"Perdere il passato significa perdere il futuro", queste le parole del grande architetto cinese Wang Shu, parole che come mai dovrebbero ispirare i lavori di rifondazione di questa Lazio. La stagione appena passata oltre al dispiacere per l'ennesiamo treno Champions mancato e alla gioia per la settima Coppa Italia conquistata, ha portato con sé la consapevolezza di una necessaria, soprattuto in alcuni reparti, rifondazione. Nonostante la consueta reticenza a svelare programmi e obiettivi di mercato, i tre principali architetti di questa rifondazione (Lotito, Inzaghi e Tare) avevano lasciato intendere, abbastanza chiarmente, che la società avrebbe ricercato sul mercato dei sostituti per sopperrire al calo di prestazioni di alcuni dei senatori, oramai gravati dall'avanzare dell'età.

Quindi giocatori come Parolo, Lulic e Radu, capisaldi di queste tre stagioni, sarebbero discesi nelle gerarchie divenendo così delle valide alternative in grado di garantire carattere ed esperienza quando ce ne sarebbe stato bisogno. Concentrati soprattuto sul caso Milinkovic, la sponda laziale del tevere viene scossa da una notizia che ne turba gli animi, ovvero quella secondo cui al difensore romeno Radu, senza alcun dubbio idolo dei tifosi e giocatore in rosa con più anni di servizio con l'aquila sul petto, sarebbe stato chiesto di trovarsi una nuova squadra!

I tifosi laziali scossi dalla notizia non vogliono credere a quanto leggono, riconducendo il tutto ad uno screzio tra il giocatore e la società sperano che si riesca a giungere ad un chiarimento tra le parti. Tuttavia la realtà sarà deludente per i tifosi di fede laziale, in quanto il loro giocatore più rappresentativo non sarà convocato per il pre-ritiro, rendendo oramai chiaro che la storia di Radu alla Lazio è destinanta a chiudersi quest'anno tra lo sgomento e la rabbia dei suoi sostenitori che avrebbero voluto, quantomeno, salutarlo sul campo.

Ma questa notizia deve essere analizzata al netto della reazione della tifoseria, in quanto un giocatore come Radu non può essere valutato sotto un profilo prettamente anagrafico o atletico. Quando parliamo di Radu parliamo, senza dubbio, del giocatore più rappresentativo dell'intera gestione Lotito. Fu uno dei primi acquisti del nuovo presidente romano, e l'unico in squadra ad aver vinto tutti i trofei di questa era. Nel tempo, come spesso accade, il giocatore ha sviluppato anche un forte attaccamento alla maglia e alla tifoseria, con la quale ha sempre festeggiato le vittorie della squadra della Coppa Italia o dopo i derby. Quindi si capisce che privare, non solo lo spogliatoio, ma anche l'ambiente di un giocatore di tale importanza e carisma significa dare un bello scossone a tutto il mondo Lazio, non esattamente ciò che serve ad una squadra in ristrutturazione.

Senza parlare che l'ex Dinamo Bucarest, a 32 anni, rappresenterebbe una validissima alternativa ai titolari, visto che il desiderio del mister Inzaghi è quello di avere una rosa abbastanza lunga e forte da poter arrivare in fondo al campionato, alla Coppa Italia e all'Europa League. Giocatore che proprio in quest'ultima competizione potrebbe risultare utilissimo potendo far rifiatare i titolari nelle dure e lunge trasferte del giovedì che molto influiscono sulla prestazione del campionato. Ad avvalorare il grande apporto che potrebbe ancora dare il giocatore è l'interesse di alcuni club come il Napoli. 

Le cose da chiedersi, in una vicenda di cui ancora non si capisce ne l'origine né, tanto meno, la fine sono molte, ad esempio com'è possibile che una pedina imprenscindibile nello scacchiere di Inzaghi, che ancora molto potrebbe dare, venga liberata così facilmente, o perchè una notizia del genere venga data a fine campionato, non dando nemmeno la possibilità ai laziali di omaggiarlo con una meritata ovazione. Senza dubbio Radu rappresenta il passato recente di questa squadra e un suo addio, avvalorato da futili motivi, potrebbe rappresentare uno scossone che andrebbe a minarne pesantemente il futuro di questa squadra.