Sul cammino della Juventus verso una difficile risalita della classifica, il calendario pone adesso l’ostacolo Venezia. Un'altra sfida nella quale, nonostante il pronostico sicuramente orientato in favore dei bianconeri, la squadra di Allegri è chiamata a fornire una prestazione importante per espugnare un campo non semplicissimo, dove già Fiorentina e Roma sono cadute in questo campionato, contro un avversario ritenuto alla portata ma comunque ostico. 

Allegri, che nel corso della conferenza stampa della vigilia ha più volte rimarcato la necessità di approcciare la gara con la necessaria concentrazione, conferma quel 4231 attraverso il quale la Juventus, in queste ultime giornate, è riuscita ad esprimere un gioco più sciolto ed un atteggiamento più offensivo. Szczesny torna tra i pali dopo il turno di riposo avuto contro il Malmoe. Davanti al portiere polacco, De Sciglio, Bonucci, De Ligt e Pellegrini formano il reparto difensivo. Locatelli e Rabiot agiranno in mezzo al campo, mentre il trio di trequartisti composto da Cuadrado, Dybala e Bernardeschi avrà il compito di supportare Morata, unico riferimento centrale dell’attacco bianconero. Sulla sponda veneziana, l’allenatore Paolo Zanetti dispone la sua squadra con il consueto 4312. Romero; Ebuehi, Caldara, Modolo, Haps; Ampadu, Busio, Crnigoj; Aramu; Johnsen e Henry sono gli undici giocatori che compongono lo schieramento iniziale dei padroni di casa.

Si apre il collegamento con alcune immagini che arrivano dallo stadio Penzo. Dazn in questa occasione sembra funzionare bene. Niente rotelle di caricamento, niente cali di risoluzione. La voce di Pardo accoglie i telespettatori mentre l’arbitro Valeri conduce in campo le due squadre. L’inquadratura si allarga e da dietro la tribuna si possono scorgere gli alberi delle barche ormeggiate appena dietro questo particolare stadio.

E’ la Juventus, vestita con la strana terza maglia gialla, a battere il calcio d’inizio. I primi minuti somigliano ad una fase di studio nella quale è il Venezia a gestire di più il pallone. Dura poco però. La Juventus entra presto dentro la partita. Tiene alto il baricentro e muove il pallone da una parte all’altra del campo nel tentativo di aprire un varco tra le folte maglie nere del Venezia, raccolte a protezione dell’area di rigore. Come spesso accade, il baricentro offensivo della Juventus, in fase di impostazione, è inclinato nettamente verso destra, dove Cuadrado e Dybala catalizzano la maggior parte dei palloni durante le prime fasi della costruzione dell’azione. Il piano di gioco emerge in maniera abbastanza evidente. La Juventus, dopo aver mosso i primi passi sulla zona di destra del campo, cerca con il lancio Bonucci o Locatelli di aprire il gioco sulla fascia opposta, dove Pellegrini e Bernardeschi compongono una catena capace di proporsi in avanti e di raggiungere con buona continuità il fondo. Diversi cross arrivano, nella prima parte di gara, dai piedi dei due esterni.

Le cose si complicano quando il cronometro ha da poco superato il decimo minuto. La Juventus perde Dybala. L’argentino, fermato da un problema muscolare, esce dal campo e si accomoda in panchina. Occhi bassi, scuro in volto. Un nuovo infortunio muscolare arriva a fermarlo nel momento in cui le sue prestazioni stavano salendo di livello. Allegri manda in campo Kaio Jorge, alla sua vera prima opportunità per mettersi in mostra dopo una serie di presenze arrivate nei minuti finali di gara. Il giovane brasiliano ha subito una buona occasione per sbloccare il risultato. Su uno dei tanti calci d’angolo avuti a disposizione dalla Juventus nel corso del primo tempo, Pellegrini calibra un cross profondo che cade all’altezza del secondo palo, dove De Ligt salta più in alto di tutti e offre una sponda verso il centro. E’ Kaio Jorge il primo ad arrivare sul pallone. La sua deviazione, in anticipo sul diretto marcatore, si alza però sopra la traversa.

La Juventus ha il pieno controllo della gara. Muove bene il pallone, liberando il campo, sulla fascia sinistra, per le avanzate di Pellegrini. Dalle iniziative del terzino nascono alcune buone occasioni per i bianconeri. Cuadrado risolve, con una conclusione dal limite dell’area, una serie di rimpalli nell’area veneta, innescati da un cross tagliato di Pellegrini. Il tiro del colombiano passa di poco a lato del palo di destra della porta di Romero. Ancora il giovane terzino in accelerazione crea superiorità numerica e serve sulla corsa Morata. In questo caso, la conclusione in diagonale dello spagnolo viene contenuta dal portiere argentino. La fase di pressione della Juventus è inoltre caratterizzata da una lunga serie, che ad un certo punto appare quasi infinita, di tiri dalla bandierina, tutti calciati forte dentro l’area piccola, sui quali però manca sempre il guizzo vincente da parte delle maglie gialle presenti all’interno dell’area. E’ in ripartenza che il Venezia cerca di allentare la pressione. Nello spazio, gli uomini di Zanetti muovono bene la palla, trovando trame efficaci e accompagnando l’azione con più elementi. Non arrivano pericoli concreti per Szczesny anche grazie ad una tempestiva chiusura da parte di De Ligt su Henry appena dentro l’area di rigore.

Uscito Dybala, spetta a Bernardeschi il compito di entrare maggiormente dentro al campo per alzare la qualità del palleggio. Kaio, inizialmente schierato nella posizione lasciata libera dall’argentino, in queste prime fasi della sua partita, si dimostra più attaccante da ultimi venti metri piuttosto che un regista d’attacco. Il movimento di Bernardeschi libera sulla fascia sinistra lo spazio dove Pellegrini può affondare. E’ dall’ennesima iniziativa del terzino che, quando da poco è trascorso il trentesimo minuto, la Juventus trova il vantaggio. Segna Morata, bravissimo ad anticipare tutti su un cross molto tagliato proveniente dalla sinistra e a battere Romero con una deviazione di prima intenzione. Un gol molto simile a quello segnato recentemente nella trasferta di Salerno. Con il pallone a centrocampo, il gioco non riparte. E’ in corso un controllo da parte del Var che si protrae abbastanza a lungo. Oggetto della verifica è un presunto controllo con la mano da parte di Bernardeschi nel momento iniziale dell’azione. Dai vari replay mostrati non emerge con chiarezza l’irregolarità. Dopo oltre un minuto, il Var autorizza la ripresa del gioco. Sospiro di sollievo per il tifoso davanti alla tv che già si stava rassegnando a vedere cancellata, per l’ennesima volta dal Var, una rete di Morata. 

Sbloccata la partita, la sensazione è che la parte più complicata del pomeriggio sia stata risolta. Sotto di una rete, il Venezia è costretto a sbilanciarsi di più. I veneti si affacciano con maggiore continuità nella metà campo bianconera ma, tranne un paio di tiri da fuori area, terminati decisamente lontani dalla porta, non portano concreti pericoli dalle parti di Szczesny. Per la Juventus si aprono adesso invitanti varchi nei quali proporre veloci ripartenze. Una buona iniziativa di De Sciglio sulla destra, servito da un lancio telecomandato di Bonucci, viene vanificata da una conclusione incerta da parte di Morata che, da buona posizione, non spaventa Romero. Kaio Jorge non arriva per pochi centimetri a deviare in porta un pallone filtrante servito da Bernardeschi, apparso vivace e lucido nel corso del primo tempo. Proprio allo scadere, Cuadrado, lanciato da Locatelli, spreca, in superiorità numerica, un’ottima opportunità, calciando in diagonale a lato del palo, nonostante Kaio Jorge e soprattutto Morata liberi e in buona posizione per ricevere il passaggio.

Due minuti di recupero per Valeri sono sufficienti. Le squadre vanno al riposo con la Juventus avanti di una rete. La squadra di Allegri ha fornito sicuramente una buona prestazione in una gara resa subito difficile dall’infortunio di Dybala, per il quale in rosa non esiste un vero sostituto, e da un Venezia comunque presente dentro l’incontro e, a tratti, fin troppo aggressivo. Rimane però la sensazione che, con maggiore attenzione nella gestione di alcune situazioni offensive, su tutte quella sprecata da Cuadrado nel finale di tempo, il vantaggio per la Juventus avrebbe potuto essere già maggiormente rassicurante.

Le due contendenti rientrano dagli spogliatoi con le stesse formazioni con cui hanno concluso i primi quarantacinque minuti di gioco. Quella che ritorna in campo è però una Juventus diversa. Fin dalle prime battute della ripresa, avanza la sinistra sensazione che la squadra di Allegri non sia rientrata sul prato con la stessa determinazione con cui aveva condotto la partita fino a quel momento. Il Venezia alza baricentro e pressione. Si presenta in campo meno attendista e più propositivo alla ricerca del pareggio. La Juventus va in difficoltà. Insiste nel voler giocare il pallone anche in situazioni di evidente inferiorità numerica. Compaiono nel palleggio bianconero tocchi leziosi e tentativi di colpi di tacco assolutamente fuori dal contesto della partita. La squadra si perde in continui errori di passaggio e di scelte, dettati da scarsa lucidità e mancanza di concentrazione. Invano Allegri dalla panchina si agita nel tentativo di riportare la sua squadra sui binari più consoni al tipo di partita che ora va in scena allo stadio Penzo. La Juventus non tiene più un pallone. Nemmeno riesce a sfruttare gli invitanti spazi disponibili alle spalle di Caldara e Modolo che, in questa fase della partita, giocano stabilmente nel cerchio di centrocampo. Allegri urla di giocare la palla in avanti. La squadra si perde in complicati fraseggi stretti.

Dopo una conclusione di Busio parata da Szczesny, nei primissimi minuti della ripresa, il Venezia trova il pareggio al decimo minuto. E’ Aramu, con un gran sinistro di prima intenzione da una ventina di metri, su servizio di Haps, a riequilibrare la sfida. Nell’occasione non è sembrata esente da colpe l’intera fase difensiva bianconera che ha lasciato troppo spazio per la conclusione ad un giocatore che, nel corso della stagione, aveva già dato prova di poter far male con il suo sinistro. Per l’ennesima volta la Juventus subisce una rete alla prima vera conclusione verso la porta da parte degli avversari. Non può essere soltanto sfortuna. Il pareggio sembra purtroppo la naturale conseguenza di una ripresa approcciata decisamente male dalla squadra di Allegri. Il gol subìto non sembra scuotere però la Juventus. Sono anzi i padroni di casa a rendersi di nuovo pericolosi con un’azione insistita all’interno dell’area, risolta da un provvidenziale intervento di Pellegrini. 

Trovato il pareggio, il Venezia torna a farsi un pochino più accorto. La squadra di Zanetti abbassa il baricentro e cerca maggiormente gli spazi per ripartire.  L’intera partita dei veneti è caratterizzata da una forte aggressività. La maggior parte dei contrasti si risolve in loro favore. Al novantesimo i falli commessi dagli uomini di Zanetti saranno circa il doppio di quelli dei giocatori bianconeri. Ennesimo segnale di una seconda parte di gara che la Juventus non ha saputo interpretare nella maniera più adeguata. Ampadu rischia il secondo cartellino giallo per un’entrata imprudente ai danni di Cuadrado. Valeri lo grazia, Zanetti lo sostituisce immediatamente. Al suo posto entra Tessman. Dopo aver buttato via i primi venti minuti della ripresa, la Juventus torna ad affacciarsi dalle parti di Romero. E’ Morata all’altezza della trequarti a ricevere palla e ad aprire il gioco sulla destra in favore di Cuadrado. Il colombiano si accentra e premia la sovrapposizione di De Sciglio, servendolo in profondità. Il cross basso del terzino genera apprensione davanti alla porta di Romero. Si accende una piccola mischia, nascono un paio di rimpalli che alzano il pallone al centro dell’area, dove c’è Bernardeschi. L’esterno è bravo a coordinarsi e a calciare con il sinistro. Il tiro, forse troppo centrale, chiama comunque Romero ad un grande riflesso per alzare il pallone in angolo. Sfumata la grande occasione, la sensazione che la Juventus non riuscirà a passare si fa ancora più forte. Morata è uno dei più combattivi. Lo spagnolo intercetta un rinvio di Romero verso Ebuehi, recupera palla e affonda dalla zona sinistra del campo. Sul cross, il tentativo di deviazione da parte di Kaio Jorge viene chiuso in angolo.

La Juventus non sembra riuscire più a trovare tracce di gioco in grado di scardinare la difesa veneziana. Continua a raccogliere diversi calci d’angolo (saranno 11 alla fine della partita), dai quali però non ricava nulla. Allegri tenta di cambiare il destino di una partita che sembra ormai segnato, proponendo una tripla sostituzione quando manca un quarto d’ora alla conclusione dell’incontro. Entra Alex Sandro al posto di Pellegrini. Autore di una buona prestazione, forse la migliore da quando veste il bianconero, il terzino si sta rivelando un elemento su cui poter iniziare a fare un certo affidamento. Moise Kean rileva Kaio Jorge, che ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra nell’ora in cui è rimasto in campo. Chiamato in causa per rilevare il ruolo di Dybala, il giovane brasiliano ha mostrato caratteristiche diverse rispetto all’argentino. Difficile comunque attribuirgli troppe responsabilità per una partita compromessa da una brutta prova di tutta la squadra nel secondo tempo. Infine entra anche Bentancur al posto di Bernardeschi, calato nella ripresa dopo un primo tempo molto buono. La Juventus prova a spingere, la partita torna stabilmente nella metà campo del Venezia ma la sensazione è che la possibilità di raggiungere la vittoria stia lentamente scivolando via, minuto dopo minuto.

Nel finale, Allegri chiama in causa anche Soulé. E’ Locatelli a lasciare il campo al giovane fantasista argentino. Il ragazzo entra bene nella partita anche se ha a disposizione soltanto una manciata di minuti. Ogni volta che riceve palla guarda avanti, caratteristica questa piuttosto comune tra i ragazzi della primavera allenata da Bonatti. Non si perde in retro passaggi, non si perde nel mare di pensieri che sembrano affliggere la maggior parte dei suoi compagni, Cuadrado su tutti, protagonista di un pessimo secondo tempo. Due aperture interessanti, una punizione calciata (male) contro la barriera e una conclusione finita alta sopra la traversa dopo essersi liberato del diretto marcatore. Rispetto al debutto di Salerno, dove ha fatto solo in tempo a calpestare il prato, questa volta Soulé è riuscito a mettere in mostra una piccola parte di un repertorio interessante. Non basta però. 

La Juventus lascia lo stadio Penzo e la laguna con un solo punto. Una battuta di arresto forse imprevista alla vigilia ma che, dopo un buon primo tempo, si è concretizzata con un approccio completamente sbagliato nella ripresa. L'obiettivo delle cinque vittorie consecutive, necessarie per riportarsi più vicini al quarto posto, si infrange al terzo ostacolo. Per l’ennesima volta, la Juventus non riesce a battere una squadra considerata alla portata. Il Venezia si aggiunge a Udinese, Empoli, Sassuolo e Verona tra le formazioni, ritenute di seconda fascia, capaci di togliere punti ai bianconeri. Per l’ennesima volta la squadra paga un calo di concentrazione inspiegabile dopo essere andata in vantaggio. Per l’ennesima volta paga l’incapacità di concretizzare le occasioni create ed un’evidente mancanza di lucidità nel prendere le scelte più efficaci al momento di finalizzare l’azione. Scavalcata dalla Fiorentina, la Juventus rischia adesso di vedere l’obiettivo stagionale allontanarsi ulteriormente. Continuiamo ad andare avanti, una partita per volta, sulla nuova strada tracciata da Allegri nelle ultime gare, ponendo come obiettivo una maggiore concretezza in fase realizzativa e magari continuando a offrire opportunità ai ragazzi più giovani di accumulare presenze ed esperienza. Altre soluzioni all’orizzonte, in attesa eventualmente del mercato di gennaio, al momento non sembrano scorgersi.