Dopo la meravigliosa stagione appena conclusa, è inevitabile che Ciro Immobile abbia calamitato su di sé le attenzioni di molti club. I numeri, d'altronde, parlano chiaro: su quattro competizioni a cui ha preso parte, è diventato capocannoniere in tre di queste (Supercoppa, a pari merito con Dybala, Europa League, a pari merito con Aduriz e campionato, a pari merito con Icardi); i gol segnati in totale sono addirittura 41, ben 7 in più di quelli che realizzò - sempre con la maglia della Lazio - Giorgio Chinaglia nel 1973-74. L'attaccante della nazionale è così diventato il miglior goleador in una singola stagione della storia biancoceleste. Un traguardo che ha un duplice effetto sull'umore di Ciro: da una parte, l'orgoglio e la consapevolezza di essere diventato, all'età di 28 anni, uno degli attaccanti più forti e completi della Serie A; dall'altra, il rimpianto per non aver centrato l'obiettivo primario della stagione, quella qualificazione alla Champions League sfuggita negli ultimi minuti dello "spareggio" contro l'Inter. Rammarico ulteriormente amplificato ed ingigantito dall'impossibilità di sfidare i nerazzurri ad armi pari, vista la moria di giocatori fondamentali all'interno dello scacchiere tattico di Simone Inzaghi. Nella testa e nei cuori dei calciatori biancocelesti c'è la certezza che, se Parolo e Luis Alberto avessero preso parte all'incontro, il risultato sarebbe stato diverso. Ma il destino, a volte, è cinico e beffardo. "Non c'è bisogno di ribadire i miei sentimenti verso la Lazio, ma certo avendo fatto così tanti gol qualcosa uscirà dalle voci di calciomercato. Io sono tranquillo, faccio lavorare i miei agenti" ha dichiarato il nativo di Torre Annunziata. Se leggessimo queste parole con una punta di malizia, potremmo scorgere un desiderio inconscio e latente di misurarsi con altri palcoscenici. Tuttavia, non essendoci al momento offerte concrete da società più blasonate e forti della Lazio, Immobile è pronto a rimanere per diventare, chissà, una bandiera biancoceleste. "Quando si segna con questa continuità è normale che comincino a girare voci di mercato, ma io voglio solo passare l'estate con la mia famiglia" ha chiosato la punta. L'unico interessamento concreto giunto a Lotito riguardo il suo puntéro è giunta dal Milan, ma per ora si tratta di vacue, quasi disinteressate, richieste d'informazione sul giocatore, un pour parler. Comunque sia, la Lazio si sta guardando attorno, tenendo conto del fatto che già in questa stagione, nel momento in cui Ciro era assente, si è fatta sentire la mancanza di una valida alternativa. Il sostituito di Immobile di cui parliamo è stato l'ecuadoriano Felipe Caicedo, autore di una buona annata in rapporto ai pochi minuti giocati, ma insufficiente per raccogliere l'eventuale eredità lasciata dal numero 17. Ecco spiegato il motivo dell'interessamento da parte di Lotito nei confronti di Artem Besiedin, attaccante ventiduenne in forza alla Dynamo Kyev. Dotato di un fisico eccellente - dall'alto dei suoi 185 centimetri d'altezza - la punta nativa di Kharkhiv ha stupito tutti collezionando 8 reti in 36 presenze, ​​​​​​meritandosi il pesantissimo appellativo di "nuovo Shevchenko"- che a Kyev e dintorni fa sempre un certo effetto - proprio quell'Andrij Shevchenko che, in veste di nuovo ct dell'Ucraina, l'ha fatto recentemente esordire in nazionale. Fatte le debite proporzioni - necessarie trattasi di uno degli attaccanti più forti della storia del Milan - c'è una vaga somiglianza (soprattutto come freddezza) tra l'attuale Besiedin e il primo Shevchenko, l'attaccante che a soli 20 anni dominava e vinceva da solo le partite. Motivo per il quale bisogna andarci con i piedi di piombo, evitando frettolosi paragoni. Artem è ancora molto giovane, e  la stoffa del campione di certo non manca. La Lazio si è accorta di lui nel doppio confronto tra i due club valido per gli ottavi di Europa League, nel quale Besiedin non ha segnato, rappresentando però una costante spina nel fianco della difesa laziale. Il contratto del ragazzo è in scadenza nel prossimo giugno, indi per cui non deve sorprendere più di tanto il concreto interessamento di un segugio come Igli Tare, che ha fiutato l'affare scagliandosi con voracità sulla preda. Il problema sarà tuttavia la proverbiale reticenza della Dynamo Kyev nel cedere la propria argenteria - vedasi Yarmolenko - e un eventuale rinnovo da parte dell'attaccante della Nazionale ucraina farebbe lievitare il prezzo, sgonfiando contemporaneamente l'interesse di Lotito.