Caro 2020, quest'anno un'altra candelina in più da aggiungere sulla torta e da spegnere con un soffio ancora più grande, e ognuna racconta ogni piccolo ricordo dal meno nitido al più recente, tutti hanno un sapore dolce, anzi dolcissimo.
Come si può dire che la vita mi ha sorriso sempre e non mi ha mai voltato le spalle? Già, per questo ringrazio il mio Dio e sorrido al nuovo giorno così come in questi anni passati sulla terra e che un giorno guardando indietro con l'ultimo respiro saluterò per passar a miglior vita. Nella vita ho forse dato più lezioni di vita di quanto qualcuno possa pensare, ho aiutato tante persone a prendere la strada giusta, quando per molti non c'era più nulla da fare, ho fatto ragionare tante che non volevano capire dove era lo sbaglio e continuavano a sbagliare facendosi del male da sole, anche gratuitamente. Ho sempre visto del buono anche in chi era messo da parte, a chi nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Ho visto amici andar via in tutti i sensi, li ho visti perdersi e non ho potuto fare nulla per aiutarli, la loro testa diceva che quella che percorrevano era la strada giusta e così gli ho dovuto dire addio.

Quando penso alla mia adolescenza la ricordo sempre con il sorriso, la ricordo come fosse ieri, già sembra strano, ma sono il tipico umano che ha la mente di un elefante, quindi ricordo tutto quello che ho fatto e vissuto, la prima fidanzata a 11 anni, la prima delusione d'amore, il primo regalo fatto a tutte le ragazze che ho avuto da ragazzo, e sopratutto il primo giorno con la donna che ho scelto per la vita. Tutto questo l'ho stampato nella testa, come tutti i ricordi della mia squadra, già la mia Juventus. Il mio primo ricordo parla dei primi anni '90, quando la coppia d'attacco era Salvatore Schillaci e Pierluigi Casiraghi, anche se i ricordi dei primi anni sono pochissimi, già perchè un bambino non sta incollato alla tv, ma vuole divertirsi e non prende a tutti gli effetti sul serio una partita di calcio, quindi non ho cominciato come molti dicono a cinque anni a seguire la mia squadra del cuore, ma bensì all'età di 12 anni, quindi prima ricordo qualcosa, ma ero soprattutto puntato alla mia carriera calcistica e alle ragazzette, quindi ero dedito al calcio sopratutto quello che giocavo più che alle partite, che al tempo si ascoltava per radio con la voce di Ameri.
Ricordo mio padre incollato con i miei zii la domenica alle 14:30 seduti con una schedina a segnare i risultati, io scendevo con i miei cugini a giocare a 'Tedesca' oppure con la fidanzatina del periodo. Se giocava la sera la vedevo, ricordo la Coppa UEFA vinta nel 1992-1993 contro il Borussia Dortmund, ma non ricorderei i marcatori se non andassi a controllare di mio pugno.
Dal 1994-1995 ricordo ogni singola emozione e ogni singola lacrima per sconfitte pesanti. Quando nel 1996 la Juventus vinse la Coppa dei Campioni, ricordo che dovevo andare allo stadio, mio padre aveva comprato due biglietti, ma purtroppo la mattina stessa mi svegliai con la febbre altissima e per questo dovetti a malincuore restare a casa, mio padre di buon cuore decise di non andare allo stadio e rimase in casa con me a vedere la gara.
La gara contro l'Ajax fu la mia prima finale di Coppa Campioni, vissuta davanti alla tv con la voce di Sandro Piccinini su canale 5. La Juventus aveva una squadra incredibile, fortissima, un giovanissimo Alex Del Piero che davanti aveva due grandissimi come Gianluca Vialli e Fabrizio Ravanelli, Peruzzi in porta Torricelli il falegname, Deschamps - a mio avviso il mediano più forte della storia del calcio - Vladimir Jugovic e soldatino Angelo Di Livio, e Paulo Sousa. Quell'esultanza che feci insieme al 'Penna Bianca' con la maglia che copre la testa e corre a braccia aperte verso la bandierina e l'urlo di mio padre, che in quell'estate riecheggiava in tutta la nostra zona, già due juventini in mezzo a tanti laziali e romanisti che quella sera estiva fecero un urlo che tutti sentirono a distanza di centinaia di metri.
Poi il pareggio di Yari Litmanen ci riportò sulla terra e la paura saliva per tutta la mia schiena e la tensione di quei rigori, per poi esplodere al primo rigore parato da Angelo Peruzzi a Edgar Davids, poi la paura ai rigori tirati da Ciro Ferrara e Gianluca Pessotto che non erano dei rigoristi anzi... uno la piazzò sotto l'incrocio, l'altro con un angolato da far invidia ai migliori rigoristi al mondo. Peruzzi poi parò il rigore a Silooy che sembrava uno sprovveduto, uno che non aveva mai calciato un rigore in vita sua, forse era proprio così.
Poi al rigore di Vladimir Jugovic con le dita incrociate e gli occhi chiusi, pregavo Dio di darmi quella gioia mai provata con la mia squadra fino ad allora, e la voce di Piccinini: "Se Jugovic la mette dentro la Juventus vince la Coppa dei Campioni... Jugovic contro Van Der Saar... parte Jugovic... goooool... la Juventus è Campione d'Europa...".
Riaprii gli occhi e vidi che tutti si abbracciavano e io abbracciai forte mio padre, poi mio padre posizionò quattro fischi a botto sul balcone e festeggiammo in quell'indifferente Roma che in quell'ora già sonnecchiava...
Quando il cielo sopra l'Olimpico di Roma si ricopriva di fuochi d'artificio e quel quattordicenne era sul tetto del mondo...

Forse il mio cuore di tifoso ha avuto tutte le maggiori gioie, da quando ricordo la Juventus ha vinto tutti i trofei, quindi c'è sempre la speranza di riprovare quei momenti, anche se poi non saranno mai come la prima volta.
Già, è come quando fai l'amore per la prima volta, impacciato, ma poi dopo diviene una cosa normale, già perchè la prima volta non si scorda mai.

Cosa chiedere a questo 2020? Sicuramente tanta serenità a tutti, indifferentemente dai colori di maglia, e sopratutto da tutto quello che si è detto nel corso del 2019, da tutte le discussioni non costruttive, dai molti rancori che si sono sentiti, e che la vita sia sorridente per tutti, che le gioie sovrastino sempre i dolori.
Un augurio personale, che sia un anno più bello del passato e che il buon umore faccia sempre parte della mia vita così come lo è stato negli anni passati.

Nel mondo pallonaro, ripeto non mi aspetto nulla, visto che è bello vincere, ma quando hai visto vincere tutto dalla tua squadra e vissuto quel momento almeno una volta nella vita, sarebbe un remake, ma non sarà mai come la prima, visto e ripeto, l'emozione di veder vincere alla tua squadra tutti i trofei davanti ai tuoi occhi può bastare per una vita. Quindi posso augurare a chi non ha mai visto vincere tutti i trofei alla propria squadra di poter vivere questa emozione almeno una volta nella vita.

Buon fine 2019 e Buon inizio 2020 a tutti!