Il derby di domenica per come si era messa la partita nel primo tempo: donimio dei rossoneri che chiudono il primo tempo sul 2 a 0, e per come è terminata 4 a 2 per i neroazzurri, ricorda la finale di Champions Milan Liverpool.
La formazione del Milan in campo nella finale di Istambul metteva in campo giocatori di tutt'altra qualità rispetto a quelli che hanno disputato l'ultimo derby. La sconfitta contro il Liverpool è stata causata dall'eccessiva sicurezza di vincere. Infatti il primo tempo di quella finale era terminato 3 a 0 per i rossoneri, dopo 45 minuti giocati alla grande. Al rientro in campo nel secondo tempo, il Milan si sentiva già campione d'Europa, al Liverpool bastò un quarto d'ora per siglare le tre reti del pareggio. Alla fine il Milan perse la finale ai rigori.

Euforia, amarezza e incredulità furono i sentimenti che dominarono quella finale.
Gli stessi li ha vissuti il popolo rossonero che ha assistito al derby.
Incredulità. Nei primi 50 minuti dalla gara il Milan ha giocato in modo esemplare e dai due gol segnati nel primo tempo e dall'aver schiacciato l'Inter. Il Milan nella prima fase di gioco non sembrava nemmeno il Milan da come stavano giocando gli uomini di Pioli. Gli stessi tifosi rossoneri non potevano credere nel vedere giocare così bene il Milan. Ha ragione il tecnico rossonero nel considerare la prima frazione di gioco dei suoi giocatori come la migliore prestazione fatta dall'inizio stagione. Difficile ricordare un Milan così perfetto negli ultimi 5 anni.
Euforia. Il gol di Rebic e di Ibrahimovic hanno fatto esplodere di gioia i tifosi rossoneri. Sentir traballare le gradinate durante i cori "chi non salta è neroazzurro" dà l'idea dell'entusiasmo del tifo rossonero e della profonda delusione di quello interista sprofondato in un tombale silenzio. Poi quella stessa euforia che prima animava la tifoseria rossonera si è trasferita sul versante neroazzurro che è esplosa per 4 volte: al gol di Brozovic, che ha risuscitato le speranze, al gol di Vecino, che li ha caricati, al gol di de Vrij che li ha portati in vantaggio, al gol di Lukaku che ha regalato la vittoria all'Inter. E così le gradinate hanno continuato a vibrare non più al grido di chi non salta è neroazzurro, ma al coro di chi non salta è rossonero.
Amarezza.
La sconfitta ha sempre un cattivo sapore, e ancor di più se si perde facendosi rimontare da un due a zero. I gol che il Milan ha subito sono gol che subisce una squadra inesperta. Il gol del 2 a 1 segnato da Brozovic è stato determinato dalla mancata copertura del reparto difensivo che non si è fiondato su quella palla a campanile carambolata al limite dell'aera di rigore, che capitata sui piedi di Brozovic è esplosa nel tiro insidioso che ha permesso all'Inter di accorciare le misure, e ha caricato i nerazzurri nel cercare il pareggio. Così come il secondo gol di Vicino, nato da un errore difensivo dei rossoneri che non hanno letto in modo giusto il taglio di Sanchez. È inutile andare a vedere se Sanchez è partito in fuorigioco o no, poco importa perché il Milan dal rientro in campo era già un'altra squadra che aveva smesso di giocare.
La sconfitta del derby è da imputare al Milan e non agli errori arbitrali.
L'amarezza è stata vedere esultare la dirigenza interista e non vedere, invece, in tribuna il signor Singer, proprietario del fondo Elliot, società che gestisce il Milan. Questa è la vera mancanza dei rossoneri: una dirigenza che ama la squadra e da' tutto per la maglia che dice di rappresentare.

Berlusconi e Galliani, come tutti i presidenti e i dirigenti che seguono la propria squadra senza mai abbandonarla, erano presenti a tutte le partite, compresa quella della notte incredula di Istanbul.
È da quella sconfitta che hanno ricostruito la squadra per tornare a vincere in Europa. E se il Milan dopo la sconfitta contro il Liverpool è tornato a vincere lo deve a dirigenti come Berlusconi e Galliani che hanno amato il Milan come i loro tifosi.

Da Milanistaconvinto non riesco a imputare colpe ai giocatori, a Pioli, a Boban eMaldini, ma la responsabilità è del fondo Elliot che come un'oscura presenza si muove in casa rossonera come lo spettro di Istanbul ha aleggiato domenica su San Siro impedendo al Milan di vincere.