parlava della Vecchia Signora. Uno degli enigmi dell’ex allenatore sabaudo è di non aver trovato un centrocampo titolare. A causa delle scelte tecniche e degli infortuni, il bresciano ha modificato l’assetto senza soluzione di continuità. La quadra pareva essersi raggiunta con il trio composto da Mckennie, Bentancur e Arthur, ma l’americano e il carioca hanno trascorso più tempo ai box che in campo mentre l’uruguiano si è rivelato non troppo adatto al ruolo di regista. Alla fine della fiera, il tanto criticato Rabiot è risultato fondamentale per la conquista di un posto in Champions League. Da ultimo, poi, vorrei segnalare Milan e Atalanta. I rossoneri non hanno trovato grande costanza anche per le continue defezioni di Bennacer e il rendimento di Tonali è stato al di sotto di ciò che ci si sarebbe attesi. Fortunatamente il Presidente Kessie è sbocciato come un fiore in primavera spingendo il Diavolo sino a un incredibile secondo posto. Non si può non citare il contributo del partente Calhanoglu anche se non lo ritengo un campione. Non amo particolarmente questo calciatore. La Dea targata Gasperini vanta Freuler, De Roon e Pessina. E’ un reparto assolutamente fenomenale. Due di loro sono titolari in nazionali che disputano l’Europeo in corso. Si parla dello svizzero e dell’olandese. Matteo, invece, rappresenta ormai una delle prime-seconde scelte della grande Italia targata Mancini. Insomma, tanta roba.