La Juventus in un guado. Agnelli scelga, ora o mai più!

Questa estate la campagna acquisti della Juventus, forse anche condizionata da pendenze finanziarie da far quadrare ad ogni costo, è stata ancora una volta sommaria e superficiale. Senz’altro non mirata a migliorare e a completare una rosa  giocatori, da anni palesemente carente in settori nevralgici.

Nel contempo, qualcosa di non ben definito ha  anche spinto la dirigenza  juventina a licenziale l’ermetico, nonché pluridecorato allenatore Allegri, affidando la panchina bianconera a Maurizio Sarri, acclamato Guru del gran gioco.

Mossa molto coraggiosa quella attuata dalla società bianconera, convintissima, forse troppo, di avere a disposizione un organico giocatori eccezionale, al quale aggiungere ‘’l’additivo’’ del bel gioco e della spregiudicatezza, per poterne scaturire una potenza calcistica di valore mondiale.

Da un cambiamento tattico cosi radicale importante ed  immediato era logico attendersi prima del suo naturale consolidamento e nei primissimi tempi, un qualche naturale intoppo, una qualche fisiologica battuta d’arresto. Nelle aspettative, l’idea era quella di riuscire a superare, senza troppi danni, la prima fase di studio e adattamento. Quindi procedere via via in escalation, per poi spiccare il volo e procedere spediti sempre  più in alto.

Dopo 6 mesi di studio, di prove e di chiacchere, siamo alla terza giornata di ritorno di campionato. La situazione che si presenta oggi a società, allenatore, giocatori e tifosi è ben diversa da quella che si era prospettata e sperata.
La Juventus di Sarri rispetto a quella di Allegri , considerando l’identico numero di partite disputate,  ha 10 punti in meno rispetto all’anno scorso, condivide la testa della classifica insieme al’Inter, con la Lazio ad un solo punto dalla coppia di testa.

Fin qui ‘’tutto normale’’. Anzi….! Potremmo dire che questi  dieci punti in meno in classifica sono da considerarsi ‘’il prezzo’’ che la Juve sta pagando a causa delle  fisiologiche difficoltà incontrate finora, nell’acquisire un credo tattico cosi radicalmente opposto a quello praticato negli anni precedenti.

Ciò che deve far riflettere e non poco la dirigenza juventina è il fatto che il percorso che sta compiendo quest’anno la Juventus non è affatto in escalation, come era auspicabile attendersi, è piuttosto in continua fase involutiva.
La squadra che quest’anno non ha mai dato la sensazione di potersi assestare su  livelli di compattezza accettabili. Il gioco e la tenuta atletica hanno spesso mostrato gravi lacune e convinto rarissimamente e solo a tratti. Troppe volte i risultati positivi raggiunti finora sembrano scaturiti quasi per caso e stiracchiatamente.

La Juventus segna  molto meno rispetto agli anni scorsi e subisce molte più reti. Troppo spesso la squadra viene rimontata nel punteggio  e subisce troppo il gioco e la fisicità dell’avversario.

Il fatto allarmante è dato da questo impasse fisico tattico, che nei  primi mesi  poteva considerarsi un fisiologico adattamento ai nuovi sistemi di gioco e che comunque non aveva impedito alla squadra di raggiungere  spessissimo la vittoria  sul campo, ora col passare del tempo, piuttosto che  affievolirsi  pian piano e dare spazio a più certezze, prende invece sempre più  piede e corpo e comincia a mietere sonore sconfitte.

La squadra infatti piuttosto che migliorare e compattarsi sempre più, col tempo sembra sfilacciarsi e peggiorare di partita in partita. Le sue performance sono sempre più deludenti in merito a gioco, rendimento e risultati, nonostante in questi ultimi tempi siano stati recuperati fisicamente giocatori ritenuti indispensabili per far decollare il progetto sarriano: Rabiot, Ramsey, Costa…

 La Juventus, pur senza convincere mai, per diversi mesi ha mantenuto l’imbattibilità in campionato e fatto un percorso lusinghiero in Champions... Poi mentre un po’  tutti ci si aspettava un imperioso decollo, si è invece atterrati rovinosamente perdendo di brutto la finale di supercoppa contro la Lazio, poi tre sconfitte nelle ultime cinque gare di campionato, l’ultima clamorosa a Verona: dominati in lungo ed in largo da un manipolo di giovani, che solo 36 ore prima, avevano speso tantissime energie  giocando  il recupero  di una partita di campionato contro la Lazio.

La Juventus sembra stia perdendo, partita dopo partita, l’autostima, la convinzione nei propri mezzi, la sicurezza, l’autorevolezza e  perfino il carisma nei confronti degli avversari, che oggi come non mai l’affrontano con sfrontatezza e spavalderia, convinti di poterla battere. Oggi la Juventus è una barca in mezzo al mare, va  per inerzia e si affida quasi esclusivamente ai colpi dei suoi fuoriclasse, ma neanche questo oggi sembra bastare più... 

L’ho detto e lo ripeto ancora: sono certissimo, non c’è possibilità alcuna che quest’anno si possa cambiare positivamente rotta.
Anzi! E’ molto facile intuire che questa situazione critica possa solo e ulteriormente  peggiorare.

Da allenatore, la prima cosa che potrebbe venirmi in mente in una situazione del genere  sarebbe quella di fare un passo indietro forse anche due. 
Mettere da parte qualsiasi fantasia tattica innovativa, chiudere tutti i rubinetti, bloccare difesa e centrocampo e affidarmi  al contropiede. Esattamente come fanno Conte e Inzaghi con le rispettive squadre… Confiderei non poco sul fatto che l’organico bianconero,  soprattutto là davanti, è ancora e nettamente superiore a quello di qualsiasi altra squadra italiana.

Questa a mio parere l’unica vera mossa da attuare, l’ancora di salvezza cui aggrapparsi da subito per tentare di difendere almeno lo scudetto. Mossa che sono certo Sarri non sarebbe disposto ad attuare neanche se la  squadra si trovasse a lottare per la salvezza.

Giunti a questo punto credo che la Juventus, nel guado in cui si trova, debba pensare e immediatamente a scaturire possibili soluzioni prima che la stagione bianconera possa tramutarsi presto in una sorta di ‘’Cassandra crossing’’.

Le scelte possibili al momento possono essere solo due:

  1. Continuare a credere e ad insistere nel progetto Sarri, soprattutto scegliendo questa opzione  in prospettiva. Confermare l’attuale allenatore significherebbe accettare l’evidenza: quest’anno, probabilissimamente, non si vincerà assolutamente nulla, l’unica garanzia rimarrebbe  il terzo posto in campionato. Quindi confidare che dopo un anno di conoscenza e prove, ma soprattutto consegnando la prossima estate a questo allenatore, un organico adeguato, si possa ripartire con piu convinzione di fare finalmente centro...
  2. Licenziare Sarri, riportare immediatamente sulla panchina bianconera Max Allegri. In pochissimo tempo credo che l’ex allenatore bianconero riuscirebbe a riproporre una Juventus molto meno distratta, molto più concreta e difficile da battere. Con Max, credo, ci si potrebbe davvero giocare lo scudetto fino all’ultima giornata. ​Riproporre Allegri ala Juve significherebbe tornare al passato, allontanare o perlomeno rallentare quel processo innovativo tanto caro alla stragrande maggioranza di tifosi bianconeri, che la società ha voluto provare a mettere in atto acquisendo le prestazioni di Sarri. Sarri quest'anno non riuscirà a mettere in atto questo progetto,  forse non può... E non è detto che possa riuscirci in futuro. Un futuro che, neanche tanto lontano, vedrà seduto sulla panchina bianconera Roberto Mancini.
  3. La scelta di licenziare Sarri, da subito, è senz'altro la più difficile ma anche la più semplice e concreta che ora si possa attuare ,al fine di raddrizzare e  da subito il tiro e sperare di poter raggiungere almeno l’obiettivo minimo che è quello di rivincere il campionato. Molto difficilmente la società opterà  per questa decisione. La Juventus molto difficilmente opterà per questa soluzione e non soltanto perchè non è disposta fin da adesso ad ammettere l'eventuale errore commesso. La squadra tra l’altro è ancora prima in classifica. Eppure se si deve fare qualcosa e credo la si debba fare... Questo è il momento di giocarsi l’ultimo Jolly. Poi non ci sarà più tempo per poter rimediare… quando e se la situazione dovesse precipitare…