È stata da qualche giorno resa ufficiale la rimozione della scritta "Juventus" dal logo del club campione d'Italia, che ha così deciso di compiere un passo del tutto significativo e importante per il mondo del merchandising. Rimane, dunque, solo la J (che da 3 anni e mezzo appare nelle maglie dei bianconeri) a rappresentare la Juventus, sia in campo, che (soprattutto) fuori. Ebbene sì, il motivo della scelta da parte della società juventina è proprio rivolto al mondo del mercato, quindi lontano dai campi di calcio: l'obiettivo è quello di creare un vero e proprio brand, in modo da allargare i propri confini, anche oltre il calcio e lo sport in generale. Il paragone più ovvio e logico che si possa fare è quello della squadra americana di baseball degli New York Yankees, il cui logo (N ed Y intrecciate), è ormai famosissimo e conosciuto da tutti.

Ma cosa ha spinto la Juve ad investire nel mondo del merchandising? Per ottenere una risposta serve fare un passo, non troppo lungo, indietro nel tempo: 10 luglio 2018, una data che ogni tifoso juventino ricorderà a lungo, una data che porta ad un nome e ad un cognome, Cristiano Ronaldo, che, con il suo arrivo, ha incrementato, in ogni campo immaginabile, la grandezza, la forza e la visibilità della Vecchia Signora. Dati alla mano, ricavi dalla vendita di merchandising e licenze aumentati di 11,86 milioni di euro, +81% rispetto a quelli prima del suo arrivo a Torino, e fatturato portato da 395,4 a 459,7 milioni di euro (al decimo posto tra i fatturati più ricchi in Europa), con ancora molto margine di crescita. Con il portoghese in squadra, la compagine bianconera ha davvero rivoluzionato il suo modo di fare business attraverso il calcio: un mix di tradizione e sguardo al futuro, che da vita ad un nuovo ideale vincente, prima in campo, poi fuori. Da qui si arriva all'innovativo slogan che, da un anno circa, si trova su ogni piattaforma digitale collegata alla Juventus: "Live Ahead", letteralmente "vivi avanti", una vera e propria filosofia di pensiero che mira ad un'ottica più che mai proiettata verso il futuro... un futuro che, nelle speranze dei tifosi, si riconfermi vincente ed entusiasmante. Il mondo, sempre più attuale e imprescindibile, dei social network (Instagram, Facebook, Twitter...), è l'altro campo dove la Juventus ha registrato una crescita esponenziale, grazie, per gran parte (e ancora), all'arrivo di CR7: il portoghese detiene, infatti, il primato dell'account più seguito su Instagram, con ben 230 milioni di followers, davanti a qualsiasi altro personaggio pubblico. Guardando solo i dati di Instagram, la Juventus contava, a luglio 2018, circa 10 milioni di followers, cifra duplicata in solo 6 mesi di Cristiano Ronaldo in bianconero, fino ad arrivare agli odierni 40,9 milioni. Sul social, è il terzo account tra le squadre più seguite in Europa, dietro solo a quello di Real Madrid e Barcellona e, ad inizio luglio, superando Gucci, è diventato (a proposito di merchandising!) il brand italiano più seguito.
I bianconeri, inoltre, sono da qualche giorno arrivati anche su una nuova piattaforma social, Tiktok, social network cinese ideato per la pubblicazione di videoclip di breve durata, nel quale ha raggiunto, in pochissimo tempo, il mezzo milione di followers. "Sciocchezze!" - "Pensate a giocare a calcio, il resto è niente!" Penserà tra sé e sé ogni nostalgico e malinconico tifoso di altri tempi, dopo aver letto o sentito cose del genere. Eppure, il calcio di oggi sembra non poter fare a meno di tutto ciò: naturale (!), perché questo porta guadagni e perciò fa bene a qualsiasi società o azienda, perché di questo si tratta.

Ogni squadra di calcio, oggi, è un'azienda: offre lavoro a uomini, donne e famiglie, a partire dal magazziniere, fino ad arrivare ai grafici, dagli addetti al merchandising, a quelli al mondo social network.
Ogni club deve essere pronto su più fronti e, per questo, si serve di più team addetti ognuno a compiti diversi e di esperti in grado di prevedere cosa può essere favorevole o dannoso fare in ottica futura.
Questo è il nuovo mondo che, di conseguenza, rende il nostro sport un nuovo calcio, ma che, in quanto tale, noi tifosi saremo sempre, e comunque, pronti a sostenerlo, guardandolo.
Divertendoci come sempre.